- partendo dalle cose positive l'attore che fa armstrong è straordinario, l'unico difetto è che fisicamente è troppo ipertrofico rispetto a un ciclista professionista ma per il resto offre una performance superlativa, il modo di parlare, di atteggiarsi, la mimica, si vede che ha studiato molto il personaggio che andava a interpretare. In alcune scene, grazie a inquadrature appositamente studiate, veniva il dubbio che si trattasse del vero lance.
Concordo a pieno, è probabilmente l'aspetto migliore del film, il fatto che abbiano scelto un attore che coglie i punti fondamentali del personaggio, senza essere però una macchietta
- per quanto riguarda il resto del cast alcuni ruoli sono azzeccati altri meno.
Landis per esempio è ottimo, Contador non c'entra per nulla.
Ferrari è strano, all'inizio del film parla con accento da mafioso e con inflessioni vagamente siciliane, poi la cosa un po' si perde, non so se sia una cosa voluta per instillare a livello subliminale questo tipo di parallelismo nella mente dello spettatore "ferrari = padrino" o se l'attore abbia cominciato parlando con il tipico accento che gli americani sono abituati ad associare agli italiani e poi sia migliorato nel gestire l'accento anglo/italiano nel corso delle riprese.
Landis nì, non so se corrisponda all'originale, però è ben calato nella storia che hanno raccontato.
Contador pessimo, tra l'altro potevano anche non metterlo, visto il peso che ha nella narrazione, e usare solo immagini di repertorio.
Ferrari nella versione italiana è doppiato che sembra un personaggio alla Kevin Spacey; credo si volesse in qualche modo creare un riferimento piuttosto immediato al fatto che si tratta di personaggio losco e ambiguo.
- a livello di rappresentazione dei personaggi, ci sono diversi compromessi narrativi:
Armstrong, che è il fulcro del film, è mostrato abbastanza a 360°, è una figura complessa nella realtà e lo è anche nel film, anche se certi aspetti non sono sufficientemente calcati ( viene per esempio mostrato che per certe cose è un gran figlio di.... ma non si fa capire quanto veramente sia figlio di.... Per esempio c'è una scena in cui sotto attacco sbraita e urla "denuncerò questo e quello" ma non si fa capire quante persone abbia letteralmente calpestato e distrutto lungo la strada del suo successo ). Ne in realtà si pone troppo l'accento sulle sue qualità da atleta. E' più un chiacchierone borioso disposto a vendere l'anima al diavolo pur di vincere che non uno che pur di vincere passa 8 ore al giorno in sella a una bici.
Diciamo che 2 ore scarse di film non consentono di fare tanto meglio, certo rispetto ad alcuni sceneggiati su ciclisti, che sembravano fumettoni, questo non mi pare un aspetto debolissimo.
Poi penso che questo tratteggiare Lance a poche dimensioni dipenda anche dal fatto che si narra la storia dal punto di vista dei libri di Walsh, e questo riguarda poi anche altri aspetti, completamente bypassati.
- Altri ruoli invece sono un po' compressi nelle necessità narrative, percui Landis diventa il ragazzo onesto mosso dall'etica data dalla sua fede a vuotare il sacco, quando in realtà se non fosse mai stato beccato se ne sarebbe stato bello zitto pure lui a coccolarsi la sua maglia gialla.
Ferrari è quasi caricaturale, luciferino, sembra satana che tenta Gesù nel deserto.
Altri personaggi importanti sono completamente ignorati, Tyler Hamilton per esempio non viene nominato in tutto il film e compare di sfuggita giusto in un paio di riprese. Motoman, mai nominato, si vede un inquadratura una di un tizio in motorino. Lemond mai nominato.
Appunto Landis è un personaggio che secondo me nella realtà è ultra complesso, alla fine viene fuori come uno sfigatello. Su Ferrari sono d'accordo, penso che però lì la cosa fosse volontaria.
E poi sì, tanti personaggi ignorati, perché manca il tempo, e perché non intersecano la narrazione di Armstrong cui si è ispirato il film, come detto sopra.
- il problema principale del film è che è tutto ma non è niente:
non è un film di sport perchè non si celebra lo sport.
non è un giallo o un poliziesco perchè mancano gli elementi del giallo, non c'è la costruzione del film che porta al momento finale del confronto in cui si smaschera il colpevole.
Semplicemente la caduta di armstrong viene presentata come qualsiasi altro evento della sua vita mostrato nel film senza dargli particolare peso o altro, non è il climax del film, è la fine ma solo perchè cronologicamente è l'ultimo episodio narrato.
Tygart compare in una scena di neanche un minuto e basta. Walsh è si presentato come l'unico in grado di sospettare di Armstrong ( nessun accenno a Kimmage o Lemmond in tutto il film ) però anche lui alla fin della fiera non è la sua nemesi, che lo insegue e lo inchioda come se fosse un film di guardie e ladri, è semplicemente un altro tra i tanti personaggi che orbitano attorno a Lance, giusto un filo più importante.
In sostanza il film è una specie di documentario recitato e piegato alle esigenze cinematografiche dove più o meno tutti gli eventi principali della sua carriera vengono presentati ma senza porre particolare attenzione a nessuno di essi.
