Il bello è che l'ha chiusa attorno ad un paletto, come se qualcuno pensasse di rubargliela.....ah, beh...oddio...sì...è possibile: un alcolizzato come lui
Il valore intrinseco del prototipo e' potenzialmente incalcolabile, pertanto il lucchetto e' spiegabile. Prescindendo il fatto che l'inventore tenda ad inebriarsi abitualmente di liquori
che voi umani non potreste nemmeno immaginare, non mancano diversi elementi d'interesse ingegneristico:
1. L’impennata è grandemente facilitata dal passaggio della trazione dalla ruota posteriore a quella anteriore (non a caso è stata recentemente installato un
Maxxis Larsen 26x2.00, pneumatico che, notoriamente, si tende a montare al contrario – nel posteriore – allo scopo di ottenere un maggior grip).
2. Quando non utilizzata per le impennate, la terza ruota svolge la funzione di spandi-guano (in pratica fango e sporcizia vengono dirottati dalla schiena del ciclista al parabrezza del veicolo che ci segue), ulteriormente confermato dalla presenza del mudguard che protegge dagli schizzi sul fondoschiena mentre ci si esibisce in improbabili – e sicure – impennate.
3. Il celerifero in oggetto non necessita di deragliatore anteriore: data la natura del dispositivo, il passaggio da una corona all’altra sulla tripla si effettua agevolmente assestando un poderoso calcione sulla catena.
Detto questo, il prototipo in oggetto ha due punti di miglioramento:
- Cambio posteriore. Poiché il comando si trova maldestramente legato con uno cinghietta al tubo orizzontale del telaio inferiore, per cambiare bisogna fermarsi e scendere oppure chiedere* al piu’ vicino passante “Ursäkta, jag behöver din hjälp” (per favore, mi puo’ aiutare?) il quale rispondera’ “Vadå, vad har hänt? (Che cosa è successo*²?)”
- Catarifrangente posteriore. Malgrado il codice della strada ne imponga la presenza, l’effetto visivo della bici oltre all’abbondante presenza di strisce adesive sui raggi atta a provocare un gran fracasso, molto difficilmente riuscirà a non catturare l’attenzione*³ dei automobilisti e pedoni.
Oppure l'intera idea e' il risultato di una notte passata a bere con in mano una saldatrice e, dissipati i fumi dell'alcol la mattina successiva, la "bici" e' stata portata fuori ed esposta al mondo quale monito ai beoni
Dimenticavo: questa mia delirante dissertazione lascia intendere che lo scrivente abbia scoperto dove l'ideatore della bici in oggetto abbia nascosto il brännvin
* Invito chiunque allo studio dello Svedese. La conoscenza – seppur sommaria e superficiale – dell’idioma in questione ha il non trascurabile vantaggio di annoiare a morte le proprie compagne che, progressivamente, smetteranno di chiedervi di accompagnarle all’Ikea lasciandovi molto più tempo a disposizione per andare in bici.
*² La risposta, non incidentalmente, è priva di soggetto: con “cosa è successo” non si riferisce tanto al ciclista quanto alla bici (si osservi l’ambiguità nella coniugazione del verbo “hända” nella seconda (du) e terza (han/hon/den/det) persona nella forma perfetta).
*³ Si legga come "vedendosi d'improvviso piombare addosso quel coso che emette un frusciante frastuono, si risecheranno scompensi cardiaci, coccoloni, schioponi, etc.