13 ottobre 2013 - GF di Roma

ac1234

via col vento
27 Novembre 2007
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a me personalmente è piaciuta.
certo che non deve esser facile vivere a Roma, tra manifestazioni di vario genere eventi diversi, Beatificazioni ecc.ecc. il tutto diventa un po' complicato.
Ringrazio i Romani per i 4 giorni splendidi, con un clima invidiabile, una cucina sopraffina, un'ospitalità unica e se ci aggiungiamo anche la pedalata direi un weekend positivo o-o
 
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reddragon

Novellino
11 Novembre 2012
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TARQUINIA
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BASSO REEF 105
Forse l'impressione sulle strade è falsata dal passaggio sui sampietrini. Non sono sicuramente perfette, ma a parte qualche punto (fine dei pratoni, fine dell'anagnina, lungolago, il tratto prima e dopo il passaggio a livello) il resto era in condizioni più che discrete. Forse nei tratti citati si poteva mettere qualche pezza, anche perchè alcune delle buche più "importanti" erano proprio in curva.
e indiscesa ho dato na sveglia che mi ha penalizzato .per me non era tanto la paura di cadere ma di rompere e tornare a casa a piedi ( avevo anche paura di cadere ovvio)
 

reddragon

Novellino
11 Novembre 2012
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TARQUINIA
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BASSO REEF 105
il senso civico sta pure nel rispetto delle regole io ero 3000 epassa dovevo stare nella mia griglia non c'e' bisogno che mi dice niente nessuno ..........lo stop al semaforo mi sono trovato pure io e ho dovuto stare dallaparte dei vigili che facevano il loro dovere e alcuni "animali" sono passati lo stesso per fare cosa arrivare 150esimo invece di 300esimo??? poi per il resto non saprei non conosco le vicende ti ripeto io sono un novello era la mia prima gara ma ti posso assicurare e mi metto in mezzo che tanto senso civico non c'e' da nessuna parte poi l'organizzazione ha sbagliato ha cappelato non hanno dato le monete ecc ma gli abbiamo dato una mano all'organizzazione?
 

Rosario71

Apprendista Cronoman
17 Novembre 2011
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una qualsiasi
Il semaforo a caracalla ,essendo a 500mt dal via sarebbe bastato tenere chiuso l'incrocio per un quarto d'ora al massimo...non ci voleva tanto...(oltretutto successe la stessa cosa lo scorso anno...)

Io sul semaforo di Caracalla ho una idea diversa. Arriviamo da una strada a 5 (o 6) corsie e di netto (dall'altra parte dell'incrocio) ci ritroviamo in una strada a 1 corsia sola. La differenza è veramente tanta. Così larghi come arriviamo non ci passiamo. E quindi non riesco ad arrabbiarmi per il fatto che ci possano fermare prima, e darci di nuovo il via libera appena davanti sono riusciti ad infilarsi nella strada. Io stesso l'anno scorso ero in prima fila tra i fermati. ma tanto se fossi passato dall'altra parte non mi sarebbe cambiato nulla. Sono 30 metri.
Poi, aggiungo, quei 30 metri li riprendi praticamente subito, vuoi perchè si è in gruppo, vuoi perchè i metri in se non sono tanti.
Sfido chiunque però a dire che ha perso la gara per quella sosta ... se uno era dentro al gruppo dei fermati era già ad una bella distanza dai primi. E probabilmente partiva già dietro in griglia e col pettorale.
Poi, certo, si può essere convinti di essersi bruciato la gamba e la gara per rientrare davanti in quel tratto, prima del km 0 ... libero pensiero. :wacko:
IMHO
 

il terzo schleck

Gregario
25 Novembre 2009
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cassino
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scott speedster S60
Ciao a tutti. Il mio piccolo contributo sulla Granfondo di Roma 2013. Gli occhi e le emozioni (e i pedali) sono quelli di un debuttante in questo tipo di eventi, quindi i più avvezzi non potranno che sorridere smaliziati e probabilmente si annoieranno pure. Per gli altri, invece, spero trovino qualche spunto interessante. Io mi sono divertito a scriverlo.

