A caldo, esprimo subito le mie considerazioni su questo evento.
Giudizio complessivo più che positivo, direi quasi ottimo.
Organizzazione impeccabile, percorso affascinante ma disegnato da una mano a dir poco sadica. Una granfondo per scalatori, per gli amanti della salita, dura, per chi ama le grandi sfide. In una parola un evento: Epico, appunto.
Bella la zona del Comelico, più anonimo il fondo valle che conduce a Cortina che tuttavia ho apprezzato perché, per chi come me ha fatto il lungo, è l'unico tratto che consente di respirare. Nei primi 80km, infatti, o si sale (e come si sale: qui le salite al 5% non sanno cosa siano) oppure si scende. Ma anche in discesa c'è da stare in campana perché serve tecnica e concentrazione.
Il Tre Croci, la 5^ salita, quella dopo Cortina, ha il suo perché ed è particolarmente dura, anche perché arriva dopo che si sono fatti più di 2600 metri di dislivello, in appena 100 km.
Ed infine, le Tre Cime di Lavaredo, salita che da sola sarebbe di per sé ostica, ma dopo 110km e 3300 metri di dislivello diventa.... ho finito gli aggettivi.
Il tempo è stato clemente, anche se un po' più freddino rispetto a ieri. Però questo freddino non c'è stato proprio pericolo di sentirlo dato che in salita le temperature salivano facilmente.
Asfalto nel complesso buono (tranne in qualche discesa), sicurezza garantita, incroci presidiati.
Mi ha colpito la partecipazione della popolazione locale, a dir poco "commovente", soprattutto nel Comelico dove siamo stati accolti e sostenuti anche da intere scolaresche. Mi dispiace solo per quei bambini che hanno pensato, al mio passaggio, di vedere un atleta vero . Però non mi sono astenuto da dare un "cinque" ove possibile a tutti i bambini che allungavano la mano.
Il personale ai ristori era disponibilissimo. Due osservazioni sui ristori: mancava la crostata e lo strudel e gli alimenti per celiaci. Io ho corso con un ragazzo intollerante al glutine che ha dovuto provvedere per se. Ma credo che questo succeda nel 110% delle granfondo.
Pasta party migliorabile: solo gnocchi (buoni) e porchetta di maiale. Niente frutta e niente dolce.
Peccato per il basso numero di partecipanti, dovuto non solo al fatto che era la prima edizione ma anche alla concomitanza della Stelvio/Santini. Però la macchina organizzativa della 3Epic è importante e penso che gli sforzi fatti sono volti a lanciare l'evento tra i più importanti del panorama granfondistico. Bisognerà collocarlo bene nel calendario anche perché 4100 metri di dislivello sono tanti anche a giugno (per il sottoscritto in tutti i mesi dell'anno, a dire il vero).
Quest'anno però è stata collocata bene anche per la possibilità di inserirla nel ponte.
Alla fine è venuta fuori una bella vacanza, non esosa (i prezzi per mangiare e dormire ad Auronzo sono veramente bassi...) con il piacere di non dover ripartire subito dopo la gara, ma addirittura lasciandosi la possibilità di una sgambata nel giorno dopo la gara, se non si è persa (come è successo al sottoscritto) la voglia di andare in bici.
Giudizio complessivo più che positivo, direi quasi ottimo.
Organizzazione impeccabile, percorso affascinante ma disegnato da una mano a dir poco sadica. Una granfondo per scalatori, per gli amanti della salita, dura, per chi ama le grandi sfide. In una parola un evento: Epico, appunto.
Bella la zona del Comelico, più anonimo il fondo valle che conduce a Cortina che tuttavia ho apprezzato perché, per chi come me ha fatto il lungo, è l'unico tratto che consente di respirare. Nei primi 80km, infatti, o si sale (e come si sale: qui le salite al 5% non sanno cosa siano) oppure si scende. Ma anche in discesa c'è da stare in campana perché serve tecnica e concentrazione.
Il Tre Croci, la 5^ salita, quella dopo Cortina, ha il suo perché ed è particolarmente dura, anche perché arriva dopo che si sono fatti più di 2600 metri di dislivello, in appena 100 km.
Ed infine, le Tre Cime di Lavaredo, salita che da sola sarebbe di per sé ostica, ma dopo 110km e 3300 metri di dislivello diventa.... ho finito gli aggettivi.
Il tempo è stato clemente, anche se un po' più freddino rispetto a ieri. Però questo freddino non c'è stato proprio pericolo di sentirlo dato che in salita le temperature salivano facilmente.
Asfalto nel complesso buono (tranne in qualche discesa), sicurezza garantita, incroci presidiati.
Mi ha colpito la partecipazione della popolazione locale, a dir poco "commovente", soprattutto nel Comelico dove siamo stati accolti e sostenuti anche da intere scolaresche. Mi dispiace solo per quei bambini che hanno pensato, al mio passaggio, di vedere un atleta vero . Però non mi sono astenuto da dare un "cinque" ove possibile a tutti i bambini che allungavano la mano.
Il personale ai ristori era disponibilissimo. Due osservazioni sui ristori: mancava la crostata e lo strudel e gli alimenti per celiaci. Io ho corso con un ragazzo intollerante al glutine che ha dovuto provvedere per se. Ma credo che questo succeda nel 110% delle granfondo.
Pasta party migliorabile: solo gnocchi (buoni) e porchetta di maiale. Niente frutta e niente dolce.
Peccato per il basso numero di partecipanti, dovuto non solo al fatto che era la prima edizione ma anche alla concomitanza della Stelvio/Santini. Però la macchina organizzativa della 3Epic è importante e penso che gli sforzi fatti sono volti a lanciare l'evento tra i più importanti del panorama granfondistico. Bisognerà collocarlo bene nel calendario anche perché 4100 metri di dislivello sono tanti anche a giugno (per il sottoscritto in tutti i mesi dell'anno, a dire il vero).
Quest'anno però è stata collocata bene anche per la possibilità di inserirla nel ponte.
Alla fine è venuta fuori una bella vacanza, non esosa (i prezzi per mangiare e dormire ad Auronzo sono veramente bassi...) con il piacere di non dover ripartire subito dopo la gara, ma addirittura lasciandosi la possibilità di una sgambata nel giorno dopo la gara, se non si è persa (come è successo al sottoscritto) la voglia di andare in bici.