La cotta

rapportoagile

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20 Agosto 2008
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Settequerce (Bolzano)
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Scapin Dyapason
Chi non l'ha mai provata? Definita in vari modi: “finire la benzina” - “spegnersi la luce” - “scoppiare”. Spesso però, non si tratta di “cotta” vera, ma di un calo di energia, e quindi di prestazione, ma comunque si procede, più lentamente, ma si va avanti.
La cotta vera ti toglie ogni energia, ogni stimolo, induce il cervello a pensieri fortemente negativi, e si sa che la testa è il vero motore.
Come spesso accade ultimamente passo il week end dai suoceri a Andogno/Dorsino (TN) e ne approfitto per andarci in bici. La via più breve è: Settequerce (BZ), tutta pianura fino a Mezzolombardo, poi salire ad Andalo, lago di Molveno e Dorsino. Sono ca. 95 km, non troppo difficili che percorro in circa 4 orette (sosta compresa). Se ho tempo cerco peró di allungare, passando per il passo della Mendola, o il Passo Palade, e poi la val di Non. Ma sono anni ormai che sono sempre gli stessi percorsi. Questo venerdí volevo un itinerario diverso. Quindi: “Settequerce-Trento: 6o km praticamente pianeggianti. Poi da Trento fino ad Aldeno; da qui su per la valle dei Cei, quindi passo Bordala, Val di Gresta, Passo Santa Barbara; quindi giù ad Arco e su per il Passo Ballino; quindi Fiavè-Ponte Arche- e Andogno. Facile no? Sono ca. 130 km, qualche salita, qualche passo non troppo duro. “Quando arriverai?” mi chiede la morosa? “Parto alle 13.30, quindi in teoria per le 18.30 dovrei arrivare” .
Infatti alle 13.30 in punto parto da casa. I problemi intestinali dei giorni passati sembrano essere attenuati e sto abbastanza bene, anche se non benissimo. Decido di salire fino ad Appiano e immettermi nella ciclabile ad Egna. Il termometro del mio computerino segna 35°, ma il vento è stranamente a favore. Sì, è strano, in genere la Ora, il vento che soffia in Val d'Adige, d'estate spinge verso nord, e il pomeriggio anche piuttosto forte. Beh, meglio così. Ma le cose belle durano poco. Arrivo a San Michele all'Adige e lì intuisco che si svolgendo una “lotta” tra i venti: quello da nord che mi ha spinto fino a lì, si stava scontrando con la Ora. Infatti pochi km dopo trovo soltanto la Ora, chein maniera molto decisa ostacola il mio cammino. Arrivo a Trento e mi concedo una pausa gelato. Guardo l'ora. Sì, sono in orario. Chiamo la morosa per dirle che tutto procede come previsto. Riparto e mi dirigo a Ravina per poi raggiungere Aldeno. Ora il vento è forte e faccio fatica a tenere i 26/27 km/h. Arrivo ad Aldeno e inizia la salita per la Valle e il lago dei Cei. È lunga solo 8 km e arriva a ca 1000 m. Quindi nulla di che. Giá, sulla carta... Dopo qualche km, la pedalata si fa pesante, la velocità scende sotto i 12 km/h. Guardo la pendenza sul computerino: 11% -10%- 13%......porca miseria, ma almeno un tratto con la pendenza ad una sola cifra, no, eh? Guardo la temperatura: sempre 35° gradi.