Domenica 13 ottobre. Apro gli occhi due ore prima della sveglia. Sono troppo eccitato. Parto da casa alle ore 7,30. La colazione è stata robusta ma non molto differente dai soliti giorni e probabilmente, lo ammetto, non proprio da atleta: tazzona di latte e caffè, una crêpe alla nutella con tanto di zucchero a velo, un plumcake al cioccolato e un bicchiere d’acqua con sciolta una pasticca di vitamina C grande come due euro. Fa un freddo becco, almeno per me che lo soffro molto e opto per un tristrato che neanche sul Mortirolo a gennaio: maglia intima termica, maglia della gara, maglia a maniche lunghe (mancavano solo le mutande di pelo e la botticella di cognac appesa al collo e sarei stato pronto per il fronte russo). Scelta apprezzata fino a 10 minuti esatti dopo la partenza, cioè fino a quando sono riuscito a superare i 7 chilometri orari e la massa ingolfata di corridori ha cominciato a sfilacciarsi sul basalto dell’Appia Antica, dopodiché ho avuto l’accortezza di togliere almeno l’intimo. Una parola…

Infatti quando rientro in gara dopo la sosta forzata in pratica quelli della Granfondo, ciclopedalata compresa, sono spariti. Su mezzi a due ruote c’è solo qualche signorotto senza numero, un tipo rasta in mountain bike e un gruppo di turisti americani con le Nikon a tracolla e le bici a noleggio. Ma dove sono tutti? Possibile che sono rimasto così indietro? In realtà basta una curva e rivedo la coda dello sciame colorato e vociante: per lo più sono maledizioni per le vibrazioni inconsulte che regala il sampietrino romano al telaio. L’accoppiata carbonio-kevlar della mia Bianchi di solito è generosa quanto a comfort, ma stavolta è messa veramente in crisi. Alla capsula del secondo molare rinuncio, ma mi chiedo se è il caso di reggere con una mano almeno il ciclocomputer per non farlo cadere, purtroppo però le due che ho sono troppo impegnate ad aggrapparsi alla curva del manubrio e tenere dritta la ruota anteriore.

Appia Nuova: ricomincia l’asfalto, una delizia per il sottosella, leggero falsopiano e un unico obiettivo nella mia testa: superare il gruppone della ciclopedalata turistica, tra cui gente con lo zaino, biammortizzate da downhill e bici pieghevoli (una in particolare con la targa alzata a 70 gradi come quelle antimulta degli Honda Cbr). Loro giustamente se la prendono comoda, chiacchierano, si lanciano battute, alcuni invocano già il ristoro, io però devo onorare la specialissima e anche se la mia di Granfondo sarà una passeggiata esattamente come la loro, la mia media oraria deve essere dignitosa. Voglio infatti stare almeno con quelli del mio livello, anzi anche con qualcuno sgamato, così magari imparo qualcosa.

Mi metto ai 35 all’ora, fisso sulla corsia di sinistra (macchine permettendo) e ne supero parecchi; sfrutto anche la ruota di altri che come me risalgono il gruppo, finchè arriviamo alla svolta per il lago di Albano. La strada diventa leggermente più ripida, ma vado su fluido sempre con il 50. Il sole ormai scalda bene, la giornata è oltre le aspettative e ripaga della settimana umidiccia. Chiacchiero un po’ con un tipo che ha una ciclocross. Mi piace questo genere di bici versatile. Mi racconta che la settimana scorsa su un tracciato off road è caduto, disarcionato da una buca e si è preso un bello spavento. Ci scambiamo qualche idea su percorsi interessanti intorno a Roma poi piano piano si stacca. Vado su bene, la strada è alberata, fresca e tranquilla, solo noi a squarciare la sua quiete in queste prime ore del mattino. In realtà le borracce e soprattutto le buste vuote di sali ed energizzanti in terra ci dicono che qui, molto prima di noi, c’è chi andava a tutta. Io comunque mi sento tonico e felice tra tutte queste maglie multicolori che pedalano solo per il gusto di andare.

