Inutile arrovellarsi con le chiacchere, i freni a disco sono una miglioria senza ombra di dubbio. Sia per la sicurezza sia per le prestazioni di chi sa andare in discesa. Il resto è tutta aria fritta.
Amen.
Inutile arrovellarsi con le chiacchere, i freni a disco sono una miglioria senza ombra di dubbio. Sia per la sicurezza sia per le prestazioni di chi sa andare in discesa. Il resto è tutta aria fritta.
Continuo a non capirti
Non prenderla come un offesa ma la differenza tra la filosofia e la tecnica sono le prove sul campo
vorrei capire quanti li hanno i freni a disco idraulici viste le centinaia di pagine scritte....
Sicuri siamo in 4, ma gli altri???
parlare senza provare non va mai bene, io l'ultima discesa seria che ho fatto è stata davvero divertente perché puoi sbizzarrirti a frenare all'ultimo, scendere pinzato per moderare la velocità, hai sempre la potenza frenante quando serve.
per frenare forte basta 1 dito, se è umido per terra c'è più sensibilità, se piove i freni sono efficienti sempre, non c'è il problema della pista in carbonio, non si surriscaldano le pareti col rischio per la camera d'aria o per il tubolare ecc ecc
insomma...tanti pro sicuramente.
Non ti si stancano le mani neanche in discese molto lunghe, freni bene anche con le dita intorpidite dal freddo...
Cmq hai ragione, basterebbe provarli
Non sbagli.
Molti professionisti preferiscono la frenata interamente meccanica, che offre una sensibilità maggiore, più nitida e diretta.
I caliper idraulici non attecchiranno, così come non lo hanno fatto nel settore MTB, che è passato dai cantilever ai v-brake ai dischi, sebbene Magura avesse sempre avuto i suoi freni idraulici HS33 con pattino, utilizzati addirittura da John Tomac.
Infatti quei freni sono ancora in produzione, e in Germania-Austria ne vendono moltissimi per le bici da turismo.Sono comunque gli stessi freni che monta oggi la ktm elettrica di mia moglie...(e la bici pesa 25 kg...).per inciso mia moglie ha anche una bdc e una mountain, questa serve per la spesa...l'idraulico in questo caso funzia bene anche senza disco con uno sforzo alla leva minimo
Permettimi di porre la questione in altro modo partendo da quello che dici.Hai ragione. Ma io non ho mai messo in discussione la validità tecnica dei dischi. Ne ho discusso l'indispensabilita per le bdc alla luce delle mie esperienze e di quelle di chi in bici ci corre abitualmente constatando una diffusione, ad oggi, meno che parziale nonostante la disponibilità sul mercato già consolidata. Ed infine ho contestato le previsoni di una loro futura, sicura diffusione. per questo non capisco l'accostamento ai miliono di ct incompetenti della nazionale di calcio, alla filosofia, ed agli empirici a tutti costi
Permettimi di porre la questione in altro modo partendo da quello che dici.
Se concordiamo con la validità tecnica dei freni a disco e concordiamo anche che non sono indispensabili.
Se dovessimo cambiare bici a breve cosa compreremmo. Disco o Tradizionale?
... considerando che i prof nel 2016 inizieranno ad usarli e che di solito il mercato (noi) ragiona: "se li usano i prof ... allora servono"
... considerando che all'eurobike di settembre ormai tutte le case presenteranno modelli road di punta con freni a disco
... considerando che come conseguenza una bici con freni tradizionali perderà mercato (rivendibilità)
Secondo me la risposta è che sarebbe "conveniente" acquistare una bici nuova con freni a disco. Se poi ci aggiungiamo che magari ci sono anche dei vantaggi nella sicurezza ...
Pongo quindi questo nuovo punto di vista per affrontare il tema dei freni a disco
Oddio, nel mondo mtb costo, intercambiabilitá e peso sono problemi ampiamente superati
E' il parallelo col mondo mtb che continua a falsare il ragionamento, secondo me.
La produzione di una ruota a disco per la MTB è religione per una casa costruttrice.