La strada è caratterizzata da lunghi rettilinei, che psicologicamente mi fanno più male che la pendenza. Cerco di non guardare troppo in là. Ma quando si entra in questo circolo negativo, per qualche inspiegabile motivo, lo stimolo e la carica sono latitanti. Niente da fare, mi fermo esausto. Riparto per rifermarmi qualche centinaio di metri dopo. Quindi ecco il disonore massimo: incomincio ad incamminarmi spingendo la bici. Ma come? Su una salita del 10%? Come quella di casa (la Meltina)?. Sissignore! Sto proprio spingendo a piedi. E qui i pensieri negativi prendono il sopravvento: il “classico”: “ma chi me lo fa fare”? - “Forse mi conviene dedicarmi a qualcos'altro” - “Ormai ho 50 anni, e non ho più l'età per certe cose” e poi la preoccupazione maggiore: la Ötztaler Radmarathon di fine agosto, a cui sono iscritto. Se questo, che non è neppure un antipasto, mi riduce in queste condizioni, quando mai riuscirò a portarla a termine?
Si ferma un furgoncino e il conducente, vedendomi spingere, mi chiede se voglio un passaggio. Più per timidezza che per orgoglio, lo ringrazio ma rifiuto. Mi pento praticamente subito, mentre guardo la sagoma allontanarsi. Risalgo in sella, metto il rapportino e zigzagando, in qualche modo, obbligandomi a non fermarmi, raggiungo il Lago dei Cei. Sono spossato. Vorrei tanto una Coca Cola, ma non trovo nessun bar. Mangio la banana e una barretta, bevo e soprattutto, mi sdraio su un prato per un quarto d'ora. Che bene che si sta sdraiati! Ecco questo è il mio sport: lo sdraio! Guardo l'ora: le 17.20. Devo ancora salire i 6 km fino al Passo Bordala, poi scendere a Ronzo risalire i 3 km fino al Santa Barbara, poi scendere a Arco. Quindi risalire il Passo Ballino, scendere a Ponte Arche e risalire fino ad Andogno. Quello che sulla carta era fattibilissimo, ora mi fa rendere conto che non ce la posso fare ad essere lì per la cena. L'aria più fresca dei 1000 m mi rigenera un po' e raggiungo il Passo Bordala pian piano. Da lì chiamo la morosa, sforzandomi di avere una voce allegra e mascherare la cottura. Le dico che ho avuto dei problemi tecnici, il vento, la dimostrazione dei monaci tibetani che hanno bloccato la strada del Bordala, il blocco del traffico per la scoperta di un Tyrannosaurus Rex vivo (!)... insomma, le scuse più infime per nascondere la verità: cioé una cotta micidiale. Se avessi detto la verità mi sarei sentito dire le solite cose:”ma chi te lo fa fare?” - “Non hai più l'età per queste cose”....cioè le stesse che ho pensato io. Ma dette dalla compagna danno piú fastidio, quindi via libera alle balle.
In poche parole: “Mi verresti a prendere ad Arco, altrimenti non riesco ad essere lì per cena?” - “OK”.
Scendo a Ronzo Chienis e risalgo verso il Passo Santa Barbara. Anche qui, porca pupazza, pendenze a due cifre. Fortuna che è corto. Mi butto in discesa...beh, butto proprio no...scendo piuttosto piano perché la cotta mi ha annebbiato anche i riflessi.
Arriviamo praticamente insieme. Carico mestamente la bici in auto, come un professionista del Tour che getta la spugna. “Porca miseria, senza quegli intoppi il Passo Ballino lo spianavo!!” dico, sapendo di non essere molto convincente. Sono contento di sedere in auto e penso a quei terribili momenti di poche ore prima.
Forse, anche il fatto di essere stato da solo ha appesantito questa esperienza. Spero che mi serva da insegnamento ed essere pronto che quando arriva...arriva; che quando non “é giornata” c'é poco da fare.
 
