Mi dispiace per Jonathan Breyne e gli auguro di voltare pagina, perche' come ha gia' scritto qualcuno altrove, nella vita non c'è solo il ciclismo.
Almeno le aveva chieste le contranalisi?
Non voglio essere cinico,ma considerato che l'UCI gia' da tempo(dobbiamo credere che dopo il caso Contador ci sia ancora qualche corridore che vuole correre il rischio di chiudere per un po' di carne?) aveva avvisato i corridori sul potenziale pericolo di contaminazione con assunzione di cibo in Messico e Cina.
Se questa fosse la mia professione e fossi pulito non mangerei neanche un'assaggio di carne in questi paesi, un professionista non puo' non saperle queste cose. Ricordiamo che il clenbuterolo è vietato soprattutto per le sue proprieta' mascheranti.
Io credo che l'antidoping non sia un'organizzazione sadica,ma se pone dei divieti ha le sue valide ragioni.
Sicuramente è un trauma per un corridore non passare l'antidoping,ma sono convinto che se sei pulito non risulti positivo perche' i margini di errore sono quasi nulli.
Troppo comodo sostenere che la precisione assoluta non c'è, Rogers, Breyne e qualcun'altro, su forse qualche centinaia di migliaia di esami che si fanno in un anno iniziano ad essere un numero un po' troppo rilevante per essere frutto dell'errore.
La ragione, con tutta la buona fede che si possa avere verso i corridori, ci porta piu' a credere che sfruttino questo come scusa per farla franca.
Io gareggio in Cina a fine anno, faccio un bel carico di doping per l'anno che viene, il clenbuterolo lo copre e se sforo i limiti dico che non è colpa mia, comodo,no?