Non sono avvocato, pero' anche a me la strategia difensiva sembra la migliore possibile. In realta' pero' anche il produttore delle
ruote si e' ben cautelato. Nel momento in cui afferma che l'incidente e' avvenuto per il surriscaldamento del cerchio, ha semplicemente affermato che la causa dello scoppio della gomma e' stato un aumento della temperatura del cerchio. L'aumento della temperatura e' obbiettivamente un fatto fisico, quindi se il cerchio non ha ceduto ed e' sano, non vedo cosa si possa imputare al produttore. Forse si potrebbe valutare un'azione contro il produttore della camera e/o copertone
Neanch'io sono un avvocato e non ho mai usato cerchi in carbonio, ma penso che se la tecnologia e i materiali di un cerchio, venduto nei negozi e usato in frenata entro i limiti delle normali condizioni d'uso delle ruote, può causare un aumento così pericoloso della temperatura, tale da provocare lo scoppio/cedimento del sistema cerchio-gomma-camera, e di conseguenza il rischio di caduta e di morte del ciclista, allora subentri anche una grave responsabilità del produttore (di cerchi, come di pneumatici, di telai e così via. Di fatto, non mi sembra ci siano tanti componenti "accessori" in una bici che non vadano ad influire direttamente sulla sicurezza del ciclista), il quale è tenuto al rispetto di tutte le norme legali sulla produzione e la commercializzazione di prodotti che vengono venduti normalmente nei negozi e anche delle norme morali che riguardano le informazioni necessarie alla tutela della salute dell'utilizzatore (sebbene alcune omissioni non sempre siano perseguibili).
In parole povere, se io so che producendo un certo tipo di cerchio faccio aumentare grandemente i pericoli che dei normali utilizzatori lo portino oltre i limiti di sicurezza della ruota nel suo complesso, mettendo facilmente a rischio la salute e la stessa vita delle persone, allora sono tenuto per obbligo di legge e di coscienza ad informare in modo adeguato gli acquirenti. E non aspetterei che mi obblighi la legge a farlo, perchè in questi casi dare informazioni per la tutela del bene della vita altrui è un dovere morale naturale ed evidente che soverchia senza possibilità di confronto i miei interessi commerciali.
Questo significa che, a mio avviso, non è uno stupido chi va al negozio a comprarsi delle costosissime ruote in carbonio, fiducioso di poterle utilizzare come tante altre ruote simili e di ricavarne i benefici pubblicizzati da produttori e venditori, e poi sperimenta a rischio della vita, senza essere stato parimenti informato sui rischi, che in alcune condizioni usuali queste ruote invece sono molto pericolose. Così come non sarebbe uno stupido chi comprasse dei costosissimi componenti speciali per qualsiasi altro veicolo, venduti normalmente nei negozi e, senza essere stato informato da chi li produce e da chi li vende dei rischi collegati all'uso di certi materiali e tecnologie, ne sperimentasse poi gli svantaggi sulla propria pelle.
Un cerchio o una ruota sono fatti per essere tali, cioè tali a come sono conosciuti dalla maggior parte dei consumatori ed, entro i limiti dichiarati (e, possibilmente, con un sufficiente margine di tolleranza), devono poter svolgere la funzione che gli acquirenti normalmente si aspettano e per cui sono stati informati. Se una ditta non avvisa che i suoi cerchi in carbonio per copertoncino si surriscaldano molto pericolosamente in condizioni che i normali utilizzatori considerano usuali, perchè teme che rendendone consapevoli gli acquirenti molti poi possano scoraggiarsi dall'acquisto, allora è giusto che si assuma le sue responsabilità in caso di incidente.
Sempre a mio avviso, questo tipo di informazioni sono tutt'altro che superflue.