Quelli dell'Astana bevono la ?.....

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gx2

via col vento
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Gigiant
Scusa, ma la parte che ho evidenziato in rosso non l'ho compresa.
Io non ci rimetto nulla a vedere le gare in TV o dal vivo, pur sapendo che lo spettacolo potrebbe essere edulcorato da sostanze dopanti.
Questo vale per lo sport ma anche per qualunque altro aspetto della nostra vita (@bach7 citava l'evasione fiscale).
Io sono contento quando non vengo meno ai miei principi, quando posso trasmetterli a qualcuno (i miei figli, in primis) che poi a loro volta li diffonderanno ad altri.
Questo per me non è affatto un sacrificio.
Il doping lo cambi con il comportamento, con il modo di pensare e di agire per quello in cui credi.
Certo che se DS e medici sono i primi a diffondere la cultura delle "scorciatoie"... non ne usciamo più. :ueh:

se tu continui a guardare, gli sponsor continuano a pagare per farsi guardare, e le società continuano a trovare la via più corta per accontentare gli sponsor...qusto proprio in estrema sintesi quello che voleva dire [MENTION=22479]mach1[/MENTION] con quella frase, o almeno è quanto ho capito io, e mi trova pienamente d'accordo
 

xtrncpb

via col vento
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se tu continui a guardare, gli sponsor continuano a pagare per farsi guardare, e le società continuano a trovare la via più corta per accontentare gli sponsor...qusto proprio in estrema sintesi quello che voleva dire [MENTION=22479]mach1[/MENTION] con quella frase, o almeno è quanto ho capito io, e mi trova pienamente d'accordo
Il doping non è una questione di ritorno di immagine, ma di mentalità.
Lo spettacolo del Tour de France ci sarebbe ugualmente anche se i corridori si alimentassero a pane e acqua (magari andrebbero più piano, questo sì).
Altrimenti spiegami perchè ci sono amatori che si dopano per vincere il cesto di salumi alla gara del paese. Anche lì è questione di pressione da parte degli sponsor ??
Ciò che deve cambiare è l'atteggiamento, nostro e delle società che gestiscono gli atleti. Nessuna scorciatoia. Che ovviamente è la via più comoda, quella che costa meno sacrificio in termini di tempo per raggiungere i risultati.
Ma è la strada che io personalmente non voglio seguire.
 

gx2

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Il doping non è una questione di ritorno di immagine, ma di mentalità.
Lo spettacolo del Tour de France ci sarebbe ugualmente anche se i corridori si alimentassero a pane e acqua (magari andrebbero più piano, questo sì).
Altrimenti spiegami perchè ci sono amatori che si dopano per vincere il cesto di salumi alla gara del paese. Anche lì è questione di pressione da parte degli sponsor ??
Ciò che deve cambiare è l'atteggiamento, nostro e delle società che gestiscono gli atleti. Nessuna scorciatoia. Che ovviamente è la via più comoda, quella che costa meno sacrificio in termini di tempo per raggiungere i risultati.
Ma è la strada che io personalmente non voglio seguire.

seguendo il tuo ragionamento, la responsabilità sarebbe solo di chi si dopa, se questo può essere vero nel mondo amatoriale, mi sembra riduttivo per il mondo professionistico. Io vedo 2 problemi differenti, il doping amatoriale e quello professionistico. Uno è personale, assimilabile alla tossicodipendenza (in buona parte dei casi, escludiamo le eccezioni), l'altro è di "sistema" anche qui con delle eccezioni che magari rientrano nel primo caso. Mi riferivo a questo secondo caso. Ammesso e non concesso che la mia opinione sulla diversità dei problemi sia realistica...
 

