Ignazio Moser abbandona...

kar38

Recordman
23 Ottobre 2010
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si grazie
da juniores e u23 lasciano in tanti ma non chiamandosi moser di cognome non fanno notiza

il ciclismo come e più di altri sport richiede sacrifici anche solo x fare il gregario

vedo praticamente quotidianamente ragazzi juniores allenarsi e vi assicuro che è sacrificatissima come stile di vita, io stesso che ho dedicato l'adolescenza allo sport penso che non avrei resistito più di 2 anni se avessi fatto lo juniores

quindi apprezzo il grande coraggio di moser, che forse solo x il nome che porta avrebbe potuto strappare un contratto da pro e invece preferisce fare altro
 

samuelgol

Flughafenwächter
24 Settembre 2007
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Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
è stato scritto che i pro pensano solo al risultato. ho fatto un esempio di uno che aveva tanti soldi non vinceva si dopava praticamente per restare in gruppo fino alla tappa successiva (come tanti a sentire hamilton). gli piaceva così si vede. ad altri come moser non piace. non tutti la pensano alla stessa maniera. certo che se uno dice mi ritiro perché non mi piace fare il gregario dà implicitamente del "poveraccio" a chi fa il gregario. magari non era intenzione di moser ma io ho capito così.
A parte che ti contraddici. Se lui pensava al risultato non è che faceva quello che gli piaceva.....chi fa quello che gli piace, trae il prorpio gusto dal farlo, non dal risultato....e certo non si dopa per manco raggiungere un risultato (cosa che in caso di indigenza economica sarebbe in qualche modo comprensibile).
Quindi per te non è sportivo (parole tue) uno che sceglie di fare altro se nel professionismo non vince e potrebbe invece essere saggio (dici che noi non lo sappiamo se lo è o meno) uno che è ricco, si dopa e manco vince? Mizzeca :wacko:
Mi sa che la vediamo in maniera diversa.
 

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Gregario
15 Marzo 2011
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Infinito CV
è stato scritto che i pro pensano solo al risultato. ho fatto un esempio di uno che aveva tanti soldi non vinceva si dopava praticamente per restare in gruppo fino alla tappa successiva (come tanti a sentire hamilton). gli piaceva così si vede. ad altri come moser non piace. non tutti la pensano alla stessa maniera. certo che se uno dice mi ritiro perché non mi piace fare il gregario dà implicitamente del "poveraccio" a chi fa il gregario. magari non era intenzione di moser ma io ho capito così.
Kessler ha ereditato i soldi (mi pare di ricordare sotto forma di appartamenti) quando era già un pro con qualche anno di carriera alle spalle. Forse nel suo caso conta anche l' aspetto "sociale"

Forse ereditandoli a 20 anni e con la prospettiva di non essere un campione avrebbe continuato ad amare la bici ma con 3 uscite alla settimana, mangiando la pasta addirittura tutti i giorni, senza fare allenamenti a digiuno, senza richieste di sforzi massimali SEMPRE, e voltandosi dall' altra parte del letto quella mattina che non ne hai voglia.

Credo che noi amatori abbiamo una percezione di questo sport diversa da quella che un PRO.
 
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pavarik

Passista
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Wilier Filante SLR
I sui dati dicono 190 cm per 85 kg...... un fisico non proprio da ciclista, su cui occorre probabilmente lavorare molto......

Non condivido. Anche il padre diceva che era un corridore adatto per le classiche del nord e soprattutto la Roubaix. Gliel'han fatta fare solo da under... E non con i pro. E io son d'accordo che lui era adatto x quel tipo di corse. Avrebbe senz'altro fatto più bella figura di Mr.Riccioli d'oro...anche se so che é arrivato al podio e ha vinto una classica Mr bigodini. In ogni caso esser figli di Moser dev'essere dura...un cognome così.... Apprezzo tanto il ragazzo.
Apprezzo ovviamente anche il padre e in generale tutta la famiglia Moser. Sono bravissime persone.
 
