Olympia convertita "Duomatic" (mozzo 2v semiauto)

7even

Pignone
9 Marzo 2012
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Dedacciai Ribelle
Posto qui la bici che ho appena terminato di assemblare, sperando di non aver sbagliato sezione (non ne ho trovate altre adatte, forse al "bar" o in "emozioni e imprese"?).

So che non è una vera e propria bdc, ma è una convertita ed il telaio di fatto è da corsa... Ed inoltre è interessante il cambio al mozzo di cui l'ho dotata, per cui spero che possa esser se non interessante, almeno una curiosità.

Stanco di restare in ansia durante il lavoro, con il timore mi alleggeriscano della mia BdC, ho pensato ad una SS da palo che mi portasse in ufficio. Certo, la paura del ladrocinio rimane sempre, ma i valori in gioco (almeno quelli economici) sono diversi.
Ho iniziato così da una vecchia BdC purtroppo abbastanza compromessa, pensando di far una cosa "alla buona", ma poi, va da sè che mi ha preso la mano e mi sono complicato la vita, pur rimanendo in un budget inferiore ai 250 euro (pur utilizzando un mozzo Sturmey Archer Duomatic con cambio integrato a 2V da 60 euro)

Venendo al sodo, ecco la descrizione della mia “Duomatic”:

Telaio + Forcella: proveniente da BdC Olympia Sprinter anni '60, misure 54ox53v (cc)

Finitura: trattamento superficiale con formazione "chimica" di velo di ruggine (senza andare ad intaccare i tubi, niente salamoie o esposizione alle intemperie o altre corbellerie...) e bloccaggio della stessa con olio (essicante) apposito al fine di mantenere colore ed aspetto dell'ossido (senza conversione/passivazione tipo ferox). Tale finitura permette all'occorrenza, in caso di graffi e segni del tempo, di riprendere lo strato senza che si vedano le sovrapposizioni tipici delle vernici e in più la ruggine non "trama" al di sotto della vernice (dato che non c'è vernice).
Il risultato è simile all'acciaio "corten" pur sapendo che il corten (anzi, cor-ten) è ben altra cosa.

MC: VP perno quadro, cartuccia sigillata

Guarnitura: Prowheel 46t, bianca

Pedali: doppio uso SPD/piani, no brand (riciclati, magari da cambiare in futuro)

SS: Ofmega

Attacco manubrio: no brand, alluminio, bianco, 10 mm, negativo

Manubrio: no brand, alluminio, bianco, 440 mm

Nastro: MV-Tech traforato, color marrone/cuoio

Reggisella: no brand, alluminio, bianco, 35 mm

Sella: Velo Plush Vintage 6007 con molle; non scandalizzatevi, ma così al lavoro ci vado senza fondello; inoltre le dimensioni, molle a parte, sono praticamente le stesse delle corsa

Freni: no brand, alluminio, bianchi

Leve freno: Dia-Compe, tipo rovescio, su supporto in resina color marrone

Cavi freno: Alligator sleek bianchi, fissati con fascette cromate Dia-Compe

Ruota anteriore: Beretta 30 mm, cerchio bianco in alluminio doppia camera, mozzo (no brand) su cuscinetti sigillati, 36 raggi

Ruota posteriore: Beretta 30 mm, cerchio bianco in alluminio doppia camera (36 raggi) su mozzo Sturmey Archer Duomatic S2 con cambio integrato a due velocità (interne), azionabili direttamente dando colpetto di contropedale, gear ratio della 2a velocità +38%... figata pazzesca, divertentissimo! E ninene cavi, manettini, mautenzione!

