insomma l'ho fatto anche io, sabato 15 luglio in solitaria. 11:29. prendendo le mie pause e facendo un paio di foto.
ecco qui:
10 borracce da 650ml, 5 barrette, 4 gel, 5 smoothies, un panino con lo speck, 2 banane... e non bastava.
Partito alle 5:30. Alba fresca. La Val Venosta ha mostrato il suo meglio con un vento turbinoso che mi scompigliava i capelli anche sotto il casco. 2 tratti di sterrato e tanti strappetti che mi provocavano, ma non potevo buttare via calorie. Il Re mi aspettava, ed avevo fretta per arrivare a Prato.
Il Re si mostra subito arrabbiato, con pioggia e neve che lo copre. Ma io vado su, il tempo migliorerà. Mi fermo per acqua, sia da ricaricare nelle borracce, che da togliere alle olive e si riparte da Trafoi. Il torrente omonimo che scava la valle, fa compagnia, mentre vado su. Sono le 8, poche moto e macchine, qualche ciclista. Un primo cartello mi incita mostrando il 48, il numero dei tornanti che mancano. Le pendenze non sono alte, a volte spiana, ma meglio stare attenti. Al tornante 20 l'Ortles si mostra, con i ghiacci eterni, la roccia nera che si sgretola e cade giù, le cime severe che dominano e fanno paura. Gli ultimi tornanti sono accompagnati da neve e vento, poi si arriva..dopo 2 ore di pedalata. discesa gelida, imbacuccato come un eschimese, faccio uno slalom tra macchine, moto e ciclisti. "Fa freddo!" urlo ad uno che mi chiede "com'è lassù?". Cosa vuoi, sono quasi 3000m.
A Bormio, trovo il centro all'ora del caffè. Impossibile passare. Allora si va alla nota fontana, e si comincia subito il Gavia. Rampe lunghe e non dolci per le gambe che hanno già qualche km ed uno Stelvio. A S.Caterina comincia il party. Niente di che, qualche km al 10% sparso qua e là. Proprio quando sei vicino al passo, un kilometro secco a doppia cifra ti fa capire chi comanda qui, a 2000 e rotti. Poi spiana e scambio dire chiacchiere con un ciclista profumato e con freni a disco d'oro. Gli rivelo la mia pazzia: partito da Merano, scendo a ponte di legno per continuare su tutta la Val di Sole. Mi dice buona fortuna e forse intendeva condoglianze.
Discesa del Gavia nervosa. È una mulattiera scassata, mono corsia. Faccio un drittone su un tornante dopo aver schivato una ciclista che faceva zig-zag dietro una curva.
Poi il Tonale. Liscio se non fosse per le gambe ed i piedi che scoppiano. Sete, tanta acqua, e si mangia ogni mezz'ora.
Il Tonale, o Ponte Tonale, sembra un paese dei balocchi sbiadito, niente di che..
Poi si scende nella lunga interminabile e trafficata Val di sole. Marilleva 1400, Brez e Fondo arrivano dopo diversi strappi e salite che tagliano via le ultime energie.
Infine il Palade. Si va su bene, ma le moto e gli arroganti mi rovinano il momento. quando un cartello segna -7km al passo faccio il conto al rovescio, con il risultato che il tempo passa ancora più piano.
i piedi fanno ancora più male. Il culo, non ne parliamo. Poi giù dal Palade. Più forte che si può, fino a trovare un vecchietto in macchina che mi fa da tappo e mi toglie il piacere di una discesa trionfale.
A casa, un panino, acqua, succo di mela ed un abbraccio. una vocina di 6 anni mi chiede: Dove sei stato tutto questo tempo? :-)
ecco qui:
10 borracce da 650ml, 5 barrette, 4 gel, 5 smoothies, un panino con lo speck, 2 banane... e non bastava.
Partito alle 5:30. Alba fresca. La Val Venosta ha mostrato il suo meglio con un vento turbinoso che mi scompigliava i capelli anche sotto il casco. 2 tratti di sterrato e tanti strappetti che mi provocavano, ma non potevo buttare via calorie. Il Re mi aspettava, ed avevo fretta per arrivare a Prato.
Il Re si mostra subito arrabbiato, con pioggia e neve che lo copre. Ma io vado su, il tempo migliorerà. Mi fermo per acqua, sia da ricaricare nelle borracce, che da togliere alle olive e si riparte da Trafoi. Il torrente omonimo che scava la valle, fa compagnia, mentre vado su. Sono le 8, poche moto e macchine, qualche ciclista. Un primo cartello mi incita mostrando il 48, il numero dei tornanti che mancano. Le pendenze non sono alte, a volte spiana, ma meglio stare attenti. Al tornante 20 l'Ortles si mostra, con i ghiacci eterni, la roccia nera che si sgretola e cade giù, le cime severe che dominano e fanno paura. Gli ultimi tornanti sono accompagnati da neve e vento, poi si arriva..dopo 2 ore di pedalata. discesa gelida, imbacuccato come un eschimese, faccio uno slalom tra macchine, moto e ciclisti. "Fa freddo!" urlo ad uno che mi chiede "com'è lassù?". Cosa vuoi, sono quasi 3000m.
A Bormio, trovo il centro all'ora del caffè. Impossibile passare. Allora si va alla nota fontana, e si comincia subito il Gavia. Rampe lunghe e non dolci per le gambe che hanno già qualche km ed uno Stelvio. A S.Caterina comincia il party. Niente di che, qualche km al 10% sparso qua e là. Proprio quando sei vicino al passo, un kilometro secco a doppia cifra ti fa capire chi comanda qui, a 2000 e rotti. Poi spiana e scambio dire chiacchiere con un ciclista profumato e con freni a disco d'oro. Gli rivelo la mia pazzia: partito da Merano, scendo a ponte di legno per continuare su tutta la Val di Sole. Mi dice buona fortuna e forse intendeva condoglianze.
Discesa del Gavia nervosa. È una mulattiera scassata, mono corsia. Faccio un drittone su un tornante dopo aver schivato una ciclista che faceva zig-zag dietro una curva.
Poi il Tonale. Liscio se non fosse per le gambe ed i piedi che scoppiano. Sete, tanta acqua, e si mangia ogni mezz'ora.
Il Tonale, o Ponte Tonale, sembra un paese dei balocchi sbiadito, niente di che..
Poi si scende nella lunga interminabile e trafficata Val di sole. Marilleva 1400, Brez e Fondo arrivano dopo diversi strappi e salite che tagliano via le ultime energie.
Infine il Palade. Si va su bene, ma le moto e gli arroganti mi rovinano il momento. quando un cartello segna -7km al passo faccio il conto al rovescio, con il risultato che il tempo passa ancora più piano.
i piedi fanno ancora più male. Il culo, non ne parliamo. Poi giù dal Palade. Più forte che si può, fino a trovare un vecchietto in macchina che mi fa da tappo e mi toglie il piacere di una discesa trionfale.
A casa, un panino, acqua, succo di mela ed un abbraccio. una vocina di 6 anni mi chiede: Dove sei stato tutto questo tempo? :-)
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