Entriamo nella galleria prima del lago. Ricordandomi di quanto è buia di solito, a casa avevo per attimo pensato di portarmi una torcia. Ho fatto bene a lasciarla dov’era: è tutta illuminata e si procede sfruttando il leggero declivio. Svoltiamo a sinistra e dopo un po’ cominciamo a salire sulla panoramica che regala scorci mozzafiato. Questa è la prima vera rampa del percorso. È un continuo “clack, stack, stratrack” degli Shimano e dei Campagnolo che aggiungono denti ai pignoni posteriori. Chi sbuffa, chi si lamenta, ma per lo più si guarda l’asfalto davanti alla ruota e si pedala concentrati, in silenzio per non sprecare fiato. A un certo punto qualcuno dice: “Guardate che bella la residenza del papa che si specchia nel lago. Sembra un dipinto a olio!”. Mi volto anch’io e ha proprio ragione.

Per tutta la rampa di Rocca di Papa salgo su al mio ritmo, fluido; i miei allenamenti in salita mi stanno ripagando. Guardo chi resta indietro, strizzo l’occhio come a incitare chi è in affanno. Alcuni invece sono immersi nello sforzo ma stoici, impassibili, i volti tirati e gli occhi contratti, hanno qualche decade in più di me e certamente tante di salite come questa alle spalle. Vanno su lenti ma inesorabili, il gesto plastico: sono istantanee straordinarie per me e mi rievocano le pagine eroiche di questo sport.

L’ultimo tratto è una specie di “muro” che costringe qualcuno a mettere il piede a terra e spingere a mano la bici. Io resisto, mi appendo a chi ci strilla che è quasi finita, abbasso la schiena e brucio nei muscoli roventi quegli ultimi metri. È andata.

Si va che è un piacere fino al primo postoristoro. Mi fermo, poso la bici, mangio una mezza banana, un dolcetto, un panino con la marmellata e rabbocco la borraccia per la seconda busta di sali minerali. Riparto con calma gustandomi la discesa piena di castagne, attento a evitare i loro ricci spinosi (visto che già qualcuno è sul ciglio della strada a cambiare camere d’aria). Mentre si avvicina la statale rimango solo e mi si affianca un tipo di mezz’età dal polpaccio scolpito. Mi fa una sorta di anteprima ragionata di come evolverà il percorso. Mi ha visto solo e si è sentito di suggerirmi di accodami a qualcuno per svangare la statale verso Rocca Priora e soprattutto mi mette in guardia dalla rampa che porta al paese. Lo ringrazio e lo vedo sfilare via col suo gruppetto ai 40 all’ora. Eseguo come un soldatino le sue pertinenti raccomandazioni e come passa un gruppo, mi metto a ruota. Si viaggia una meraviglia, nonostante il leggero traffico che ormai ha invaso il percorso di gara. Lungo la strada si vedono i camioncini che vendono dei porcini dalle dimensioni smisurate, immagino piatti fumanti di risotti e fettuccine.

Arriva l’incrocio per Rocca Priora. È ben segnalato ma la svolta è secca e la strada sale subito ripida. Sento le bestemmie di chi non è riuscito a scalare marcia ed è rimasto piantato. Ion non so comen riesco a inserire il 34 e in piedi sui pedali cerco disperato l’equilibrio. Inizia la salita. Il segnale di 5 chilometri mi mette ansia. Ce la farò? Mi metto a ruota di una coppia di inglesi che salgono regolari. Uno mi chiede se ripasseremo sulla stessa strada al ritorno e gli spiego che solo nell’ultimo tratto il percorso si sovrappone per un po’ a quello dell’andata. Mi metto nei panni di questi britannici venuti a godere su queste strade ancora piene di sole. La pendenza è più forte e secca della salita di Rocca di Papa che lasciava rifiatare a brevi intervalli. Qui no, si sale concentrati. Per fortuna non ci sono macchine e la strada è tutta nostra. Passa solo qualche meccanico con lo scooter o quelli del servizio medico. Mi ritrovo spesso a pedalare con uno straniero. Si chiama Goran, non ci diciamo nulla se non con lo sguardo, la nostra non è una sfida, ma diventiamo una sorta di riferimento uno per l’altro per salire con un ritmo decente, che comunque non va oltre i 10 orari.