E' diverso per la strada, dove ritengo, forse sbagliando eh, che il portafoglio del consumatore, a libera possibilità di scelta, continuerà a privilegiare altre caratteristiche del componente (leggerezza ecc..).
Invece il parallelo ci sta, perché le stesse problematiche sono saltate fuori in mtb passando dai v-brake ai dischi. Anche all'epoca ci fu un periodo ibrido, in cui qualcuno che non aveva il telaio predisposto, li montava all'anteriore perché la forcella lo prevedeva. Poi per le prime ruote spesso si usavano cerchi da v-brake, montati con mozzi disk, in modo da poterle utilizzare su bici diverse (disk e non-disk).
Così sarà ora, non ci sono ancora tanti cerchi solo per disco da strada (ma comunque già molti di più di quelli che c'erano con la mtb), e molti come @flavio-resana hanno montato infatti cerchi con piste frenanti.
Non vedo limitazioni alla libertà di scelta: i dischi consentiranno di alleggerire i cerchi, che sono massa rotante, ed è quindi un punto in più. Non solo per la qualità della frenata di cui si è parlato ampiamente. Anzi, si potranno montare cerchi in carbonio per copertoncino od in alluminio molto tirati nei pesi, perché comunque non ci sarà più lo stress del calore che scalda il cerchio e rischia di fare esplodere la camera d'aria. Col tubeless poi la situazione migliorerà ulteriormente. Insomma, più che limitazioni, si aprono possibilità che col sistema odierno sono abbastanza vincolate dal fatto che una parte del cerchio deve essere dedicata alla frenata, con tutte le problematiche che ne derivano.
Tra l'altro la mtb ha già ampiamente fissato lo standard sia per il diametro dei dischi, etc., quindi intercambiabilità massima, che adesso non hai. Con un telaio da strada tipo "Gravel" come questo [URL="http://www.ninerbikes.com/RLT9"][url]http://www.ninerbikes.com/RLT9[/URL][/URL] potrai fare asfalto, sterrato, montare copertoncini da strada fino a 28, da cx da 30-32, montarci le ruote della mtb da 29 con copertoni non troppo larghi e trasformarla in una bici da viaggio, etc. E' una bici da corsa, ma con un cambio di ruote può trasformarsi in qualcos'altro. E questo grazie al sistema a disco, ai mozzi con battuta da 135 da mtb: sarebbe impossibile farlo allo stato attuale delle cose: una bici da corsa con i freni tradizionali tale rimane, al massimo puoi usare le ruote su un telaio da ciclocross, ma per far questo devi avere due bici.
Nel mercato italiano è la principale variabile, visto la quantità di persone che usano il mondo delle competizioni come valutazione della validità di una soluzione. Della serie appunto "se la usano i pro allora va bene", senza considerare che le esigenze dei pro non sono quasi mai le stesse di chi pro non è...Il fatto che un determinato sistema sia o meno in uso ai pro è solo una variabile che condiziona il mercato.
Io a parte l'utente che hai citato (che ha purtroppo da poco messo in vendita qui sul mercatino la sua bici) e Saligari non ne ho ancora visti. Di sicuro non sono molti. E di sicuro non c'è la fila ai negozi.
All'alleggerimento del cerchio (privato di pista frenante) corrisponderà un appesantimento notevole della forcella (che dovrà essere strutturalmente più robusta e pronta a sopportare carichi ben superiori e sbilanciati - lo sbacchettamento è ancora un problema, checche se ne dica, vedi Focus Mares in cx) e soprattutto per via dei dischi di metallo e degli impianti relativi.
I pesi finali, eccezion fatta per le eccellenze tecniche ancora costose tipo quelle montate dal super esperto @eliflap (a proposito, chapeau) saranno ancora superiori rispetto a trasmissioni tradizionali tipo Red o SR o DA, e quindi per lo più assolutamente deterrenti.
La sicurezza ne gioverebbe, ma non oltre limiti fisiologici, che già ora paiono ben avvicinati dalle capacità di guida e di staccata (brutto termine) di alcuni ciclisti in grado già con gli impianti tradizionali di mettere in difficoltà le moto aprifila in discesa.