mach1

Passista
4 Marzo 2010
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se tu continui a guardare, gli sponsor continuano a pagare per farsi guardare, e le società continuano a trovare la via più corta per accontentare gli sponsor...qusto proprio in estrema sintesi quello che voleva dire [MENTION=22479]mach1[/MENTION] con quella frase, o almeno è quanto ho capito io, e mi trova pienamente d'accordo

era esattamente questo che volevo dire. Tutti gli sportivi poi ti vengono a dire "gli sponsor mi pagano perchè vinco non perchè sono bello, se non vinco vanno da qualcun'altro quindi io faccio quello che serve per continuare a vincere". Possiamo dire quello che vogliamo, possiamo fare finta di raccontarci che "l'importante è partecipare" e via dicendo ma alla fine chi vince porta a casa il malloppo e chi perde se ne torna a casa con la coda tra le gambe.

Il doping non è una questione di ritorno di immagine, ma di mentalità.
Lo spettacolo del Tour de France ci sarebbe ugualmente anche se i corridori si alimentassero a pane e acqua (magari andrebbero più piano, questo sì).
Altrimenti spiegami perchè ci sono amatori che si dopano per vincere il cesto di salumi alla gara del paese. Anche lì è questione di pressione da parte degli sponsor ??
Ciò che deve cambiare è l'atteggiamento, nostro e delle società che gestiscono gli atleti. Nessuna scorciatoia. Che ovviamente è la via più comoda, quella che costa meno sacrificio in termini di tempo per raggiungere i risultati.
Ma è la strada che io personalmente non voglio seguire.

la questione doping ha due facce.
E' sia una questione di mentalità ( mi dopo perchè voglio arrivare primo non mi importa come ) che una questione di immagine perchè quando in una tappa di montagna ci sono 4 ciclisti tutti in palla che si scattano e controscattano in faccia la gente ne parla per giorni, settimane o forse anni ( c'è ancora gente che ti parla di che bello fosse vedere correre Pantani o Armstrong quando ormai anche i sassi sanno che si bombavano come delle cavie da laboratorio ) , mentre quando ci sono due ciclisti che vanno su del loro passo, regolari e non scattano per paura di andare in fuori giri la gente dopo un po' si stufa e si guarda il rugby e non ti compra la gazzetta il giorno dopo.
Se c'è una finale dei 100 metri e ci sono 10 semisconosciuti che lottano sul filo dei 10 secondi se la guardano solo gli appassionati. Se c'è una finale dei 100 metri e c'è in pedana bolt che corre per sfondare il muro dei 9.50 la guarda tutto il mondo. E se gli sponsor sanno che tutto il mondo guarda allora vogliono esserci e per esserci cacciano più soldi.

Tu come semplice appassionato sul discorso mentalità puoi farci poco o niente, come dici tu c'è chi si dopa per vincere il prosciutto e quello si doperà sia che lo guardi sia che no. Ma come "consumatore del prodotto ciclismo" hai il potere di influire sulla questione. Puoi dire "mi compro la Trek perchè era la bici di Armstrong" o puoi dire "la trek mi piace un sacco ma rinuncio a prenderla perchè era la bici di armstrong".
Se oggi beccano uno positivo e la gara dopo gli ascolti non flettono, le vendite delle bici non calano e così via economicamente per loro non è un problema, significa che alla gente sta bene così. Se oggi beccano uno positivo e gli ascolti crollano e le vendite crollano vedi che corrono ai ripari. Qui si parla di etica ma il portafogli come sempre è l'unica vera leva che può muovere le montagne.
 
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la questione doping ha due facce.
E' sia una questione di mentalità ( mi dopo perchè voglio arrivare primo non mi importa come ) che una questione di immagine perchè quando in una tappa di montagna ci sono 4 ciclisti tutti in palla che si scattano e controscattano in faccia la gente ne parla per giorni, settimane o forse anni ( c'è ancora gente che ti parla di che bello fosse vedere correre Pantani o Armstrong quando ormai anche i sassi sanno che si bombavano come delle cavie da laboratorio ) , mentre quando ci sono due ciclisti che vanno su del loro passo, regolari e non scattano per paura di andare in fuori giri la gente dopo un po' si stufa e si guarda il rugby e non ti compra la gazzetta il giorno dopo.
Se c'è una finale dei 100 metri e ci sono 10 semisconosciuti che lottano sul filo dei 10 secondi se la guardano solo gli appassionati. Se c'è una finale dei 100 metri e c'è in pedana bolt che corre per sfondare il muro dei 9.50 la guarda tutto il mondo. E se gli sponsor sanno che tutto il mondo guarda allora vogliono esserci e per esserci cacciano più soldi.

