- 31 Dicembre 2008
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- 164
- Bici
- Randonneuse in titanio; Bianchi Infinito; Olmo "eroica" in costruzione
Non puoi stare via un paio d'anni dal giro delle randonnée "che contano" che al rientro ti accorgi che è cambiato tutto. Tutti hanno il famigerato "mattoncino" bene in vista sulla pipa del manubrio, e gli organizzatori di brevetti forniscono più volentieri il file del percorso da ficcargli dentro che il classico roadbook di carta che mettevi sul manubrio e si bagnava con la pioggia e ingialliva col sole (bei tempi, sigh! ).
Non mi aveva mai convinta quell'aggeggio. Quanto durano le batterie? E se ti lascia in panne nel bel mezzo di un brevetto? Ma è facile programmarlo? Insomma, ho fatto resistenza per un bel pezzo. Ma, come al solito, le novità tecnologiche travolgono tutto con una velocità spaventosa. La diffusione dell'"aggeggio" è sempre più capillare, quindi non posso fare a meno di pensare che i vantaggi per i rando-utenti siano davvero convincenti ed apprezzabili. :eek:
Così, dopo aver litigato per l'ennesima volta con un roadbook cartaceo di difficile interpretazione , eccomi pronta ad intraprendere con tutti voi una "tavola rotonda sull'uso del GPS in randonnée".
Premessa: sono digiuna sull'argomento. Però mi sono permessa, in questi ultimi mesi, di osservare gli amici randagi che già ne fanno uso. Ad esempio, una cosa che ho capito è che per noi randonneur non vanno molto bene i modelli specificatamente creati per il ciclismo - tra l'altro pieni di menate che a noi non servono tipo il cardiofrequenziometro -, bensì è meglio dirigersi su quelli da trekking o da scialpinismo, che hanno grande autonomia e, soprattutto, sono alimentati da pile stilo reperibili ovunque (esempio la serie eTrex della Garmin, tanto per citarne uno). :)
Cosa dicono gli esperti? Lancio l'argomento, sperando che la discussione si articoli e si ampli sempre di più... Al limite diventa un buon suggerimento per il vostro rando-regalo il prossimo Natale!
Non mi aveva mai convinta quell'aggeggio. Quanto durano le batterie? E se ti lascia in panne nel bel mezzo di un brevetto? Ma è facile programmarlo? Insomma, ho fatto resistenza per un bel pezzo. Ma, come al solito, le novità tecnologiche travolgono tutto con una velocità spaventosa. La diffusione dell'"aggeggio" è sempre più capillare, quindi non posso fare a meno di pensare che i vantaggi per i rando-utenti siano davvero convincenti ed apprezzabili. :eek:
Così, dopo aver litigato per l'ennesima volta con un roadbook cartaceo di difficile interpretazione , eccomi pronta ad intraprendere con tutti voi una "tavola rotonda sull'uso del GPS in randonnée".
Premessa: sono digiuna sull'argomento. Però mi sono permessa, in questi ultimi mesi, di osservare gli amici randagi che già ne fanno uso. Ad esempio, una cosa che ho capito è che per noi randonneur non vanno molto bene i modelli specificatamente creati per il ciclismo - tra l'altro pieni di menate che a noi non servono tipo il cardiofrequenziometro -, bensì è meglio dirigersi su quelli da trekking o da scialpinismo, che hanno grande autonomia e, soprattutto, sono alimentati da pile stilo reperibili ovunque (esempio la serie eTrex della Garmin, tanto per citarne uno). :)
Cosa dicono gli esperti? Lancio l'argomento, sperando che la discussione si articoli e si ampli sempre di più... Al limite diventa un buon suggerimento per il vostro rando-regalo il prossimo Natale!