Milano - Sanremo informazioni!?!?!?!?!

Il Gatto 76

Gregario
28 Marzo 2008
682
0
48
Seregno
www.pelusomoreno.splinder.com
Io pensavo di farla, qualcun'altro ci fa un pensiero?
io al 100% ci sarò. ne approfitto per postarvi il racconto della mia partecipazione nel 2006.

Trecento chilometri di bici sulle strade che hanno consacrato come Campione tutti i grandi del ciclismo sia moderno che antico.
Girardengo, Bartali, Coppi, Merckx, Gimondi, Moser, Saronni, Bugno e Chiappucci sono tra gli eletti che hanno potuto alzare le braccia nella “Città dei Fiori”; proscenio riservato solo a quei nomi che al solo nominare viene la pelle d’oca!
Una corsa magica, solo all’apparenza scontata dal punto di vista della sua interpretazione: ricordate le fughe vittoriose di Gomez nell’82 e di Chiappucci nel 91?
Come ho avuto modo di ricordarvi diverse volte, sono innamorato da una vita del ciclismo e quando ho saputo che esisteva una Gran Fondo con un percorso esattamente identico rispetto a quello della gara dei professionisti, ho avvertito come una specie di folgorazione: “io non posso non farla!” mi sono detto.
Per “deformazione professionale” (oltre che caratteriale), mi sono seduto, ho preso un foglio bianco ed ho iniziato a stilare un “piano”. Primo problema: l’allenamento, saranno almeno otto ore di bici! Prendo il calendario e decido di prendere due mezze giornate di permesso il 10 ed il 24 maggio per fare due allenamenti da 200km, basteranno? Nel dubbio prendo un’altra decisione: da oggi si non si prende più la macchina per andare alle gare!
Secondo problema: la logistica (meno male che esistono i problemi di logistica...altrimenti di che vivrei??) per prima cosa faccio una verifica con tutti i miei compagni per vedere se c’è qualcuno che voglia raccogliere il guanto di sfida, accetta solo Luca Brambillasca che da quest’anno si è specializzato sulle granfondo.
Inizialmente penso di tornare a Milano con il pullman messo a disposizione dell’organizzazione ma in seguito, parlando con mio padre, gli propongo di seguirmi con l’ammiraglia della mia squadra.
Papà vede il mio entusiasmo ed accetta!
Ora è veramente tutto a posto! Mi devo solo preparare a dovere: non voglio di certo sfigurare in una gara così!
Tutto qui direte? Eh no! Su tutto ciò incombe come una (piacevole) nube la gravidanza di mia moglie con termine in data 25 giugno. Non sono stato sicuro della partecipazione fino alla mattina stessa e comunque avrei corso con il cellulare acceso in tasca collegato all’auricolare.
Il giorno prima della gara sono nervoso ed emozionato al tempo stesso: chissà come si sentono i corridori “veri” prima della classicissima...
La punzonatura è prevista al sabato, proprio come i prof! Vado a Rozzano portandomi dietro mia moglie (non si sà mai!) e ritiro il mio fantastico numero di gara. Ne approfitto per origliare i discorsi dei veterani della gara, parlano dei punti critici, dello svolgimento della gara e raccontano aneddoti divertenti di gente che si è persa per strada.
Scambio volentieri qualche parola con un paio di persone che mi hanno riconosciuto e mi fanno i complimenti.... purtroppo non come corridore ma come reporter del sito....! (Viva Internet e grazie ciclismoaltomilanese).
La sera della vigilia di gara la trascorro a preparare il rifornimento: 10 panini al latte farciti al miele (4), marmellata (4) e prosciutto cotto (2). Ogni panino è avvolto nella carta stagnola e riporta una scritta a pennarello che ne definisce il contenuto. Prendo il tutto e lo divido in due sacchetti: uno sarà il primo rifornimento e “viaggerà” nelle mie tasche, l’altro me lo passerà mio padre in cima al Turchino: questa si che è un’organizzazione metodica!
Il programma operativo del giorno di gara è tiratissimo: sveglia alle quattro, bacetto a mia moglie che dorme, appuntamento alle cinque per recuperare mio padre, alle cinque ed un quarto per recuperare Luca, alle cinque e trenta per raccogliere mio zio e alle sei puntuali siamo al ritrovo di partenza. Signori sono proprio un bravo logistico lasciatemelo dire!
Ritenendo inopportuno il riscaldamento per una gara di trecento chilometri, alle sei e venti sono già pronto in griglia per partire con altri ottocento matti come me.


