L'hanno scorso ci ero stato in moto, e dopo averla parcheggiata alla fine dell'asfalto ho percorso a piedi gli ultimi 3,50 km e 350m di dislivello di sterrato fino alla lago/diga di Quaira in Val d'Ultimo (Alto Adige) e mi sono detto: Qui ci devo arrivare in bici!
Pensavo di farcela in un pomeriggio, abitando a ca 55 km dalla meta. Sono partito da casa alle 15.00 di venerdí 29 agosto, con 18 km di pianura in fondovalle, con afa (31°) e vento contrario (ettepareva), poi è iniziata la salita della Val d'Ultimo, che è subito ostica e fastidiosamente trafficata, poi per fortuna spiana un po'. Dopo S. Valburga è iniziato il tratto ciclisticamente inedito per me: 14,5 km e 1100m di dislivello, di cui gli ultimi 3,5 sterrati e brutti, con pietrisco anche grosso. Erano ormai le 18.00 quando dovevo ancora affrontare questo ultimo pezzo sterrato. Il buon senso avrebbe dovuto convincermi a rientrare, dato che ero partito troppo tardi e che avevo detto che alle 19.00 sarei stato a casa. Ma non potevo rinuciare proprio ora: chissà quando sarei ritornato. Sopra di me vedevo l'imponente diga di cemento. Quindi avanti. Ho dovuto mettere il piede a terra più di una volta e anche spingere a tratti, o a causa del fondo o per la pendenza. Alle 18.30: eccolo finalmente! Il lago QUAIRA a quota 2250 m.
Ci sono solo 12° e io sono cotto come un copertone, ma felice. C'è un'atmosfera surreale, non c'è presenza umana, nè vegetazione, solo roccia e silenzio...e freddo. Purtroppo non c'è campo per telefonare a casa e dire che per le 19.00 sarà difficile che io ci sia. Due barrette energetiche, niente foto al lago perché la batteria della digitale si è scaricata dopo la foto della salita. Va bè la scaricherò da internet. Ormai sono le 18.45 e quindi è meglio rientrare, anche se faccio fatica a lasciare questo luogo e questa atmosfera "magica". Arriverò a casa alle 20.15 con il buio e le squadre di soccorso che ancora mi cercano.
Esperienza B E L L I S S I M A ...... e irresponsabile.
Pensavo di farcela in un pomeriggio, abitando a ca 55 km dalla meta. Sono partito da casa alle 15.00 di venerdí 29 agosto, con 18 km di pianura in fondovalle, con afa (31°) e vento contrario (ettepareva), poi è iniziata la salita della Val d'Ultimo, che è subito ostica e fastidiosamente trafficata, poi per fortuna spiana un po'. Dopo S. Valburga è iniziato il tratto ciclisticamente inedito per me: 14,5 km e 1100m di dislivello, di cui gli ultimi 3,5 sterrati e brutti, con pietrisco anche grosso. Erano ormai le 18.00 quando dovevo ancora affrontare questo ultimo pezzo sterrato. Il buon senso avrebbe dovuto convincermi a rientrare, dato che ero partito troppo tardi e che avevo detto che alle 19.00 sarei stato a casa. Ma non potevo rinuciare proprio ora: chissà quando sarei ritornato. Sopra di me vedevo l'imponente diga di cemento. Quindi avanti. Ho dovuto mettere il piede a terra più di una volta e anche spingere a tratti, o a causa del fondo o per la pendenza. Alle 18.30: eccolo finalmente! Il lago QUAIRA a quota 2250 m.
Ci sono solo 12° e io sono cotto come un copertone, ma felice. C'è un'atmosfera surreale, non c'è presenza umana, nè vegetazione, solo roccia e silenzio...e freddo. Purtroppo non c'è campo per telefonare a casa e dire che per le 19.00 sarà difficile che io ci sia. Due barrette energetiche, niente foto al lago perché la batteria della digitale si è scaricata dopo la foto della salita. Va bè la scaricherò da internet. Ormai sono le 18.45 e quindi è meglio rientrare, anche se faccio fatica a lasciare questo luogo e questa atmosfera "magica". Arriverò a casa alle 20.15 con il buio e le squadre di soccorso che ancora mi cercano.
Esperienza B E L L I S S I M A ...... e irresponsabile.
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