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gaspa79

Apprendista Velocista
15 Novembre 2010
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Veneto Felice
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Non me ne parlare di cotta !!!!! Ne ho presa una terribile alla Monte Grappa Challenge di sabato. Fatto il primo versante (Capra) sento che le gambe sono dure a causa delle punte di pendenza al 20% ma mi dico : "ora mi riposo in cima, mangio qualcosa così recupero un po' prima della seconda e ultima ascesa".

Faccio così, ma quando attacco la salita di Campocroce alle 12.00, sento che non ce la posso fare. Il sole scotta, non c'è praticamente ombra e sono solissimo (neanche una persona con cui scambiare due chiacchiere per distrarsi). Mi dico : "va bene, cerco di arrivare fino a campocroce - 10 km all'8%- e poi tornerò giù senza essere arrivato in cima la seconda volta" :cry:.

PS: dopo campocroce ci sono ancora 8 km al 10% di pendenza media (con punte del 14%) e pensandoci in quel momento non riesco proprio ad immaginare di potercela fare.

A metà della salita di Campocroce, arrivo al punto dello scoppio psicofisico totale. Per ben tre volte, in corrispondenza di due tornati e un bar, quasi la gamba si ferma di pedalare perché la testa sta cedendo definitivamente, ma, non so nemmeno io come, riesco a non mollare e riprendere la fiacchissima pedalata. L'unica cosa che mi solleva è che al bar (Puppolo) c'è il punto di controllo ancora aperto (quindi non sono ancora fuori tempo massimo :hail:).

Passato io, l'omino prende e se ne va (scena fantozziana :rosik::rosik::rosik: ). Ero l'ultimo dei non scoppiati, ma anche il primo degli scarsi !!!! :)

Arrivato a campo croce quasi butto la bici per terra, vado al bar, mi prendo un the caldo con un secchio di zucchero e ci mangio 2 barrette. Trovo qualche persona con cui scambiare due chiacchiere (non erano ciclisti per fortuna). Dopo un quarto d'ora mi dico :"proviamo ad andare avanti e vediamo se riesco a scollinare almeno Baita Ca'mol". Però rifletto e mi rendo conto che non ho più gambe e quindi, se ce la faccio, devo riuscirci di testa. Quindi penso a qual'è la musica più rilassante che ho nel cell: devo assolutamente liberare la mente. E così metto il requiem di Mozart, salgo in sella, pedalo (scandalosamente piano - 30 pedalate/min con 34x28) a testa bassa senza guardare mai avanti ma solo per terra e mi metto a pregare. Incredibilmente riesco a tenere la stessa velocità media della prima parte (che presentava una pendenza media inferiore). Una volta scollinato a Baita Ca'mol mancano "solo" 6 km. Inizio a credere di potercela fare e in effetti, riesco a superare gli altri due strappi duri e arrivare in cima al rifugio Bassano o-oo-oo-o

Come tempo è stata un'ascesa che definire vergognosa è eufemistico, ma la soddisfazione per avercela fatta a superare la cotta è stata grande !!!! Ma è mancato veramente un nulla che mollassi.
 

green dolphin

Scalatore
3 Gennaio 2008
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Arrivo a Trento e mi concedo una pausa gelato.

Per me la chiave di volta è stata questa: non saresti il primo a cui gli zuccheri in circolo alzano repentinamente la glicemia, che poi solitamente crolla dopo circa 20-30 minuti, lasciando il ciclista senza forze.

Poi con 35° tutto si complica, anche quello che sembrava normale e possibile, diventa difficile.

Vabbè dai, vedila così: meglio ieri che alla Oetztaler :mrgreen:
 

rapportoagile

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Scapin Dyapason
Per me la chiave di volta è stata questa: non saresti il primo a cui gli zuccheri in circolo alzano repentinamente la glicemia, che poi solitamente crolla dopo circa 20-30 minuti, lasciando il ciclista senza forze.

Poi con 35° tutto si complica, anche quello che sembrava normale e possibile, diventa difficile.

Vabbè dai, vedila così: meglio ieri che alla Oetztaler :mrgreen:

Speriamo: per la Ötzi posso contare su qualche km nelle gambe in più, e importantissimo, lo stimolo degli altri partecipanti. Ripensandoci bene, una parte della cotta è stata anche psicologica. Avessi avuto qualcuno al mio fianco, forse sarebbe andata diversamente.
Gli zuccheri cui ti riferisci sono quelli del gelato mangiato a Trento circa 1/2 ora prima? Porca miseria, ero convinto che mi avrebbe dato un po' di energia, e non che me la togliesse. Devo proprio imparare tante cose
 

Trubbio

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28 Luglio 2010
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Speriamo: per la Ötzi posso contare su qualche km nelle gambe in più, e importantissimo, lo stimolo degli altri partecipanti. Ripensandoci bene, una parte della cotta è stata anche psicologica. Avessi avuto qualcuno al mio fianco, forse sarebbe andata diversamente.
Gli zuccheri cui ti riferisci sono quelli del gelato mangiato a Trento circa 1/2 ora prima? Porca miseria, ero convinto che mi avrebbe dato un po' di energia, e non che me la togliesse. Devo proprio imparare tante cose