Questa è veramente una gara internazionale, sembra quasi che gli stranieri siano numericamente superiori agli italiani. Alla partenza e in diversi punti del percorso, vedo anche un signore con tanto di cappellone con il tricolore transalpino e identica bandiera da sventolare con fierezza.
Alle sette puntuali si abbassa il nastro di partenza e il pattuglione multicolore si mette in moto per il lungo viaggio. Io sono emozionatissimo, addirittura faccio fatica ad agganciare un pedale... poi mi porto subito nelle primissime posizioni.
La pianura fino al Turchino è interminabile, si và pianino e per passare il tempo mi metto a cercare qualche viso nuovo tra il mare di corridori.
Luca Salvadeo mi fa notare che negli ultimi cinque anni non è mai uscito dai primi cinque posti, ottimo penso, allora farò la corsa prendendolo come punto di riferimento.
Dopo un pò trovo Michele Rezzani ex professionista alla Riso Scotti e protagonista di qualche bella lotta con il sottoscritto nel ’97 quando eravamo dilettanti. Parliamo un pò dei corridori di quel tempo di cui abbiamo perso le tracce e parlando parlando, scopriamo che in avanscoperta c’è una fuga di sei corridori con sei minuti di vantaggio.
Col passare dei chilometri cambia lo scenario, le colline iniziano a prendere il posto della pianura: sta per iniziare il Turchino!
Il Team Scott prende adesso il comando delle operazioni ed anche se l’andatura non è subito forsennata, è evidente una certa selezione. Io mi mantengo nelle prime venti posizioni del gruppo perchè mi hanno detto che in cima al Turchino rimangono in testa si e no una cinquantina di corridori.
Ad ogni persona alla quale ho chesto di descrivermi la salita del Turchino mi ha dato una versione diversa: uno mi ha detto che gli utlimi cinque chilometri erano come la Onno, uno che non si toglieva mai il 53... io l’ho fatta tutta con il 53x19 tranne gli ultimi 2 chilometri dove ho preferito utilizzare un più agile 39 x 17.
Proprio mentre penso alle versioni differenti sulla salita, ecco il tunnel che ne sancisce la fine. Mi giro velocemente e scopro che siamo rimasti in meno di quaranta corridori al comando.
È il punto dell’appuntamento con mio padre ma... non c’è! Boh, avrà capito male e mi starà aspettando al termine della discesa.
Inizia la picchiata verso il mare, davanti a me c’è un corridore tedesco in maglia gialla: “ma come la fa ‘sta curva? Mi sà che andrà fuori strada” penso; effettivamente termina lungo e...cerca di risalire in strada proprio mentre sopraggiungo a settanta chilometri all’ora!
Cosa si pensa quando si ha la certezza di star per finire a terra? Io non me lo ricordavo più visto che non cadevo ben nove anni... ah già! Non si pensa a niente perchè non c’è il tempo di farlo.
Centro in pieno il Tedesco e parto per un volo libero con destinazione ignota. La destinazione me la comunica il mio fondoschiena che picchia al suolo qualche metro dopo, a quel punto inizio un rotolamento con capriole varie che termina nel guardrail.
Due secondi per “chiedere” a tutte le mie parti del corpo se è tutto ok e mi rialzo di scatto in cerca della bici che trovo una decina di metri più su. La recupero, la guardo e... no! La gomma anteriore è forata. Addio sogni di gloria!
Mi metto lì con calma a sostituire la camera d’aria e nel frattempo arriva pure un’ambulanza da cui scendono due simpatiche assistenti che mi medicano le molteplici escoriazioni.