Tu come semplice appassionato sul discorso mentalità puoi farci poco o niente, come dici tu c'è chi si dopa per vincere il prosciutto e quello si doperà sia che lo guardi sia che no. Ma come "consumatore del prodotto ciclismo" hai il potere di influire sulla questione. Puoi dire "mi compro la Trek perchè era la bici di Armstrong" o puoi dire "la trek mi piace un sacco ma rinuncio a prenderla perchè era la bici di armstrong".
Se oggi beccano uno positivo e la gara dopo gli ascolti non flettono, le vendite delle bici non calano e così via economicamente per loro non è un problema, significa che alla gente sta bene così. Se oggi beccano uno positivo e gli ascolti crollano e le vendite crollano vedi che corrono ai ripari. Qui si parla di etica ma il portafogli come sempre è l'unica vera leva che può muovere le montagne.
Se all'interno dei valori etici, il denaro occupa il primo posto... c'è poco da fare.
Si dopano anche gli arcieri, gli scacchisti, i tiratori al piattello... sport che non mi pare mobilitino masse di spettatori o flotte di acquirenti degli specifici attrezzi delle suddette discipline.
 

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Se all'interno dei valori etici, il denaro occupa il primo posto... c'è poco da fare.
Si dopano anche gli arcieri, gli scacchisti, i tiratori al piattello... sport che non mi pare mobilitino masse di spettatori o flotte di acquirenti degli specifici attrezzi delle suddette discipline.

infatti, ho dimenticato un terzo tipo di doping...quello di stato :wacko:
Soprattutto in occasione di olimpiadi ed eventi importanti le federazioni vogliono la loro visibilità con qualche medaglietta. Non so che tipo di ritorni ci guadagnino, se di sponsor o di finanziamenti od entrambi. Comunque quanto le federazioni possano essere colluse col mondo del doping è ben descritto da donati nel suo primo libro.
 

xtrncpb

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infatti, ho dimenticato un terzo tipo di doping...quello di stato :wacko:
Soprattutto in occasione di olimpiadi ed eventi importanti le federazioni vogliono la loro visibilità con qualche medaglietta. Non so che tipo di ritorni ci guadagnino, se di sponsor o di finanziamenti od entrambi. Comunque quanto le federazioni possano essere colluse col mondo del doping è ben descritto da donati nel suo primo libro.
Infatti gli scenari disegnati da Donati corrispondono alla realtà. Purtroppo.
Ma mettere tra le cause dell'esistenza del doping la necessità di ottenere visibilità, mi pare riduttivo e fuorviante.
L'unica causa del doping è l'esistenza di persone che vogliono doparsi.
Perchè se tutti i dopati rifiutassero di doparsi, i valori sportivi emergerebbero comunque. Le Case produttrici avrebbero la loro visibilità, noi potremmo scegliere di acquistare una bici o un componente "perchè lo usa Tizio" (in vita mia, mai avuto un atteggiamento del genere), e tutto lo spettacolo andrebbe avanti.
Certo, verrebbe interrotta la pesante catena dei prodotti dopanti. Roba da qualche miliardo di euro.
Eh, magari a qualcuno la cosa potrebbe anche seccare...
 