Concordo a pieno, è il difetto principale del film, che pure è ben realizzato. Per fare un giallo avrebbero dovuto tratteggiare meglio la psicologia dei personaggi, magari inventando anche un po', per fare un bel lavoro dal punto di vista dell'appassionato avrebbero dovuto essere meno superficiali. Invece sono stati a metà strada, parlano di VO2 max ed ematocrito senza spiegare bene di che si tratta, poi però si perdono in altre cavolate che comunque fanno storcere il naso all'appassionato.
- Per esempio c'è la scena dove va a prende Simeoni che più o meno si svolge così: lui è nel gruppo che sta parlando con Landis e gli dice tipo "Simeoni è uno stronzo a parlare male di Ferrari mo glielo vado a dire" poi si vede che accelera e nell'inquadratura successiva è di fianco a Simeoni a minacciarlo. In pratica è una scena che per chi non conosce l'episodio è quasi priva di senso mentre per chi conosce l'episodio è narrata male. Non si sa chi è Simeoni non si coglie la follia, la completezza e l'inutilità di quel gesto, solo giusto un atteggiamento un po' mafioso del texano. E più o meno è così tutto il film.
Tant'è che quando arrivano i titoli di coda un po' si rimane spiazzati perchè pensi "ah finisce così?" Niente morale? niente chiosa? niente confronto tra i personaggi? l'hanno beccato e morta lì?
Esatto, la scena di Simeoni sembra proprio di plastica, anche perché al non appassionato di ciclismo dice pochissimo (ok, lo ha preso, sono comunque nel corso di una gara, no?).
- il tema doping è presentato un po' alla carlona. Ci sono queste fiale magiche che se le prendi vai come un treno e basta senza bisogno di allenarsi come muli o altro. Nessuno si allena in questo film, tranne Lance per 30 secondi su una cyclette semplicemente per mostrare che Ferrari gli sta prendendo le misure su quanto e come doparlo. E loro sono i cattivi che le prendono. sul resto del gruppo che si bombavano pure loro come cavalli solo vaghi accenni. Anzi il resto del gruppo quasi non esiste in tutto il film.
- la regia è molto scolastica. Lineare nella narrazione e lineare nelle riprese. Ci sono alcune belle inquadrature, alcune belle scene di ciclismo anche se in fin dei conti di ciclismo si vede forse il minimo indispensabile per raccontare questa storia, anzi sotto questo aspetto molti rimarranno delusi. Come prodotto in se sembra quasi una di quelle fiction prodotte per la tv più che un film pensato per il cinema.
- il problema principale è che metterci dentro tutta la carriera di lance in due ore scarse volendo toccare ogni singolo episodio ( e lasciandone anche fuori molti ) e venendo fuori anche con un buon film è impossibile. O si scarta gran parte ci si focalizza su alcuni episodi importanti e si costruisce il film intorno.
Sul tema del doping è un po' inevitabile essere superficiali, a meno di non costruire una solida consapevolezza nello spettatore.
La realizzazione l'ho trovata discretamente buona e senz'altro superiore appunto alle fiction tv sui ciclisti, proprio per questo l'occasione mi è sembrata un po' buttata via.
considerazioni finali.
- Se vi ha appassionato la vicenda dategli un occhiata. Non imparerete assolutamente nulla di nuovo ma sarà comunque un film che si lascia vedere.
Guardatelo per la recitazione dell'attore che fa Lance, possibilmente in lingua originale, perchè per quello merita.
Per il resto francamente è un film mediocre che non consiglierei di vedere a nessuno che non abbia idea di chi sia Armstrong e che non sia a conoscenza di questa vicenda.
Diciamo che l'idea complessiva che da è quella di essere un film da piccolo budget pensato per un piccolo pubblico. Ma come detto di nuovo si fa fatica a capire quale pubblico. Lo spettatore che non sa nulla della storia rimarrà confuso. Chi invece conosce la storia rimarrà deluso.
l'impressione finale è che da una storia come quella di Armstrong, vista anche la fama mondiale del personaggio, si sarebbe potuto tirare fuori qualcosa di più coinvolgente e interessante, se questa storia fosse stata raccontata da un regista tipo Oliver Stone probabilmente ne sarebbe venuto fuori qualcosa di realmente degno di nota.
una nota divertente alla quale i produttori del film nemmeno han fatto caso in pratica han dato del bombato a Contador.
Si vede infatti il ritorno di Armstrong alle corse nel 2009, dove lui decide di gareggiare e si ribomba come ha sempre fatto ma perde e arriva terzo dietro contador che però è un ciclista che è ancora in attività. Ora se in un film è fatto chiaro che tutti si bombano e il 7 volte campione del tour gareggia da bombato e le prende da Contador a quel punto tirare le somme porta a una sola risposta, ribadisco penso sia uno scivolone al quale non hanno nemmeno pensato ma fa ridere.
ho visto anche The armstrong Lie tempo fa e se uno dovesse essere costretto a scegliere tra i due suggerisco senz'altro il documentario.
Forse per raccontare così tanto ci andrebbe una mini serie tv, magari liberamente ispirata a .... con personaggi inventati e un po' di episodi da ciclismo di quegli anni. Credo potrebbe essere bella e si farebbe guardare anche da un non appassionato.
Altrimenti è dura far digerire a chi non conosce il ciclismo una storia in cui ci sono concetti (quali il doping) che costituiscono presupposto e fulcro della narrazione e devono quindi costituire un pre requisito che difficilmente può essere passato anche in pillole in appena 2 ore di film.