Del bagnato in discesa si è già lungamente discusso ed effettivamente è l'unica situazione in cui si potrebbero registrare vantaggi tangibili.
Il vezzo di poter vantare una bici tecnologicamente avanzata lo si potrà recuperare con minor problemi di manutenzione (ricordati di fare lo spurgo freni prima di andare in gara e controllare l'efficienza dell' impianto ed augurati che non si verifichino guasti alle ruote) attraverso la scelta di telai iperleggeri, con soluzioni tecniche diverse (penso all'integrazione dei componenti ed alla sobrietà ed eleganza del passaggio interno cavi che renderebbero la manutenzione dei dischi ancora più rognosa).
Insomma le prospettive di chi va in bdc sono parzialmente diverse da quelle di chi va in MTB, per quanto vi sforziate di accomunarle non saranno mai le stesse.
E le bici non potranno che rispecchiarle.
Altrimenti domattina potrebbe svegliarsi il genio di turno e spiegarci che il manubrio curvo della bdc non è più funzionale all'avvistamento tempestivo degli ostacoli in gruppo e quindi spiegarci che bisogna montare il flat.
Oppure che la Parigi Roubaix fa male alle otturazioni dei ciclisti e quindi è molto meglio affrontarla con una 29er o con una forcella ammortizzata. tanto la velocità non cambierebbe di molto.
Come si capisce, a parte le comprensibili perplessità dei puristi della bicicletta da corsa (quella con le ruote sottili :eek:), ci sono molteplici argomenti che impediscono l'accostamento dei due mondi (non esisterebbero due forum diversi senno)
Il fatto che alla fine siano tubi saldati (o stampati) su due ruote non significa che il mezzo sia identico e che tutti debbano omologarsi a quel che qualcuno preferisce.
Ciò posto, ognuno deve sentirsi libero di effettuare le scelte che ritiene migliori per se, possibilmente senza farsi condizionare dall'UCI, dalle logiche di marketing o dalle opinioni di qualche vecchio sclerotico e monotono utente del forum come me.
Continui a ripetere cosa già dette.
Nessuno sta dicendo che c'è la fila ai negozi, si sta ragionando su come il mercato risponderà a questa variante tecnica nel futuro immediato.
Ti parlo di alleggerire masse rotanti e tu mi parli di pesi statici, di forcella, etc. Le stesse questioni c'erano con la mtb, all'epoca avere una bici che pesasse intorno ai 9 kg. era un plus valore ed era un obiettivo da raggiungere dal punto di vista prestazionale. Quindi non vedo prospettive divergenti, se non che la mtb per il tipo di uso del sistema frenante in discesa era la prima candidata al cambiamento, per necessità più che per vezzo. Ma per il resto i parallelismi sono identici: forcella che sbacchetta in frenata? Hai mai avuto una SID con gli steli da 28 (che tra l'altro sbacchettava anche coi v-brake)?!? Quando sono arrivati i dischi anche nella mtb hanno dovuto rivedere tutto il sistema forcella, e le flange dei mozzi, etc. Non vedo differenze a livello tecnico su quello che si andrà a fare sulla bdc. Ci sarà necessità di alleggerire? Ebbene, lo hanno già fatto con la mtb...
Le prospettive sono le stesse: sistema frenante a disco, componenti leggeri, forcella granitica e telai in grado di non andare in crisi per le forze esercitate dalla pinza posteriore. Del resto lo scrivi tu stesso
"Il fatto che alla fine siano tubi saldati (o stampati) su due ruote non significa che il mezzo sia identico e che tutti debbano omologarsi a quel che qualcuno preferisce"
Sono gli stessi tubi, stessi disegni, le pinze sono collocate nelle stesse posizioni, gli stress sono simili (maggiori nella mtb), le ruote devono affrontare le stesse problematiche a livello di mozzo e cerchio.
Non c'è bisogno di sforzarsi a trovare un parallelismo...
Nel mercato italiano è la principale variabile, visto la quantità di persone che usano il mondo delle competizioni come valutazione della validità di una soluzione. Della serie appunto "se la usano i pro allora va bene", senza considerare che le esigenze dei pro non sono quasi mai le stesse di chi pro non è...