Diego56

Apprendista Passista
22 Gennaio 2009
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Rivara Canavese
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In acciaio
infatti, ho dimenticato un terzo tipo di doping...quello di stato :wacko:
Soprattutto in occasione di olimpiadi ed eventi importanti le federazioni vogliono la loro visibilità con qualche medaglietta. Non so che tipo di ritorni ci guadagnino, se di sponsor o di finanziamenti od entrambi. Comunque quanto le federazioni possano essere colluse col mondo del doping è ben descritto da donati nel suo primo libro.

La poltrona di una federazione vincente è l'anteprima a entrare con le prime elezioni in parlamento, con tutti i benefici che ne conseguono.
 

xtrncpb

via col vento
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la mia e basta
Nubi nere nel cielo kazako... :wacko:
Dopo che l'UCI ha visionato il rapporto dell'ISSUL (Istituto delle Scienze Sportive dell'Università di Losanna), ha chiesto alla Commissione Licenze il ritiro di quella World Tour della Astana.
Se la richiesta fosse accolta, la Astana si ritroverebbe retrocessa in fascia Professional, cosa sicuramente poco gradita ai vertici societari e agli sponsor. E i contratti con i corridori non avrebbero più valenza, poichè siglati per il World Tour.
Una vicenda, queta, da tenere sott'occhio. ;-)
 

fif.com

Apprendista Scalatore
14 Aprile 2014
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♣️ V3Rs+Protos, ma la NIRONE è SEMPRE nel mio ❤️
Ero venuto qui per parlare di Astana ma quanto ho letto mi impone una considerazione.

Ho letto solo gli ultimi 20 post, ma io rimango perplesso dalle lodi che così tante persone fanno dell'intervento di [MENTION=22479]mach1[/MENTION], che non ho ancora capito se si limita a descrivere o giustifica certi comportamenti.

A me interessa invece il NOSTRO modo di pensare, da ciclisti della domenica, da genitori, da consumatori.

In sostanza ciò che contesto del comportamento descritto da [MENTION=22479]mach1[/MENTION] è il cieco individualismo di cui è intriso, vizio tutto italiano. Se posso sintetizzare è come dire "io accetto il doping perchè altrimenti farei una vita peggiore in acciaieria". Analogamente a quanto accade in molte aziende italiane da parte di certi vertici aziendali: "io mobbizzo i miei dipendenti perchè altrimenti il mio capo mi licenzia".

Ciò che però tutti quelli che plaudono a [MENTION=22479]mach1[/MENTION] dimenticano è che lo sport non è solo un fatto individuale e soggettivo, ma è una competizione sociale.
SE IO MI DOPO, MI METTO FUORI DALLA SOCIETÀ. Distruggo le regole di rispetto reciproco e la correttezza FONDANTI dello sport. Il doping è una violazione ai milioni che seguono quello sport, non è solo un danno fatto ai dieci competitor con cui ci si batte.
È per questo che le Federazioni devono vigilare e per questo - una volta persa la rispettabilità - uno sponsor o una Federazione non sono più crdibili. Guardate Festina: un marchio ormai segnato nel mondo.

E, scusate, se ve lo dico, ma solo in Italia ci possono essere considerazioni umane per chi si dopa. All'estero (parlo di usa e uk dove sono vissuto abbastanza a lungo) un atleta beccato a doparsi è ripagato col biasimo sociale. Una pena più dura e più inesorabile di un TNA o di una UCI.

Finisco. Ciò che voglio dire è che finchè continuiamo a giustificare il "furbo" che si è dopato, stiamo ingannando noi stessi e consenando un mondo peggiore ai nostri figli.
 
