Il tema del "gruppone" secondo me centra in pieno la questione di quei comportamenti che nel corso del tempo hanno reso la categoria dei ciclisti antipatica a tutti gli altri utenti della strada.
Innanzitutto c'è l'aspetto "logistico": un gruppone di ciclisti, anche disciplinati, crea comunque un intralcio, piccolo o grande che sia alla circolazione. Se poi aggiungiamo che il gruppone di amatori non è livellato come quello di atleti professionisti (c'è quello col passo da 35 km/h e quello col passo da 25) ed è anche meno capace di stare in gruppo, ecco che vediamo "serpentoni" disordinati con tira e molla, gente che si affianca in due o in tre a raccontarsela, ecc...
Ma al di la di questo aspetto ce n'è uno molto peggiore, quello psicologico. Ciclisti che quando sono in giro da soli sono disciplinatissimi, messi in gruppo di 10/15 o più diventano la negazione incarnata del codice stradale. Ciò non è altro che la versione ciclistica della psicologia del "branco": sono nel gruppo, mi sento protetto, mi sento forte, posso osare: e via che i semafori non esistono, alle rotonde la precedenza è mia, gli spartitraffico li "interpreto", ecc...
Come molti qui io sono iscritto ad una squadra locale, ma non amo troppo le uscite in più di 3/4 persone. Mi è capitato di essere in giro con la squadra, vedere qualcuno entrare in rotonda costringendo l' auto che sopraggiungeva a fermarsi, e alle proteste legittime dell' automobilista (peraltro composte e non sopra le righe) reagire in malo modo imprecando platealmente. Ora, cosa penserà quell' automobilista della categoria dei ciclisti?
Con questo ovviamente non voglio assolutamente giustificare gli automobilisti che con manovre azzardate mettono a repentaglio la vita dei ciclisti, ma ribadire che sta anche a noi evitare di far innervosire gli altri utenti della strada per niente, proprio perché alla fine siamo quelli che hanno più da rimetterci...
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