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Shinkansen

Xeneize
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Colnago 50 Anniversary
Be', il figlio di Merckx non si è fatto tanti problemi, ha pure iniziato tardi, dopo aver giocato nelle giovanili dell'Anderlecht. Non poteva essere come il padre, ma il suo spazio se l'è ricreato.
Ma qui, come già detto, entrano in ballo le motivazioni.
 

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Gregario
15 Marzo 2011
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Infinito CV
Sicuramente c' entra la motivazione e tutto quello che riguarda la sfera psicologica, e probabilmente è l' elemento più importante, perchè se vuoi farlo lo fai.

Ma il figlio di Merckx ha corso nel periodo d' oro dell Epo-era e in qualche modo sembrava crederci davvero (ricordo ancora un paio di sue performance)
mentre può anche essere che invece la "famiglia" Moser abbia tratto conclusioni che non verranno rilasciate alla stampa?
 

gasht

Maglia Amarillo
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con gruppi shimano
A parte che ti contraddici. Se lui pensava al risultato non è che faceva quello che gli piaceva.....chi fa quello che gli piace, trae il prorpio gusto dal farlo, non dal risultato....e certo non si dopa per manco raggiungere un risultato (cosa che in caso di indigenza economica sarebbe in qualche modo comprensibile).
Quindi per te non è sportivo (parole tue) uno che sceglie di fare altro se nel professionismo non vince e potrebbe invece essere saggio (dici che noi non lo sappiamo se lo è o meno) uno che è ricco, si dopa e manco vince? Mizzeca :wacko:
Mi sa che la vediamo in maniera diversa.

ho detto che kessler non vinceva ed aveva i soldi (moreni caso simile). ed era un pro. il doping lo faceva (ma bisognerebbe chiedere a lui) per restare nella competizione (mio parere). a moser mancano le motivazioni perché secondo lui si hanno solo se si vince. uno di motivazioni può averne anche ad arrivare in mezzo al gruppo, altrimenti tutti i gregari sarebbero della gente che corre solo per soldi. magari qualcuno è così, magari qualcun altro no. anche questo non lo sappiamo fino in fondo.
 

Alkimia

Pignone
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Strada
da juniores e u23 lasciano in tanti ma non chiamandosi moser di cognome non fanno notiza

il ciclismo come e più di altri sport richiede sacrifici anche solo x fare il gregario

vedo praticamente quotidianamente ragazzi juniores allenarsi e vi assicuro che è sacrificatissima come stile di vita, io stesso che ho dedicato l'adolescenza allo sport penso che non avrei resistito più di 2 anni se avessi fatto lo juniores

quindi apprezzo il grande coraggio di moser, che forse solo x il nome che porta avrebbe potuto strappare un contratto da pro e invece preferisce fare altro

....sacrosante parole....lo dico per esperienza diretta (sono arrivato da allievo a dilettante di I ctg)....non è facile dedicarsi anima e corpo al più massacrante degli sport....
 

Ickx

Apprendista Scalatore
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il_bis

Novellino
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Ktm strada 1000
Parte finale assolutamente assurda. Quasi che fosse una colpa lavorare nell'azienda del padre, anzichè farsi da sè. Così facendo ogni azienda finirebbe ad ogni generazione, perchè i figli devono fare altro? Fuoriluogo come ragionamento....mi sembra.


perchè permane ancora il clichè del figlio di papà che si mangiava i guadagni dell'azienda in "bag.....e e champagne" mandandola all'aria... forse è quello che è successo al giornalista e adesso rosica, chi lo sà...
Se porti nuove idee e migliori l'azienda, che demerito hai?
 

sembola

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verde
perchè permane ancora il clichè del figlio di papà che si mangiava i guadagni dell'azienda in "bag.....e e champagne" mandandola all'aria...
E' pur vero che il tasso di sopravvivenza delle aziende a seguito della successione generazionale è piuttosto basso, insomma clichè o no è abbastanza vero che spesso i figli non sono capaci di far sopravvivere l'azienda lasciatagli dai padri.

