Foratura positiva

Shinkansen

Xeneize
20 Giugno 2006
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Colnago 50 Anniversary
Magari quello no, ma invidiare le emozioni che ha saputo trarre e lo spirito con cui ha affrontato questa avventura sicuramente.

Penso che molti di voi non sappiano che cosa si provi ad essere nella stessa situazione, non sapere come tornare a casa. Io l'ho provato. Come [MENTION=47688]Ipercool[/MENTION] ero lontano da casa, 70 chilometri, un copertone squarciato e una camera d'aria, che non potevo mettere, perché avrei forato, per la seconda volta, nel giro di 100 metri. Al contrario di lui, non avevo nessuno da chiamare, nemmeno gli amici, perché nonostante il sabato o erano al lavoro o in bici come me. Mi sono salvato con la carta di una barretta che ha protetto la camera d'aria dallo squarcio, e con quella, a passo d'uomo, attento alla minima pietruzza mi sono fatto 70 chilometri.
Per questo non lo invidio, perché so come ci si sente in quelle condizioni. Conosco la sensazione che ti prende. 60 chilometri sono una sciocchezza in bici, ma sono tanti se rimani appiedato.
Al contrario di lui, non ebbi aiuto nemmeno da chi mi vide fermo sulla strada. Uno mi chiese persino se avevo bisogno, ma quando gli risposi di sì, proseguì senza fermarsi. Ed era in salita.
Detto questo, la mia disavventura, come quella di Ipercool, è uno dei ricordi più intensi della mia carriera ciclistica e quando posso la racconto. E penso che per lui sarà lo stesso. Ma arrivare a casa con oltre tre ore di ritardo non mi fece piacere, soprattutto perché temevo di forare di nuovo da un momento all'altro in una zona disabitata. Mi potei rilassare solo quando ritornai sulla costa, perché ormai ero arrivato e al limite avrei camminato.
Il copertoncino l'ho conservato per anni per mostrare a tutti lo squarcio.
L'epica della (dis)avventura è bella solo a posteriori, quando ci sei dentro un po' meno.
 

Cancello del Roero

Ne resterà soltanto uno
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Penso che molti di voi non sappiano che cosa si provi ad essere nella stessa situazione, non sapere come tornare a casa. Io l'ho provato. Come [MENTION=47688]Ipercool[/MENTION] ero lontano da casa, 70 chilometri, un copertone squarciato e una camera d'aria, che non potevo mettere, perché avrei forato, per la seconda volta, nel giro di 100 metri. Al contrario di lui, non avevo nessuno da chiamare, nemmeno gli amici, perché nonostante il sabato o erano al lavoro o in bici come me. Mi sono salvato con la carta di una barretta che ha protetto la camera d'aria dallo squarcio, e con quella, a passo d'uomo, attento alla minima pietruzza mi sono fatto 70 chilometri.
Per questo non lo invidio, perché so come ci si sente in quelle condizioni. Conosco la sensazione che ti prende. 60 chilometri sono una sciocchezza in bici, ma sono tanti se rimani appiedato.
Al contrario di lui, non ebbi aiuto nemmeno da chi mi vide fermo sulla strada. Uno mi chiese persino se avevo bisogno, ma quando gli risposi di sì, proseguì senza fermarsi. Ed era in salita.
Detto questo, la mia disavventura, come quella di Ipercool, è uno dei ricordi più intensi della mia carriera ciclistica e quando posso la racconto. E penso che per lui sarà lo stesso. Ma arrivare a casa con oltre tre ore di ritardo non mi fece piacere, soprattutto perché temevo di forare di nuovo da un momento all'altro in una zona disabitata. Mi potei rilassare solo quando ritornai sulla costa, perché ormai ero arrivato e al limite avrei camminato.
Il copertoncino l'ho conservato per anni per mostrare a tutti lo squarcio.
L'epica della (dis)avventura è bella solo a posteriori, quando ci sei dentro un po' meno.

Su questo sono d'accordissimo, però il fatto che a lui sia andata bene trovando personaggi folkloristici, ha fatto si che il giorno disgraziato abbia avuto un sapore molto meno amaro e avendolo condiviso ha fatto sorridere anche a noi.
Anche a me è capitato di rimanere fermo a una 30 di km da casa con un raggio rotto, mi sono fatto 12 km(non un numero a caso, proprio 12 km) a piedi sperso nel roero, perché tutti i miei conoscenti lavoravano, con le scarpette da bici e la bici di fianco :bua: fino a trovare un'anima pia che mia portato a un paio di km da casa, e facendomi mestamente gli ultimi km a piedi del rientro.
Quel giorno sono venuti giù tutti i gradi di comando del paradiso, dai putti in su :mrgreen:
 

davlak

Maglia Gialla
30 Giugno 2011
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3 Cannondale
insomma una "bella disavventura", molto ben raccontata...
ah, e visto che giri per quelle strade (che conosco e che amo), non è escluso che un giorno ci si possa incontrare :-)

o-o
 

fabiopon

Maglia Rosa
19 Novembre 2009
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Specialized Roubaix SL2 + Olmo Zeffiro VCT + Rockraider 5.1
insomma una "bella disavventura", molto ben raccontata...
ah, e visto che giri per quelle strade (che conosco e che amo), non è escluso che un giorno ci si possa incontrare :-)

o-o
Potrebbe essere il titolo di un film: "Una bella disavventura"[emoji12]
del tipo...
"Se tutto va bene siamo rovinati" con Gigi e Andrea [emoji135] [emoji133] [emoji133]
 

