Bisognerebbe scendere nello specifico e guardare i dati dei vari powermeter per capire se sono davvero sottotono e/o se il livello è in realtà livellato verso l'alto.
Difatto i powermeter hanno portato un gran miglioramento sulle tecniche di allenamento. Tecniche che sono in continuo miglioramento e i dati raccolti sono sempre di più e sempre più preziosi.
I powermeter stanno cambiano il modo di gestire le corse, di allenarsi, di stare in sella (15 anni i professionisti scalavano le montagne quasi sempre alzati sui pedali oggi la maggior parte sale seduta...giusto per riportare un esempio sullo stile).
Se si guardano i tempi di Pinot sulla tappa di Asiago si può notare che il ritmo in salita è sempre stato molto alto. 34min per salire a Foza è un gran pedalare, specie se si contestualizza (penultima tappa di una corsa che dura 3 settimane, dopo 150km con una salita come il grappa fatta a gran velocità). Quindi forse, e dico forse, la realtà delle cose è che il ritmo imposto è stato elevato e che in effetti, conti alla mano, era difficile fare la differenza. Questo perché valori di potenza, rapportati al peso ecc, erano livellati.
C'è tanta scienza dietro il ciclismo e dietro agli allenamenti. Ad oggi un ciclista sa esattamente quanti watt deve tenere e per quanto se vuole stare con i primi ecc.
La fantasia e le doti spiccate di qualcuno sono le carte che mescolano i risultati e sorprendono il pubblico.
Per il resto scordiamoci il ciclismo figlio dell'allenamento farmaceutico.
Il ciclismo vero è e sarà sempre meno spettacolare. Sempre più livellato. Più tattico e matematico.