Ma detto questo torno a dire che a leggere i due articoli sembra che si parli di due persone diverse. Le dichiarazioni riportate sul Corriere delle Alpi non mi paiono quelle di una persona che fa una scelta "di comodo", anzi dice di voler provare altre esperienze anche all'estero prima di impegnarsi nell'azienda di famiglia. Come per i figli di papà, l'immagine del giornalismo a volte non è un clichè...
 

aple289

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io già mi immagino quello che è successo..in tanti gli davano le frecciatine sul perché era dove era (figlio d'arte) si deve fare un culo assurdo per fare il prof...con probabilmente uno stipendio buono..poi si rende conto che può starsene su una poltrona a fare l'imprenditore dove nessuno si azzarda a lanciargli frecciatine se non vuole essere licenziato..e prende anche sicuramente di più di quello che avrebbe guadagnato a fare il gregario..lo capisco benissimo ;)
 

Big_63

Passista
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è stato scritto che i pro pensano solo al risultato. ho fatto un esempio di uno che aveva tanti soldi non vinceva si dopava praticamente per restare in gruppo fino alla tappa successiva (come tanti a sentire hamilton). gli piaceva così si vede. ad altri come moser non piace. non tutti la pensano alla stessa maniera. certo che se uno dice mi ritiro perché non mi piace fare il gregario dà implicitamente del "poveraccio" a chi fa il gregario. magari non era intenzione di moser ma io ho capito così.
quanti di noi vorrebbero essere "poveracci" tipo un Vanotti gregario top :mrgreen:
 

Ickx

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E' pur vero che il tasso di sopravvivenza delle aziende a seguito della successione generazionale è piuttosto basso, insomma clichè o no è abbastanza vero che spesso i figli non sono capaci di far sopravvivere l'azienda lasciatagli dai padri.

Ma detto questo torno a dire che a leggere i due articoli sembra che si parli di due persone diverse. Le dichiarazioni riportate sul Corriere delle Alpi non mi paiono quelle di una persona che fa una scelta "di comodo", anzi dice di voler provare altre esperienze anche all'estero prima di impegnarsi nell'azienda di famiglia. Come per i figli di papà, l'immagine del giornalismo a volte non è un clichè...

Non è' proprio così', nella storia italiana del capitalismo-famigliare la prima generazione fonda l'azienda, la seconda la sviluppa, la terza la distrugge.
Anche perché dall' unico fondatore si è' passati ad un nugolo di nipoti, non sempre all' altezza e spesso viziati dal benessere creato dai nonni.
Nell' incapacità' di condurre l'azienda o di trovare un consenso societario a volte lasciano in mano l'azienda a vari sedicenti " manager" il cui principale obbiettivo e' il proprio tornaconto in termini di stock-option, liquidazioni ed operazioni spericolate.
Tornando al caso in questione, credo che il giovane Moser, seguito da un solido padre, potrà' fare la sua parte, cosa che tutti gli auguriamo, per il suo bene è sopratutto per l'azienda, ovvero per i lavoratori che la compongono.
 
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sembola

Velocista
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Non è' proprio così, nella storia italiana del capitalismo-famigliare la prima generazione fonda l'azienda, la seconda la sviluppa, la terza la distrugge.
I dati che ho avuto modo di leggere, che provenivano dalle Camere di commercio, dicevano che solo il 20% delle aziende familiari italiane arriva alla terza generazione. Se "figli" è troppo stringente, diciamo "figli e nipoti" e siamo purtroppo abbastanza sicuri di rientrarci dentro...

Nell' incapacità' di condurre l'azienda o di trovare un consenso societario a volte lasciano in mano l'azienda a vari sedicenti " manager" il cui principale obbiettivo e' il proprio tornaconto in termini di stock-option, liquidazioni ed operazioni spericolate.
Evidentemente i figli ed i nipoti sono anche poco capaci di scegliere a chi dare le redini dell'azienda, magari perchè poco avvezzi a delegare le responsabilità.

Ma ripeto, detto questo, buttare la croce su un ragazzo che decide di seguire l'azienda di famiglia come fa uno dei due articoli mi pare davvero fuori luogo.