Capita a tutti di fare errori di valutazione non abbatterti!
Quanto agli zuccheri è fisiologico questo calo, immettendo tanti zuccheri (non so quanti ne contenga di preciso un gelato) si ha il cosidetto "picco glicemico"...se questo picco è bello sostanzioso il pancreas si accorge e inizia a produrre insulina che ha come scopo di abbassare l'indice glicemico del sangue...si ha quindi il picco seguito dal calo (in genere consistente) con conseguente annullamento dei benifici sperati e, peggio ancora, fiacchezza totale!
Non in tutti i soggetti poi si manifesta in modo da compromettere la prestazione...ora non ricordo di preciso se Ulrich o Tomkov facevano colazione prima delle tappe anche con 9 e dico NOVE croissant e di cali non ne avevano...(ma magari erano aiutati da altro :wacko:)
 

green dolphin

Scalatore
3 Gennaio 2008
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Speriamo: per la Ötzi posso contare su qualche km nelle gambe in più, e importantissimo, lo stimolo degli altri partecipanti. Ripensandoci bene, una parte della cotta è stata anche psicologica. Avessi avuto qualcuno al mio fianco, forse sarebbe andata diversamente.
Gli zuccheri cui ti riferisci sono quelli del gelato mangiato a Trento circa 1/2 ora prima? Porca miseria, ero convinto che mi avrebbe dato un po' di energia, e non che me la togliesse. Devo proprio imparare tante cose

Dai, almeno la tua proverbiale ironia l'hai mantenuta: è fondamentale per affrontare qualsiasi cosa, anche una cotta.

Caro Claus la prox volta che senti che stai per cedere, se ti va chiamami al telefono, ti faccio compagnia e ci facciamo due risate: vedrai che un po' migliora o-o

Cmq sì, il gelato è tremendo (mangiato durante), soprattutto perché è sempre ricchissimo di zuccheri semplici + maltodestrine in alcuni casi. Se cerchi energia dagli zuccheri mentre pedali, è meglio che sia da quelli a lento rilascio o dal fruttosio (miele ad esempio), lo zucchero semplice al massimo ve bene per la volata finale :mrgreen:
 

aba8

Gregario
25 Luglio 2007
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lago di garda
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... il problema è stato il vento ( l'ora )da mezzolombardo a aldeno , per tenere una media accettabile hai sprecato un' sacco di energie per niente , se ti accontentavi di una velocità di 23/25 km/h saresti arrivato ad aldeno in buone condizioni , inoltre il caldo ha fatto il resto ..... se fai il percorso la mattina non dovresti aver problemi....
ciao roby
 

Daddy

Maglia Rosa
10 Settembre 2007
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Terni
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2 - Bdc FRW Hunters Hill, Mtb FRW Eldorado, Scarpe Run Saucony e Asics
Capita a tutti di fare errori di valutazione non abbatterti!
Quanto agli zuccheri è fisiologico questo calo, immettendo tanti zuccheri (non so quanti ne contenga di preciso un gelato) si ha il cosidetto "picco glicemico"...se questo picco è bello sostanzioso il pancreas si accorge e inizia a produrre insulina che ha come scopo di abbassare l'indice glicemico del sangue...si ha quindi il picco seguito dal calo (in genere consistente) con conseguente annullamento dei benifici sperati e, peggio ancora, fiacchezza totale!
Non in tutti i soggetti poi si manifesta in modo da compromettere la prestazione...ora non ricordo di preciso se Ulrich o Tomkov facevano colazione prima delle tappe anche con 9 e dico NOVE croissant e di cali non ne avevano...(ma magari erano aiutati da altro :wacko:)

Io quando ero ignaro di certi meccanismi e avevo pochi km sulle gambe mi portai un contenitore con dello zucchero da cucina, almeno se andavo in crisi (primo errore) con lo zucchero mi ripigliavo subito (2° errore)....infatti quando al ritorno (circa 30km da casa, in totale 90km andata e ritorno) iniziarono i crampi (neanche sali avevo nella borraccia, solo acqua ed era caldissimo, ore 12 circa, luglio:wacko:), prendo lo zucchero e subito la spinta e penso meno male, di li a poco il calvario fino a casa...:wacko:...le brutte esperienze insegnano.