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utah

Maglia Amarillo
18 Dicembre 2006
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Pampas Lacustre.
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era esattamente questo che volevo dire. Tutti gli sportivi poi ti vengono a dire "gli sponsor mi pagano perchè vinco non perchè sono bello, se non vinco vanno da qualcun'altro quindi io faccio quello che serve per continuare a vincere". Possiamo dire quello che vogliamo, possiamo fare finta di raccontarci che "l'importante è partecipare" e via dicendo ma alla fine chi vince porta a casa il malloppo e chi perde se ne torna a casa con la coda tra le gambe.



la questione doping ha due facce.
E' sia una questione di mentalità ( mi dopo perchè voglio arrivare primo non mi importa come ) che una questione di immagine perchè quando in una tappa di montagna ci sono 4 ciclisti tutti in palla che si scattano e controscattano in faccia la gente ne parla per giorni, settimane o forse anni ( c'è ancora gente che ti parla di che bello fosse vedere correre Pantani o Armstrong quando ormai anche i sassi sanno che si bombavano come delle cavie da laboratorio ) , mentre quando ci sono due ciclisti che vanno su del loro passo, regolari e non scattano per paura di andare in fuori giri la gente dopo un po' si stufa e si guarda il rugby e non ti compra la gazzetta il giorno dopo.
Se c'è una finale dei 100 metri e ci sono 10 semisconosciuti che lottano sul filo dei 10 secondi se la guardano solo gli appassionati. Se c'è una finale dei 100 metri e c'è in pedana bolt che corre per sfondare il muro dei 9.50 la guarda tutto il mondo. E se gli sponsor sanno che tutto il mondo guarda allora vogliono esserci e per esserci cacciano più soldi.

Tu come semplice appassionato sul discorso mentalità puoi farci poco o niente, come dici tu c'è chi si dopa per vincere il prosciutto e quello si doperà sia che lo guardi sia che no. Ma come "consumatore del prodotto ciclismo" hai il potere di influire sulla questione. Puoi dire "mi compro la Trek perchè era la bici di Armstrong" o puoi dire "la trek mi piace un sacco ma rinuncio a prenderla perchè era la bici di armstrong".
Se oggi beccano uno positivo e la gara dopo gli ascolti non flettono, le vendite delle bici non calano e così via economicamente per loro non è un problema, significa che alla gente sta bene così. Se oggi beccano uno positivo e gli ascolti crollano e le vendite crollano vedi che corrono ai ripari. Qui si parla di etica ma il portafogli come sempre è l'unica vera leva che può muovere le montagne.

standing ovationo-oo-oo-o
 

cacciatorino

Scalatore
12 Agosto 2012
6.374
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Porto Recanati, ma con l'appennino nel cuore
www.stimarchetti.it
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BTwin Triban 5
Mah, sara' anche vero che se non ti dopi non vinci e quindi non ti pagano, ma e' obbligatorio per legge fare il ciclista professionista? Se a uno non piace l'andazzo puo' sempre scegliersi un'altra carriera professionale; se invece si accetta il doping "perche' altrimenti non posso competere" allora secondo me c'e' un vizio di base nell'etica della persona.
 

Qrier

Apprendista Velocista
8 Maggio 2009
1.622
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Ero venuto qui per parlare di Astana ma quanto ho letto mi impone una considerazione.

Ho letto solo gli ultimi 20 post, ma io rimango perplesso dalle lodi che così tante persone fanno dell'intervento di [MENTION=22479]mach1[/MENTION], che non ho ancora capito se si limita a descrivere o giustifica certi comportamenti.

A me interessa invece il NOSTRO modo di pensare, da ciclisti della domenica, da genitori, da consumatori.

In sostanza ciò che contesto del comportamento descritto da [MENTION=22479]mach1[/MENTION] è il cieco individualismo di cui è intriso, vizio tutto italiano. Se posso sintetizzare è come dire "io accetto il doping perchè altrimenti farei una vita peggiore in acciaieria". Analogamente a quanto accade in molte aziende italiane da parte di certi vertici aziendali: "io mobbizzo i miei dipendenti perchè altrimenti il mio capo mi licenzia".