Proprio mentre mi accingo a ripartire, squilla il telefono; è mio padre, mi dice che l’ammiraglia si è guastata sull’autostrada ed è in attesa di un carroattrezzi: perfetto! E poi che succederà mai?
Una parte di me mi spinge a chiedere un passaggio ad una delle tante vetture al seguito della corsa, ma un’altra parte mi spinge a risalire in bici e continuare: la seconda parte vince e quindi, si riparte! con ambizioni diverse...
Al termine della discesa, come un lenzuolo enorme steso ad asciugare, sulla mia sinistra appare...il mare! È incredibile l’emozione che provo! Nell’era della nano-tecnologia a volte basta pochissimo per rimanere a bocca aperta...
Mi accodo ad un gruppetto di ciclisti di una squadra bergamasca e vista l’andatura non impossibile, ne approfitto per guardare il panorama.
A Vado Ligure c’è una enorme nave da crociera della Costa, è talmente vicina alla strada che sembra di poterla toccare con la mano....
Un ragazzo di una squadra milanese, si accorge che sono dolorante e che ho perso la borraccia nella caduta, mi offre una bottiglietta d’acqua e mi dice di tenere duro che ormai il grosso è passato. Lo dice Pertini: “Italiani, brava gente”.
Colgo l’occasione del disinteresse per il risultato agonistico per fermarmi ad un rifornimento. Che roba ragazzi! C’è gente sdraiata sul prato che si riposa, uno sciame di corridori si affolla davanti ad un tavolo ricolmo di frutta, dolci e bibite di ogni genere.
La ripartenza è dura, ora si che mi fa male ovunque: il polso sinistro è talmente gonfio che faccio fatica a stringere il manubrio, il ginocchio ha uno strano rigonfiamento e mi accorgo pure che.... ho i pantaloncini strappati sul sedere che, realizzo, sto mostrando a tutti da un centinaio di chilometri!
Almeno uno spunto di buonumore dai! Mi chiama nuovamente mio padre, è ad Ovada ed aspetta che mio cognato, che è partito da Milano lo passi a prendere. L’appuntamento con me e Luca è a Sanremo.
I chilometri passano e mi danno l’opportunità di pensare ai sacrifici che ho fatto per preparare questa gara, non basta così poco per farmi rinunciare: il prossimo anno sarò ancora qui ma stavolta... a giocarmi la vittoria!
Bello questo cartello.... “30km all’arrivo”... “dai Moreno che è finita ‘sta via Crucis di rimpianti e di buoni intendimenti per l’anno prossimo”.
La ruota posteriore della bici mi sembra un molle, un pò troppo molle..... ho bucato ancora! “This is the end” cantava Jim Morrison, questa è la fine... non ho più nè camere d’aria nè bombolette di riparazione.
Accosto a destra e telefono a mio padre dicendogli di fermarsi a capo Berta a raccogliermi. Sono seduto su un muretto e vedo passare alla spicciolata dei ciclisti stanchissimi che bramano Sanremo come un assetato nel deserto brama un’oasi. Dopo un pò arrivano a prendermi, mio padre e mio zio sono più spiaciuti di me: sanno quanto ci tenessi e anche loro mi dicono che il prossimo anno andrà meglio.
Arrivati a Sanremo non mi resta che recuperare Luca e ripartire alla volta di Milano. Faccio fatica a cambiarmi e solo adesso mi rendo conto dell’entità delle escoriazioni, ognuna delle quali mi ricorderà la lezione che mi ha insegnato questa incredibile esperienza.
Quale lezione? Lascio che ognuno di voi (i pochi che avranno avuto la pazienza di leggere fin qui) immagini di cosa si tratta, altrimenti sarebbe tutto troppo scontato, no!
A presto dal vostro...Moreno
 