Goran a un certo punto si pianta e trovo un altro tipo con la stessa cadenza mia; mentre superiamo un signore con la handybike che va su a forza di braccia ci mettiamo a chiacchierare di gruppi muscolari, ciclismo e disabilità, le straordinarie performance di Zanardi e dell’impossibilità oggettiva di paragonare il ciclismo moderno con quello epico del dopoguerra. Lui è originario delle Dolomiti ed è abituato alle lunghe salite. Mi porta fino al paese continuando a chiacchierare. La gente si affaccia alle finestre per incitarci a superare gli ultimi metri di questa salita che ora sento tutta nelle gambe. Mi ricordo di quando io bambino incitavo i ciclisti che passavano nel paese di mia nonna. Mi fermo per riprendere fiato e ne approfitto per fare un po’ di stretching. Qualcuno si scatta la classica foto ricordo. Saluto il ciclista trentino e scendo al secondo postoristoro di Monte Compatri. Ho esaurito le riserve di energia e mi butto sulla frutta. Mangio anche un panino col prosciutto e bevo una coca cola.

La signora che mi riempie il bicchiere mi chiede se conosco il paese e quando gli rispondo di no pur essendo io romano ci rimane un po’ male. La provoco bonariamente dicendo che anche lei probabilmente non è mai stata in tanti angoli di Roma e lei mi spiega che probabilmente è vero, perché nella metropoli lei ci va tutti i giorni, ma solo a lavorare. Mentre l’ascolto mi viene da pensare al fatto che questa donna in fondo sta rinunciando al suo riposo del fine settimana, per stare qui in piazza a lavorare come volontaria e dare supporto a noi ciclisti. Questa gente va veramente applaudita.

Devo ripartire. Sfila Monteporzio Catone. La salita del Tuscolo mi aspetta e se non fosse che arriva dopo 60 chilometri e altre due rampe non sarebbe così dura. Ritrovo i due inglesi, poi mi accodo a un gruppetto di romagnoli con diverse presenze femminili. Nella discesa verso Roma mi accorgo di quanto sono stanco. A tratti ho freddo sotto alla maglia bagnata. Mi ritrovo da solo e lo scooter con i paramedici mi scorta per diversi chilometri. Mi da un po’ di conforto soprattutto negli incroci con qualche automobilista che fa fatica a rispettare il blocco imposto dal percorso di gara. La parte di Ciampino è quella più pericolosa.

Rincrociamo l’Appia e passiamo l’Appia Antica. Ripenso a tutte le volte che sono andato a Castelgandolfo con la mountain bike su questa meravigliosa strada secolare. Arriva l’Ardeatina. Non ne ho più. Mangio l’ultima mezza banana, ma mi fa male tutto e ho finito anche l’acqua. Devo assolutamente fermarmi a sgranchirmi, ma sento il traguardo vicino e stringo i denti cercando qualcuno da affiancare. Purtroppo i pochi gruppetti che mi raggiungono vanno al doppio di me e mi rassegno a faticare in soltudine. La bellezza della campagna romana mi allevia solo in parte i dolori. Mi riprometto comunque di tornare su queste strade.

La mazzata finale sono i sampietrini dell’ultima parte dell’Appia Antica. Mi fanno venire quasi i crampi alle mani. La sosta a un semaforo rosso mi sembra il paradiso. Un gruppo sempre romagnolo serra le fila mentre passiamo sulla Colombo e imbocchiamo il viale di arrivo. La strada ha un’impercettibile pendenza ma per me è come se fosse salita. Butto giù un dente e mi alzo sui pedali. Guardo la fotografa che mi immortala sul traguardo e mi esce un ghigno o forse una smorfia. Ho finito. Il ciclocomputer segna 110 chilometri, sono le ore 13. Ho goduto, ho sofferto, ho dato quello che potevo per passare un’altra giornata in sella come piace a me: aria aperta, sangue in circolo, senso di libertà e voglia di avventura. Ho scoperto nuove strade e assaporato le gioie e i dolori di un percorso per me impegnativo. La bici in compenso non mi ha tradito, ripagandomi delle cure che le ho dedicato.