Ciò che però tutti quelli che plaudono a [MENTION=22479]mach1[/MENTION] dimenticano è che lo sport non è solo un fatto individuale e soggettivo, ma è una competizione sociale.
SE IO MI DOPO, MI METTO FUORI DALLA SOCIETÀ. Distruggo le regole di rispetto reciproco e la correttezza FONDANTI dello sport. Il doping è una violazione ai milioni che seguono quello sport, non è solo un danno fatto ai dieci competitor con cui ci si batte.
È per questo che le Federazioni devono vigilare e per questo - una volta persa la rispettabilità - uno sponsor o una Federazione non sono più crdibili. Guardate Festina: un marchio ormai segnato nel mondo.

E, scusate, se ve lo dico, ma solo in Italia ci possono essere considerazioni umane per chi si dopa. All'estero (parlo di usa e uk dove sono vissuto abbastanza a lungo) un atleta beccato a doparsi è ripagato col biasimo sociale. Una pena più dura e più inesorabile di un TNA o di una UCI.

Finisco. Ciò che voglio dire è che finchè continuiamo a giustificare il "furbo" che si è dopato, stiamo ingannando noi stessi e consenando un mondo peggiore ai nostri figli.

Soprattutto in Spagna.

:mrgreen::mrgreen:
 

lentoluca

Apprendista Velocista
28 Febbraio 2007
1.341
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Voghera e Roma
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secondo la donna: troppe
Ero venuto qui per parlare di Astana ma quanto ho letto mi impone una considerazione.

Ho letto solo gli ultimi 20 post, ma io rimango perplesso dalle lodi che così tante persone fanno dell'intervento di [MENTION=22479]mach1[/MENTION], che non ho ancora capito se si limita a descrivere o giustifica certi comportamenti.

A me interessa invece il NOSTRO modo di pensare, da ciclisti della domenica, da genitori, da consumatori.

In sostanza ciò che contesto del comportamento descritto da [MENTION=22479]mach1[/MENTION] è il cieco individualismo di cui è intriso, vizio tutto italiano. Se posso sintetizzare è come dire "io accetto il doping perchè altrimenti farei una vita peggiore in acciaieria". Analogamente a quanto accade in molte aziende italiane da parte di certi vertici aziendali: "io mobbizzo i miei dipendenti perchè altrimenti il mio capo mi licenzia".

Ciò che però tutti quelli che plaudono a [MENTION=22479]mach1[/MENTION] dimenticano è che lo sport non è solo un fatto individuale e soggettivo, ma è una competizione sociale.
SE IO MI DOPO, MI METTO FUORI DALLA SOCIETÀ. Distruggo le regole di rispetto reciproco e la correttezza FONDANTI dello sport. Il doping è una violazione ai milioni che seguono quello sport, non è solo un danno fatto ai dieci competitor con cui ci si batte.
È per questo che le Federazioni devono vigilare e per questo - una volta persa la rispettabilità - uno sponsor o una Federazione non sono più crdibili. Guardate Festina: un marchio ormai segnato nel mondo.

E, scusate, se ve lo dico, ma solo in Italia ci possono essere considerazioni umane per chi si dopa. All'estero (parlo di usa e uk dove sono vissuto abbastanza a lungo) un atleta beccato a doparsi è ripagato col biasimo sociale. Una pena più dura e più inesorabile di un TNA o di una UCI.

Finisco. Ciò che voglio dire è che finchè continuiamo a giustificare il "furbo" che si è dopato, stiamo ingannando noi stessi e consenando un mondo peggiore ai nostri figli.
a me sembra che mach1 dica altro, cioe`, prima fa una disanima di cio` che spinge al doping e poi da` una sua idea di come interrompere una delle catene, quella dei soldi (se gli sponsor vedono che non guadagnano non invstono nello sport fallato), per interrompere l`altra catena serve l`educazione e qui hai ragione, si fa troppo poco nell`ostracizzare chi si dopa.
 

bicimix

Ammiraglia
6 Agosto 2009
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2.637
ABRUZZO sulla costa adriatica!
www.strava.com
Bici
7 Tour de France consecutivi!
Ero venuto qui per parlare di Astana ma quanto ho letto mi impone una considerazione.