Cappe

Pignone
19 Giugno 2009
112
0
33
Reggio Emilia
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Bici
Scott Foil Premium DI2
a pag. 148 di CICLISMO si parla si di una milano-sanremo che forse non si fa.
Ma non è il nostro caso, quella che ce scritto sul giornale è quella organizzata dalla gazzetta dello sport e che percorre solo gli ultimi 120 chilometri. Noi invece la percorriamo tutta, quindi tranquilli che si farà, anche perchè ho chiesto direttamente agli organizzatori e me lo hanno confermato. Ciaooo
 

The_Phantom_Lord

Scalatore
4 Novembre 2007
6.941
175
nella brughiera a sud-ovest di Milano
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Bici
monopattino a reazione nucleare
a pag. 148 di CICLISMO si parla si di una milano-sanremo che forse non si fa.
Ma non è il nostro caso, quella che ce scritto sul giornale è quella organizzata dalla gazzetta dello sport e che percorre solo gli ultimi 120 chilometri. Noi invece la percorriamo tutta, quindi tranquilli che si farà, anche perchè ho chiesto direttamente agli organizzatori e me lo hanno confermato. Ciaooo

quella della gazzetta in realtà era una Sanremo-Sanremo :mrgreen:
poi visto il successone delle ultime edizioni delle prove della gazzetta va bene così..
 

fla#34

Passista
10 Novembre 2007
3.997
222
Milanere (to)
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Bici
Bianchi Oltre/Cinese FM 098/Mountain Scott/Sui rulli Pennarola
Ho letto con avidita' il tuo racconto e mi sono accorto da quel che scrivi che comunque hai militato nei dilettanti,e che comunque sfortune a parte partivi con l'intenzione non dico di vincere ma di piazzarti.Io e tanto che sogno di farla.Pero gli anni passano e le possibilita fisiche si affievoliscono.Sono uno che non ha nessunissimo problema a fare 300 e piu km in bici.Pero' fatti da solo.Quando sei un po' stanco ti fermi 10 minuti e riparti.Li non credo sia possibile.E poi secondo la tua esperienza si formano vari gruppi che proseguono a medie diverse?Tipo nelle classiche granfondo per intenderci, dove un gruppetto che va alla tua media lo trovi sempre?.Oppure si e molto piu dispersi?Questo perche fare la gara da solo e fare la gara in un gruppo e ben diverso a livello di dispendio fisico,e in una gara cosi lunga e molto importante questo.Io per darti un metro sono uno da meta' classifica.E poi sono uno che comunque lotta fino all'ultimo km sia che sia nei primi cento che negli ultimi,dal mio punto di vista sono comunque sempre al limite.Se partecipo a una gara non voglio fare una passeggiata,senno la faccio in solitaria.Spero di essermi spiegato bene di aver dato modo di capire la mia domanda.Si puo' fare una gara cosi al propio limite essendo uno da meta' classifica?Oppure ci si deve accontentare di fare una cicloturistica Milano-Sanremo?Non so' prima o poi devo coronare anche questo sogno.Invidio molto te e quelli che hanno il coraggio di farlo
 

Il Gatto 76

Gregario
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Ho letto con avidita' il tuo racconto e mi sono accorto da quel che scrivi che comunque hai militato nei dilettanti,e che comunque sfortune a parte partivi con l'intenzione non dico di vincere ma di piazzarti.Io e tanto che sogno di farla.Pero gli anni passano e le possibilita fisiche si affievoliscono.Sono uno che non ha nessunissimo problema a fare 300 e piu km in bici.Pero' fatti da solo.Quando sei un po' stanco ti fermi 10 minuti e riparti.Li non credo sia possibile.E poi secondo la tua esperienza si formano vari gruppi che proseguono a medie diverse?Tipo nelle classiche granfondo per intenderci, dove un gruppetto che va alla tua media lo trovi sempre?.Oppure si e molto piu dispersi?Questo perche fare la gara da solo e fare la gara in un gruppo e ben diverso a livello di dispendio fisico,e in una gara cosi lunga e molto importante questo.Io per darti un metro sono uno da meta' classifica.E poi sono uno che comunque lotta fino all'ultimo km sia che sia nei primi cento che negli ultimi,dal mio punto di vista sono comunque sempre al limite.Se partecipo a una gara non voglio fare una passeggiata,senno la faccio in solitaria.Spero di essermi spiegato bene di aver dato modo di capire la mia domanda.Si puo' fare una gara cosi al propio limite essendo uno da meta' classifica?Oppure ci si deve accontentare di fare una cicloturistica Milano-Sanremo?Non so' prima o poi devo coronare anche questo sogno.Invidio molto te e quelli che hanno il coraggio di farlo
La puoi fare....eccome!
puoi anche fermarti quando vuoi (negli ultimi 100km sono previsti diversi ristori). Il mio problema, dopo la caduta, fu proprio quello: ogni volta che mi agganciavo ad un gruppetto che viaggiava ad un'andatura adeguata alle mie "sanguinanti condizioni", questi si fermavano ad un rifornimento ed io mi ritrovavo da solo.
Per farti capire meglio, aggiungo una cosa al mio racconto: mentre ero fermo sul Berta ad aspettare mio padre, è passato un signore che avrà avuto almeno 70 anni, andava piano ma non arrancava; dietro in macchina c'era suo figlio che gli diceva ogni 10 metri: "dai papà!".
Ascolta me.....falla!
Secondo me lo spirito di avventura è un elemento imprescindibile della passione per la bici...osa!
 

