ciclotrainer
Apprendista Scalatore
- 25 Novembre 2007
- 2.639
- 236
- Bici
- S3, R3, P3C, SLC-SL TdF, Cinelli Willi'n, Cinelli Experience
Ma la discussione è affascinante, in considerazione delle tue osservazioni posso dedurre che l'efficienza del gesto sia propria dell'atleta e delle sue capacità, piuttosto che del mezzo attraverso il quale trova espressione.Ieri sera ho ragionato ancora un po' sulla questione, per quanto riguarda la frequenza di pedalata: sempre in base alla meccanica dei materiali (non so se completamente applicabili tal quali ad un sistema biologico...)
Di primo acchito ci si potrebbe aspettare una maggiore efficienza quando il livello di forza nel muscolo è ridotta, ovvero quando fornisco la potenza richiesta con elevata frequenza di pedalata, in quanto per basse tensioni ci si discosta poco dal comportamento elastico (e quindi ridotti effetti dissipativi). E' altrettanto vero che al crescere delle rpm crescono le forze d'inerzia associate alle varie masse muscolari (e non) interessate nel movimento, quindi in caso di doti di coordinazione appena meno che eccelse è probabile che le forze sulle pedivelle siano applicate non esattamente in fase, con riduzione dell'effetto utile. Inoltre, mi aspetto che i materiali organici abbiano comportamento reologico (deformazioni dipendenti dalla velocità con cui avvengono i processi deformativi al loro interno); ne segue che le dissipazioni cresceranno al crescere delle velocità di ripetizione del gesto in quanto, andando in questa direzione, cresce la difficoltà di coordinazione nei singoli movimenti, con sfasamenti nel tempo che -come noto- corrispondono a sfasamenti nello spazio delle fasi e quindi inducono cicli di "isteresi" di ampiezza maggiore.
Potrebbe, in tal senso, essere utile ed interessante uno studio dinamico su un sistema massa-molla-smorzatore equivalente per vedere se si riesce a determinare una sorta di "frequenza propria" (che vorrebbe essere la frequenza di pedalata più conveniente) a seconda delle caratteristiche geometriche (lunghezza pedivella, distanza fra articolazioni di caviglia-ginocchio-anca, ecc.) e inerziali (masse delle parti coinvolte)... devo ancora capire quali siano ingresso/uscita e se il modello non risulti troppo semplificato o poco aderente alla realtà per portare a risultati attendibili...
Adesso la smetto, promesso
Dipende dagli adattamenti neurofisiologici che si realizzano nel gesto della pedalata, nascenti dalle continue interazioni con l'attezzo (pedivella), questo in realtà succede in ogni attività sportiva dove esiste un rapporto con un attrezzo.
Ed è quello che sostanzialmente contraddistingue i campioni dai brocchi, ad esempio Federer non sarebbe Federer se nel corso del tempo non avesse ottenuto una padronanza assoluta della racchetta e tale da consentirgli la perfezione del gesto in quasi tutte le circostanze o nella maggior parte delle circostanze di un match. Campioni dei motori come Schumacher, Senna, Rossi ed altri hanno raggiunto simbiosi con il mezzo vicino alla perfezione.
Di conseguenza, indipendentemente dall'attrezzo, se si vuole ad esempio scrivere bene e velocemente ci si deve esercitare, così come se si vuole pedalare in modo efficiente si deve esercitare il gesto, che purtroppo non vuol dire soltanto prendi la bici e pedala, se così fosse saremmo tutti campioni.Ciao