Ho letto solo gli ultimi 20 post, ma io rimango perplesso dalle lodi che così tante persone fanno dell'intervento di [MENTION=22479]mach1[/MENTION], che non ho ancora capito se si limita a descrivere o giustifica certi comportamenti.

A me interessa invece il NOSTRO modo di pensare, da ciclisti della domenica, da genitori, da consumatori.

In sostanza ciò che contesto del comportamento descritto da [MENTION=22479]mach1[/MENTION] è il cieco individualismo di cui è intriso, vizio tutto italiano. Se posso sintetizzare è come dire "io accetto il doping perchè altrimenti farei una vita peggiore in acciaieria". Analogamente a quanto accade in molte aziende italiane da parte di certi vertici aziendali: "io mobbizzo i miei dipendenti perchè altrimenti il mio capo mi licenzia".

Ciò che però tutti quelli che plaudono a [MENTION=22479]mach1[/MENTION] dimenticano è che lo sport non è solo un fatto individuale e soggettivo, ma è una competizione sociale.
SE IO MI DOPO, MI METTO FUORI DALLA SOCIETÀ. Distruggo le regole di rispetto reciproco e la correttezza FONDANTI dello sport. Il doping è una violazione ai milioni che seguono quello sport, non è solo un danno fatto ai dieci competitor con cui ci si batte.
È per questo che le Federazioni devono vigilare e per questo - una volta persa la rispettabilità - uno sponsor o una Federazione non sono più crdibili. Guardate Festina: un marchio ormai segnato nel mondo.

E, scusate, se ve lo dico, ma solo in Italia ci possono essere considerazioni umane per chi si dopa. All'estero (parlo di usa e uk dove sono vissuto abbastanza a lungo) un atleta beccato a doparsi è ripagato col biasimo sociale. Una pena più dura e più inesorabile di un TNA o di una UCI.

Finisco. Ciò che voglio dire è che finchè continuiamo a giustificare il "furbo" che si è dopato, stiamo ingannando noi stessi e consenando un mondo peggiore ai nostri figli.


Io non accetto il doping dell'amatore della domenica o di quello evoluto che fa granfondo , accetto quello del professionista perché sono queste le regole del gioco altrimenti come ben dici vai a lavorare in fabbrica o nelle miniere !
E ti posso assicurare che guardo con molto godimento tutte le gare ciclistiche e non di questi prof dopati!!!


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Qrier

Apprendista Velocista
8 Maggio 2009
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La discussione sta sviando (come al solito).

Comunque il punto non è tanto se è giusto tollerare il doping o no, ma col dato di fatto che non si riesce a sconfiggerlo del tutto che cosa si può fare?

1) tollerarlo
2) provare a combatterlo come si sta facendo
3) abolire il ciclismo
 

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La discussione sta sviando (come al solito).

Comunque il punto non è tanto se è giusto tollerare il doping o no, ma col dato di fatto che non si riesce a sconfiggerlo del tutto che cosa si può fare?

1) tollerarlo
2) provare a combatterlo come si sta facendo
3) abolire il ciclismo


Accettarlo dato che è intrinseco dello sport professionistico !!!


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Tiger1050

via col vento
21 Maggio 2011
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ritornando OT direi che la eventuale revoca della licenza costituisca un buon deterrente...non basta e non è la sola cosa da fare ma se veramente fosse confermata è una bella bomba mediatica
 

mach1

Passista
4 Marzo 2010
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ah per chi non lo sapesse c'è un documentario dell'anno scorso passato sulla tv nazionale tedesca che lancia pesanti accuse con prove abbastanza fondate sul doping di stato russo.
Ora se in russia siamo tornati al doping di stato una formazione di ciclismo kazaka sponsorizzata direttamente dal governo kazako che permette a questo paese semisconosciuto di farsi pubblicità in tutto il mondo che dovesse ricorrere a doping sistematico in uno sport dalla lunghissima tradizione di doping stupirebbe veramente qualcuno?
 
Stato
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