La Puglia è una terra che non ti lascia mai indifferente: non riesci a catalogarla o a restringerla in un solo ambito. Di sicuro è aspra, ma ti sa ripagare con le sue bellezze e le sue varietà di paesaggi, tradizioni e culture che non fai fatica a scorgere anche con brevi tragitti.
In bicicletta questo susseguirsi di cambiamenti diventa ancor più gustoso perché è possibile apprezzarlo meglio, per il lento procedere dei nostri mezzi su ruota.
In fondo una randonnèe è anche un bellissimo modo per (ri)scoprire territori troppo spesso dimenticati, o peggio ancora, confinati in stereotipi forse non più tanto attuali.
Quando si pedala in Puglia si stringe un patto con la natura, un patto strettissimo e spesso indissolubile. All'inizio non capisci cos'è che, ogni anno, ti fa tornare a soffrire su quelle strade assolate, ventose e, perché no, anche flagellate da freddo e pioggia; col tempo ti rendi conto che ormai quelle lande e quei paesaggi fanno parte di te e, come giusto che sia, il loro richiamo è struggente.
Scrivere parole di lodi non deve essere un pretesto per non vedere anche quello che non ci piace o che non vorremmo che esistesse, ma come ogni medaglia anche la Puglia ha i suoi rovesci, le sue ruvidità difficili da mandare giù ma talmente caratteristiche da essere anch'esse viste come parte integrante di un ecosistema che vive dei suoi alti e dei suoi bassi in un perfetto equilibrio di gioie e dolori.
Quando agganci i pedali e dai la prima spinta, pronto per dare inizio ad un nuovo brevetto, senti dentro di te che non stai solo partendo per una manifestazione ciclistica, ma sai che, in un modo o nell'altro, vivrai una nuova avventura sicuramente diversa da quelle precedenti e, forse, ancora più coinvolgente.
Queste sono le sensazioni che vivo e sento quando partecipo alle randonnè pugliesi organizzate dagli amici dei
Randagi di Puglia: un nugolo di persone che ha saputo piantare un seme in una terra che, sono sicuro, saprà ripagarli con tante soddisfazioni e attestati di stima che già oggi non tardano a essere riconosciuti.
Se oggi si fermassero di produrre idee e coltivare i loro sogni su due
ruote, sono certo che si parlerebbe di loro per anni, per decenni e si racconterebbero storie incredibili su quanto hanno fatto sin ora.
Il fattore sportivo delle manifestazioni che hanno organizzato fino ad oggi, su percorsi relativamente brevi come i 200k fino a quelli più lunghi come il recente 600k, sarebbe solo un piccolo aspetto, un particolare sicuramente degno di nota ma che non ruberebbe più di qualche minuto a chi dovesse avere il compito di raccontare queste randagiate.
A me non resta che ringraziarli per aver dimostrato ancora una volta che il ciclismo è capace di emozionare, di avvicinare cultura e tradizioni ad uno sport così faticoso.
Ringrazio Alessandro nella sua qualità di presidente dei Randagi. A lui il compito di estendere il mio ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questo evento.
Grazie di cuore.
Di seguito un link alla
mia timeline dei ricordi: foto che non dicono niente, ma sono pezzi della mia memoria che non vorrei mai dimenticare:
https://plus.google.com/photos/114503451645460255385/albums/6145448150098158001?authkey=CNmp0OuvlcryUA