Sono talmente stanco che dopo l’arrivo non vedo il pasta party e non perdo tempo a cercarlo. Mi infilo con tutta la bici al mercato rionale di via di San Teodoro e chiedo un panino con prosciutto e mozzarella. Lo divoro osservando seduto accanto a un albero la folla di ciclisti con le famiglie che va e viene dal villaggio Campagnolo. Un bambino mi viene vicino e si mette a mimare le curve con una bici da corsa, swischsss… swischsss…. swischsss…


complimenti !!! bel resoconto, scrivi molto bene !!!
 

mhr369

Novellino
22 Luglio 2012
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un cancello
Io sul semaforo di Caracalla ho una idea diversa. Arriviamo da una strada a 5 (o 6) corsie e di netto (dall'altra parte dell'incrocio) ci ritroviamo in una strada a 1 corsia sola. La differenza è veramente tanta. Così larghi come arriviamo non ci passiamo. E quindi non riesco ad arrabbiarmi per il fatto che ci possano fermare prima, e darci di nuovo il via libera appena davanti sono riusciti ad infilarsi nella strada. Io stesso l'anno scorso ero in prima fila tra i fermati. ma tanto se fossi passato dall'altra parte non mi sarebbe cambiato nulla. Sono 30 metri.
Poi, aggiungo, quei 30 metri li riprendi praticamente subito, vuoi perchè si è in gruppo, vuoi perchè i metri in se non sono tanti.
Sfido chiunque però a dire che ha perso la gara per quella sosta ... se uno era dentro al gruppo dei fermati era già ad una bella distanza dai primi. E probabilmente partiva già dietro in griglia e col pettorale.
Poi, certo, si può essere convinti di essersi bruciato la gamba e la gara per rientrare davanti in quel tratto, prima del km 0 ... libero pensiero. :wacko:
IMHO



forse mi sono spiegato male , ho detto qualche post dietro che partivo col pettorale 3849 e sono arrivato 1291 quindi capisci da te che della classifica mi importa il giusto...
se però prometti strade totalmente chiuse al traffico e poi a 500 mt dal via mi blocchi al semaforo, capisci da te che non ha senso....
 

pecoranera

CicloGladiamatore
14 Novembre 2011
8.996
3.729
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Roma
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Colnago c68 LA MAIALA=C-Taurine
a me personalmente è piaciuta.
certo che non deve esser facile vivere a Roma, tra manifestazioni di vario genere eventi diversi, Beatificazioni ecc.ecc. il tutto diventa un po' complicato.
Ringrazio i Romani per i 4 giorni splendidi, con un clima invidiabile, una cucina sopraffina, un'ospitalità unica e se ci aggiungiamo anche la pedalata direi un weekend positivo o-o
Sono contento,grazie:eek:
Sono contento che qualcuno venga a Roma,sia colpito....sia rapito....sia infatuato dalla nostra bella città,nello stesso tampo consideri i suoi abitanti facenti parte del "fascino" cittadino e non un inutile orpello della stessa.............................................................................:eek:
 

pecoranera

CicloGladiamatore
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Colnago c68 LA MAIALA=C-Taurine
Si che di manifestazioni gran fondistiche a Roma ne ho viste nascere tante,per poi altrettanto rapidamente "misteriosamente" scomparire,forse sarà per questo che................si cerca di "mettere in guardia" i partecipanti e perchè no...gli organizzatori(magari, non ce ne sarebbe neanche bisogno),di questo bell'evento,sulle dinamiche "particolari" di questa città......,perchè possa prosperare il piu a lungo possibile.o-o

