Il problema delle ultra non sono le 30 ore per prepararle (che poi nessuno fa 30 ore di corsa a settimana) ma la vita agonistica estremamente corta che ne consegue.Anche a me affascinano le ultra, ma se sei giovane, o hai 30 ore per preparare o altrimenti meglio lasciarle a quando avremo piu di 40/45 anni e allora li con l esperienza riesci comunque ad andar bene anche senza avere dalla propria parte la performance pura.
Pau Capell si è già finito le cartilagini delle ginocchia, Zigor Iturrieta ormai va in giro in mtb, Seb Chaigneau non gareggia più, Julien Chorier gareggia ma a livelli ormai mediocri e fa più che altro l’uomo immagine per Hoka, lo stesso Tom Evans (3° alla Utmb) ha subito un intervento delicato al ginocchio nonostante non abbia ancora 30 anni, la 2ª donna all’Utmb all’arrivo ha detto che dovrà farsi operare all’anca, Krupicka ha i due tendini di achille sfasciati da anni e fa più ore in gravel o ad arrampicare che a correre, Rory Bosio sparita, Stephanie Howe si dichiara ancora in attività ma a forza di gravidanze non corre da secoli. Potrei continuare…
Sono pochissime le eccezioni: Kilian (e sticazzi), Fernanda Maciel, Francois d’Haene, Walmsley. A parte l’ultimo, i primi 3 sono tutti atleti che per 3 mesi l’anno non corrono perché sciano (e quindi in qualche modo fanno “manutenzione” al fisico). E a prescindere parliamo di fenomeni.