Ho fatto il medio l'anno scorso con l'unico obiettivo di arrivare in fondo in quanto non avevo mai fatto nè Gavia nè Mortirolo. Mi ero innamorato del Gavia penso come tanti durante la tappa del Giro del 1988 ed allora poco meno che ragazzino di 10 anni mi ero promesso che un giorno anch'io sarei salito là in cima. Poi sono passati 28 anni di calcio ed appena appese le scarpette, mi sono potuto dedicare alla mia vera passione il ciclismo e tutto quello che ad esso ruota (in senso buono), colori, fatica, sacrifici, sfide, soddisfazioni.
Mi ricordo ancora l'anno scorso all'imbocco del Gavia il timore ed il rispetto per questa montagna che mano a mano si sale ti mette alla prova e la soddisfazione di essere passato in vetta, poi la paura del Mortirolo, meno spaventoso alla vista ma orrendamente duro. Imboccata la salita, sapendo che il difficile viene dopo circa 3 km, sono rimasto stupito dal vedere quanto era già dura da subito e qualche dubbio mi è venuto sulla mia riuscita nel valicare il passo. Ero come in trance e l'unico ricordo chiaro che ho è il silenzio della gente che saliva, ognuno da solo con la propria fatica. Quel giorno lì però ero contento come un topo nel formaggio e DOVEVO arrivare in cima. Non nascondo che ho fatto una fatica (per me disumana) aggravata dai saliscendi dopo il passo e giunto all'Aprica ingrassato di 100 chili per la soddisfazione che avevo...ho pensato, ciao Mortirolo, ti ho fatto una volta e mi può bastare.
Ma durante tutto l'anno nelle granfondo o in allenamento mi sono accorto che qualsiasi salita dura che facevo, per quanto dura fosse, dentro di me scattava il pensiero che in fondo era fattibile in quanto avevo fatto il Mortirolo, che rispetto a quella era poca roba (e non faccio solo i cavalcavia eh...ho fatto il Giro delle Dolomiti, ed altre dure gare oltre che le maggiori salite mitiche del ciclismo italiano)...e questa cosa mi aiutava un sacco.
Morale di tutto ciò, domenica voglio tornare ad essere un topo nel formaggio...provare a migliorarmi e se tutta va bene provare questo famoso S. Cristina...
Questa gara è unica, bellissima, dura, micidiale...ma è uno dei motivi che mi ha fatto uscire in bicicletta nel duro (anche se quest'anno meno) inverno Padano ed è un tributo doveroso e piacevole da dare al Gavia che mi ha fatto appassionare a questo sport...orgoglioso di esserci...