Ora viaggio con frutta disidradata e miele + acqua e sali. ;) e 10 euro di carta, si sa mai...:mrgreen:

Però che spasso leggere le vs. cotte....con tutto il rispetto!.
 

carrai

Apprendista Scalatore
29 Maggio 2008
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Pegoretti
Ho letto con molta attenzione il tuo racconto........mi sono anche commosso......storie di uomini veri....e anch'io avrei molto da raccontare.......
 

Redoute

Maglia Amarillo
31 Maggio 2007
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Lazio
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Bici
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Proprio ieri sera stavo rileggendo il quaderno dove avevo "raccolto" tutte le impressioni e le sensazioni delle mie uscite in bici dell'anno 1997 e proprio nel febbraio di quell'anno, durante un giro con alcuni miei amici, presi una bella cotta dovuta perlopiù a crisi di fame.
Non fu l'unica, ce ne sono state altre due (una forse ancora più "tosta") nell'arco della mia carriera, fortunatamente in un modo o nell'altro sono riuscito a riportare la bici a casa ma solo perché non ero troppo lontano...
Non sei il solo a cui sono capitati episodi del genere...
o-o
 

elettricista

Apprendista Passista
9 Novembre 2008
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Novara
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bel racconto dettagliato sempre nei particolari anche a me è capitata qualche anno fa, bruttissime sensazioni che hanno impiegato un pò a passarmi, comunque sono servite per farmi capire bene il meccanismo dell'alimentazione durante le mie uscite.
 

matteosverige

Pedivella
28 Luglio 2008
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Göteborg, Svezia
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Zullo, Colnago, Canyon
Avevo letto su un libro che Fignon qualche settimana prima del Tour de France faceva sempre una uscita in solitaria per cercare "la cotta". In qualche maniera voleva che il suo corpo si ricordasse che "la cotta" è in agguato...
 

Tiger1050

via col vento
21 Maggio 2011
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Ortona
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BMC gf02
qualcuno illumina anche me sul meccanismo dell'alimentazione ?

l'utilizzo di zucchero semplice prima e durante un'attività fisica è sconsigliabile proprio per l'effetto paradosso che esso produce; ingerito in condizioni di ipoglicemia viene subito assorbito e mandato nel circolo sanguigno; il repentino rialzo dei valori glicemici, spesso molto oltre la soglia di normalità, induce un altrettanto repentino aumento di insulina anch'essa in questo caso eccedente i normali valori; come si sa la funzione dell'insulina è quella di abbassare la glicemia nel sangue per cui accade che essendocene così tanta essa sequestra (in realtà rende permeabili al glucosio le cellule, soprattutto quelle adipose che trasformano lo zucchero in grasso ahimè!!!) il glucosio nel sangue in maniera massiva, tanto massiva che i valori possono scendere al di sotto di quelli che si avevano inizialmente prima di ingerire lo zucchero! In persone ipersensibili ci possono essere anche mancamenti o svenimenti; in generale c'è un maledetto senso di spossatezza; per questa ragione i diabetici che fanno l'insulina sono consigliati, nel caso vadano in ipoglicemia, di mangiare un paio di fette biscottate; concludo dicendo che questo fenomeno accade con lo zucchero semplice perchè esso è digeribilissimo e passa subito in circolo; questa sua caratteristica è espressa da un alto valore di indice glicemico che è un parametro che indica di quanto un cibo, una volta ingerito faccia aumentare la glicemia. Lo zucchero ha indice glicemico pari a 100 (il più alto) il riso da 55 a 70 a seconda dei tipi, della cottura (meno cotto è meglio) e se integrale o meno; il fruttosio ha un indice molto basso, addirittura 20, questo significa che con la sua assunzione non si ha la botta insulinica ma anzi si ha un rilascio graduale; personalmente consiglio il miele che è composto prevalentemente di fruttosio ma anche di una miscela di altri zuccheri e altre sostanze molto benefiche per la salute...oltre che essere molto buono da solo o con pane o fette biscottate.