Dico questo perchè(mi sembra)che qualcuno abbia capito male...............
in primis a che cosa serve un forum,se non a condividere,scambiare e confrontare opinioni,poprio questo "non capire",porta al non accettare il confronto,certi di avere il deposito della "verità"(tra l'altro frutto di congetture)................................:bua:

non dovrei piu scrivere qui.................................:cry

ho altresi notato che invece c'è gente che(seppur emotivamente coinvolta)questo confronto lo ha sempre accettato,senza pregiudizzi di sorta,senza ergersi su tremolanti piedistalli,con serenità(anche quando essere sereni era palesemente difficile) per questa persona( @sindaco ) penso che continuerò a dire la mia,grazie:eek:
 
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Rosario71

Apprendista Cronoman
17 Novembre 2011
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una qualsiasi
forse mi sono spiegato male , ho detto qualche post dietro che partivo col pettorale 3849 e sono arrivato 1291 quindi capisci da te che della classifica mi importa il giusto...
se però prometti strade totalmente chiuse al traffico e poi a 500 mt dal via mi blocchi al semaforo, capisci da te che non ha senso....

Rispondevo a te ma in termini generali, non con il "tu hai fatto" o "tu hai detto".
Sulla tua affermazione "mi blocchi al semaforo" invece ritengo che la motivazione del fermo non sia il semaforo, se lo intendi come tale, ma il fatto che quando davanti non riescono più ad entrare nella strada, o arriviamo li e comunque ci fermiamo oppure ci fermano loro qualche metro prima, il risultato non cambia.
Ti porto un esempio; quest'anno ho partecipato a qualche gf e in alcune, dopo la partenza, per uscire dai paesi si si svoltava attraversando incroci a T. I primi rallentavano, a centro gruppo ci si fermava riuscendo a mantenere l'equilibrio, oltre la metà, piede a terra. Uscire da un paese non è mai semplice, secondo me.
 

gx2

via col vento
29 Ottobre 2008
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Dove non ci sono troll, frustrati e rosiconi
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Gigiant
ma non si può chiudere in parità sta partita? :mrgreen:

Pretendere che tutta roma (non solo quelli del posto dunque) sappia con largo anticipo lo svolgersi di una manifestazione di cui ignora totalmente le caratteristiche mi sembra eccessivo. Quando ci sono lavori, scioperi della metro ed altri disagi, è soprattutto il passaparola che fa da veicolo per l'informazione. Come fare ad attivare il passaparola per una granfondo se molti manco sanno cos'è e come si svolge? Anche il messaggio "strada chiusa per gara ciclistica" è di per sè fuorviante, perchè la maggior parte ignora persino come si svogano le gare professionistiche.
Ciò non vuole essere una giustificazione alla scarsa informazione, siamo quasi tutti d'accordo che debba essere fatto di più (poco o tanto), ma il riconoscimento di una oggettiva difficoltà a calibrare lo sforzo (trattandosi di sforzo economico si tende ad ottenere il massimo con il minimo :mrgreen:) da spendere per informare il più possibile.
 

scattopiano66

Novellino
18 Dicembre 2009
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Roma - Boccea Aurelia
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GF DI ROMA 2013 -28%. Flop?

Sul sito Sdam Ho verificato gli arrivati dell'edizione 2012 con l'edizione 2013, questi i dati:

2012: 4561 arrivati (1233 (GF)+ 3329 (MF))
2013: 3302 (Percorso Unico).

Gli organizzatori stanno già pompando il successo in realtà tra la prima e seconda edizione hanno perso 1259 arrivati cioè il 28 %.

Mi sembrano numeri che dovrebbero far rilettere per individuare gli errori di gestione e risolverli.

Frequentando da tempo l'ambiente GF i motivi che ho sentito da parte di chi non si è reiscritto sono:

1) Raddoppio ingiustificato del prezzo di iscrizione;
2) Percorso troppo pericoloso a causa della densità abitativa;
3) Servizi in gara e post gara (pasta party 2012)scadenti.

La mia non vuole essere una critica aprioristica all'evento, ma uno sprone per migliorare, perchè, essendo romano, mi piacerebbe che la mia città avesse una manifestazione ai livelli della 9 colli e simili, che gli appassionati sognano tutto l'anno.