Pneumatici: Kenda K193 28-622 brown (al limite su questi cerchi, purtroppo non ho trovato copertoncini scolpiti color marrone da 25 mm)

Pignone: 22t (in dotazione con il mozzo Sturmey Archer S2 Duomatic); tenendo in considerazione che la 2a velocità ha un gear ratio di +38%

Catena: KMC 1/8”

Nota:
devo ancora attaccare lo stemma/fregio metallico dell'Olympia, che devo installare sul tubo sterzo

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7even

Pignone
9 Marzo 2012
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Dedacciai Ribelle
Grazie!
L'ho usata anche su ghiaietto, pavè, asfalti sconnessi, ed è una soddisfazione. Dove invece con la mia bdc soffrivo sia per la paura di danneggiare le ruote o prendere una sassata al telaio in carbonio, sia per il timore di cadere.

Avevo valutato la possibilità di mettere un mozzo sempre Sturmey Archer ma con cambio interno a 3V, azionato da comando, sarebbe stato più versatile. Ma ho preferito la pulizia delle linee senza ulteriori cavi e comandi, nonché questa soluzione più insolita.

Veniamo ai difetti:

- il mozzo, quando non si pedala e si va a ruota libera, è un po' rumoroso;
- ho la sensazione che il rendimento "energetico" del cambio sia inferiore ad uno tradizionale, a causa degli attriti interni. Poca cosa, ma si percepisce facendo girare il mozzo a ruota smontata. Cosa poi che ho riscontrato anche da alcuni articoli sul web;
- occorre abituarsi alla cambiata, è molto divertente, ma capita che quando si è al rapporto inferiore e si va a ruota libera, un minimo movimento indietro delle pedivelle faccia passare inavvertitamente alla marcia superiore, qualora casualmente il movimento (seppur di pochi gradi) coincida col "punto di cambio"; difficilmente avviene però l'inverso;
- male alle mani; la posizione sull'orizzontale è comoda, tra tubo e pipa è 3 cm più corta della BdC appunto per star più comodo. Ma la differenza tra il full carbon (forcella, attacco e piega) e acciaio+alluminio molto rigidi, si sente! E in aggiunta con tubo manubrio più sottile, le palme delle mani vanno in crisi. Devo metter cuscinetti in gel sotto il nastro!
 
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7even

Pignone
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Dedacciai Ribelle
Grazie per l'apprezzamento. E speriamo non me la freghino, anche perché il telaio è particolare e molto riconoscibile e non facilmente riverniciabile.

Il telaio non è ramato (inteso come "cromo-velato") ma è proprio arrugginito. E trattato successivamente con apposito protettivo.

Ho sverniciato il telaio, tirandolo a metallo nudo. Dopo di che, ho usato un prodotto chimico per indurre artificialmente l'ossidazione e la ruggine. In tale modo il metallo si ossida leggermente in modo superficiale e il prodotto chimico si ossida esso stesso trasformandosi in ruggine arancio/rossiccio/bruno, con una bella tessitura, dandolo in diverse mani e in modo irregolare. Una volta ottenuto l'aspetto desiderato, incrementando le tessitura anche con l'impiego di un altro prodotto, si lava con acqua (solo getto leggero senza strofinare) e si lascia asciugare. Con pezzuola si toglie la parte polverosa più inconsistente.
Dopo di che si blocca la ruggine e la patina che si è formata, con un prodotto apposito, che altro non è che un olio che filtra nelle particelle di ruggine, le ingloba e essica, proteggendo il metallo, senza cambiare colore e composizione. Non è un convertitore di ruggine tipo ferox, sennò in tal caso il telaio sarebbe diventato nero/bluastro.
Se la ruggine fosse stata bloccata (come certi fanno) con vernice trasparente o resine epossidiche, ci sarebbe stato il rischio di infiltrazioni e ramificazioni della ruggine sotto il trasparente, soprattutto in caso di graffi e segni del tempo. Mentre col metodo che ho utilizzato c'è il vantaggio che in caso di abrasioni, segni, ecc, si può ridare l'olio, e dato che non cola e non fa gocce, le riprese non si vedono, a differenza della vernice.

Preferisco evitare di pubblicare su una pagina pubblica, visitabile da chiunque, i prodotti chimici utilizzati, dato che comportano attenzioni e cautele per evitare rischi per salute ed ambiente.
Se qualcuno vuole info particolari, mi scriva pure in pm.