fla#34

Passista
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La puoi fare....eccome!
puoi anche fermarti quando vuoi (negli ultimi 100km sono previsti diversi ristori). Il mio problema, dopo la caduta, fu proprio quello: ogni volta che mi agganciavo ad un gruppetto che viaggiava ad un'andatura adeguata alle mie "sanguinanti condizioni", questi si fermavano ad un rifornimento ed io mi ritrovavo da solo.
Per farti capire meglio, aggiungo una cosa al mio racconto: mentre ero fermo sul Berta ad aspettare mio padre, è passato un signore che avrà avuto almeno 70 anni, andava piano ma non arrancava; dietro in macchina c'era suo figlio che gli diceva ogni 10 metri: "dai papà!".
Ascolta me.....falla!
Secondo me lo spirito di avventura è un elemento imprescindibile della passione per la bici...osa!
Ti ringrazio molto per l'incoraggiamento.Chissa........
 

Hinault

Apprendista Velocista
21 Marzo 2008
1.612
162
Liguria Savona Carcare
www.AZIMUT.it
Bici
Time e Fondriest
Fu la prima che feci, quando ancora non si chiamavano neppure "Gran Fondo" ma "Brevetti" o simili .....
Era il 13 Settembre del 1981 ...... !!

Chissà che quest'anno non ci faccia un pensierino anch'io.

(La Quebrentahuesos quest'anno la debbo rimandare perchè in quei giorni mia figlia darà l'esame di Maturità Classica) e allora ...
 

roby1967

Apprendista Scalatore
18 Febbraio 2009
2.566
397
57
cuneo
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Bici
Wilier 07
io l'ho fatta 1 volta...nel 2006...si..e una bella gara....i primi 120 km in gruppo a 40 km...900 persone...non te ne accorgi..occhio alle rotonde..e ai semafori quando sei in liguria...e da fare...almeno una volta.
 

The_Phantom_Lord

Scalatore
4 Novembre 2007
6.941
175
nella brughiera a sud-ovest di Milano
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Bici
monopattino a reazione nucleare
Ma che livello c'è?alto?
Ho visto le le classiche e ho visto che non sei andato affatto male?
come mai correre con la testa?o-oo-o

ti ho risposto in mp.
L'anno scorso il livello non era molto alto, ma io non ho corso molto saggiamente. In fuga a Casteggio (km 40) son scoppiato a Capo Berta (km 260) :wacko:
 

antonioferrando

Novellino
27 Dicembre 2009
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4
world wide
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Bici
bianchi 928
Io l'ho fatta per ben 3 volte(la prima con il Bric Berton anzichè il Turchino causa frana),vincendo in tutte le tre edizioni la categoria.Vi posso assicurare che mi ha dato maggiore soddisfazione di 9 Colli e Maratona.anch'esse vinte.Sarà per la STORIA(Coppi,Girardengo,Merckxs,per la lunghezza(quasi 300 Km),per il fascinoso tratto ligure ma a tutt'oggi è sempre la SANREMO universalmente conosciuta.Eppoi non è facile per una Organizzazione gestire un evento che attraversa 3 Regioni,6 o 7 Provincie e una dozzina e più di Comuni.Comunque immancabile almeno per una volta nell'esperienza di un Granfondista.