Alessiuccio

Apprendista Cronoman
[Zwift] Team BDC
24 Luglio 2008
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Bianchi Sempre Pro Ultegra - Bianchi Impulso Veloce
Mi è capitato di forare, eccome. E anche di tornare a casa a piedi, con le scarpe in una mano e la bici nell'altra, per non rompere le balle a nessuno per farmi venire a prendere.

Mi è capitato di fare boiate, probabilmente mi capiterà ancora. Ma saranno boiate nuove, perché ogni volta che se ne fa una, si impara qualcosa e si va avanti. In certi casi ci vuole qualche ripetizione, pazienza. Nel caso di [MENTION=47688]Ipercool[/MENTION] la boiata non è stata tubolare sì/tubolare no, semmai è stata distrarsi e centrare il cratere. Avesse evitato la buca non ci avrebbe regalato questa (bella) storia. E comunque, in tutto questo è stato fortunato a non finire per terra e farsi male.

Detto questo, rimanere a piedi e cercare di trovare il modo di tornare a casa è una cosa che auguro non solo a ogni ciclista, ma a ogni persona. Non lo dico con acrimonia, affatto. Penso semplicemente che ogni tanto simili bagni di umiltà facciano solo bene, in un mondo sempre più orientato a evitare qualsiasi problema... essere costretti ad arrangiarsi una volta tanto è una gran cosa.

Sai mai che poi incontri personaggi come Peppone.

Grazie [MENTION=47688]Ipercool[/MENTION] o-o
 

fabiopon

Maglia Rosa
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Mi è capitato di forare, eccome. E anche di tornare a casa a piedi, con le scarpe in una mano e la bici nell'altra, per non rompere le balle a nessuno per farmi venire a prendere.

Mi è capitato di fare boiate, probabilmente mi capiterà ancora. Ma saranno boiate nuove, perché ogni volta che se ne fa una, si impara qualcosa e si va avanti. In certi casi ci vuole qualche ripetizione, pazienza. Nel caso di [MENTION=47688]Ipercool[/MENTION] la boiata non è stata tubolare sì/tubolare no, semmai è stata distrarsi e centrare il cratere. Avesse evitato la buca non ci avrebbe regalato questa (bella) storia. E comunque, in tutto questo è stato fortunato a non finire per terra e farsi male.

Detto questo, rimanere a piedi e cercare di trovare il modo di tornare a casa è una cosa che auguro non solo a ogni ciclista, ma a ogni persona. Non lo dico con acrimonia, affatto. Penso semplicemente che ogni tanto simili bagni di umiltà facciano solo bene, in un mondo sempre più orientato a evitare qualsiasi problema... essere costretti ad arrangiarsi una volta tanto è una gran cosa.

Sai mai che poi incontri personaggi come Peppone.

Grazie [MENTION=47688]Ipercool[/MENTION] o-o
D'accordissimo!
Pensa che mio papà buon'anima, quando mi comprò il motorino, volle che mi rotolassi per la strada per un bel pezzo per farmi sentire quanto era duro l'asfalto!
Per dire che ogni tanto bisognerebbe assaggiare il duro per apprezzare la "noiosa routine", ciclisti compresi [emoji1] .
 

CANCELLUCA

Apprendista Cronoman
6 Aprile 2010
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www.cancelluca.com
Bici
GIANT PROPEL
ancor peggio facendo strade (che tu visto di dove sei probabilmente non conosci) che dopo un inverno possono essere sporche, danneggiate e quant'altro.

non voglio fare discorsi copertoncino vs tubolare (uso i tubolari sulle zipp da anni, ed ho dimenticato come son fatti i copertoncini..), ma su questo ti dò ragione..quelle strade son tenute bene, ma dopo l'inverno e la neve, son sporche e piene di sale.
motivo per cui, in bici ed in moto, le evito fino a primavera inoltrata..al limite arrivo fino al bivio di san donato in bici.

oggi sono salito in moto, già prima di entrare nel bosco di forca era pieno pieno di sale, per esempio
 

Ipercool

Ciociaro
13 Agosto 2012
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Trek (alcune)
Ragazzi per qualche giorno non se ne parla di ripassare a trovare Peppone.
Ieri sono stato su (sempre con i tubolari - nuovi - e lo smanicatino per scendere :mrgreen:) e c'erano 20 gradi ed invece incredibilmente stanotte ha nevicato. :wacko:

Ieri:

ab4261402f2445c68b37197236691667.jpg


Oggi:

48182214e43bfaa6782b8e46ef3c8f8b.jpg
 

longjnes

Maglia Rosa
10 Luglio 2008
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Gianni2
Penso che molti di voi non sappiano che cosa si provi ad essere nella stessa situazione, non sapere come tornare a casa. Io l'ho provato. Come [MENTION=47688]Ipercool[/MENTION] ero lontano da casa, 70 chilometri, un copertone squarciato e una camera d'aria, che non potevo mettere, perché avrei forato, per la seconda volta, nel giro di 100 metri. Al contrario di lui, non avevo nessuno da chiamare, nemmeno gli amici, perché nonostante il sabato o erano al lavoro o in bici come me. Mi sono salvato con la carta di una barretta che ha protetto la camera d'aria dallo squarcio, e con quella, a passo d'uomo, attento alla minima pietruzza mi sono fatto 70 chilometri.
Per questo non lo invidio, perché so come ci si sente in quelle condizioni. Conosco la sensazione che ti prende. 60 chilometri sono una sciocchezza in bici, ma sono tanti se rimani appiedato.
Al contrario di lui, non ebbi aiuto nemmeno da chi mi vide fermo sulla strada. Uno mi chiese persino se avevo bisogno, ma quando gli risposi di sì, proseguì senza fermarsi. Ed era in salita.
Detto questo, la mia disavventura, come quella di Ipercool, è uno dei ricordi più intensi della mia carriera ciclistica e quando posso la racconto. E penso che per lui sarà lo stesso. Ma arrivare a casa con oltre tre ore di ritardo non mi fece piacere, soprattutto perché temevo di forare di nuovo da un momento all'altro in una zona disabitata. Mi potei rilassare solo quando ritornai sulla costa, perché ormai ero arrivato e al limite avrei camminato.
Il copertoncino l'ho conservato per anni per mostrare a tutti lo squarcio.
L'epica della (dis)avventura è bella solo a posteriori, quando ci sei dentro un po' meno.
io sono tornato cosi una volta in mtb, e ho fatto tornare cosi una amico in bdc rimuovendo i pattini dei freni per oltre 50km.
3-4 fascettine da elettricista sul sottosella.
funziona e resiste anche alla pressione della bomboletta.
 

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Ipercool

Ciociaro
13 Agosto 2012
11.786
8.784
61
Atina (Fr)
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Bici
Trek (alcune)
Una o due enne....ma ancora non sappiamo che animale sia

"Canucce" = Termine dialettale locale, non di dialetto puro ma italianizzato, plurale di "canuccia", in Italiano, letteralmente, "Piccola cagna", in realtà utilizzato con significato più ampio, spesso vezzeggiativo ed affettuoso (come "cagnolina") e quindi non limitato alla connotazione delle sole dimensioni fisiche dell'animale.

Pensate possa andare come spiegazione? :mrgreen:
 

rapportoagile

Moderatoren
20 Agosto 2008
14.754
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Settequerce (Bolzano)
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Bici
Scapin Dyapason
Conosco la sensazione che ti prende. 60 chilometri sono una sciocchezza in bici, ma sono tanti se rimani appiedato.
.

A parte che 60 km, per me non sono proprio una sciocchezza, neanche se la bici è in perfetto stato; sono comunqie un paio di ore di pedalata; di più se sei in un territorio vallonato.
Certo, non deve essere piacevole, ma forse può diventarlo prendendola con lo spirito "giusto", e cioè:
1) comunque, come andrà a finire, non morirò;
2) ho conosciuto Peppone (...mi manca solo Don Camillo:mrgreen:)
3) ho qualcosa da raccontare che non siano i soliti:" 140 km a 32 di media"
o-o
 

Super Ciuk

Apprendista Cronoman
23 Ottobre 2012
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Tra il ring e la realtà
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a pedali
.... Scendo al bivio, le vetture che salgono verso il valico sono poche e, soprattutto, pare non fermarsi nessuno, sono lì sudato ed in mutande ma sembro non commuovere alcuno, mi guardano e proseguono. Ora c’è vento, freddo anche, siamo a 1.000m di quota, per fortuna c’è un’Audi nera parcheggiata al bivio ed ogni tanto mi ci “spalmo” sopra per darmi una scaldata, spero non parta l’allarme della vettura...

Quando sono quasi rassegnato a chiamare i soccorsi ecco spuntare un Iveco Daily anteguerra (15-18) cassonato, rallenta, esita, mi supera di qualche metro, si arresta.

Mi avvicino, scruto l’interno, nella penombra individuo qualcuno che mi fa segno con la mano di salire, prendo la bici, tento di aprire la portiera, non va, lui assesta da dentro un paio di colpi energici, si apre, mi compare un tipo corpulento, molto corpulento, barba lunga ed incolta capelli dritti in testa, spiritato. Accidenti, che faccio? Speriamo bene…

Mi dice: “Non mi arresto per gli autostoppisti.. ma vedo uno sportivo in difficoltà, un ciclista, vi devo aiutare”.....


se èra per quelli belli con la macchina tutta lucida, li ci potevi anche morire congelato ..... :mrgreen:
 
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