Tour de France 2007, T.Dekker confessa 3 settimane all'insegna del doping

dany74

Pignone
22 Luglio 2009
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Thomas Dekker ha sollevato il velo che copriva l'ombra del doping sulla Rabobank. Nel 2013, quando confessò il suo ex compagno di squadra Michael Boogerd, si rifiutò di commentare per lasciare la replica al suo libro "Thomas Dekker, mijn gevecht" (Thomas Dekker, la mia battaglia, n.d.r.), redatto dal giornalista Thijs Zonneveld. In questo libro, Dekker racconta i dettagli del Tour de France 2007 di Boogerd tra doping, TUE (Autorizzazione ad Uso Terapeutico, n.d.r.) di cortisone fasulle e prostitute.
I due corridori erano compagni di stanza e nel libro vengono raccontati i segreti più scabrosi dell'esperto compagno di squadra. Ad esempio viene descritto di come gli descrivesse la banca del sangue plasma umano che stava usando per doparsi tramite il suo manager Stefan Matschiner. Inoltre, al fine di ottenere Dynepo (EPO di seconda generazione, n.d.r.) da un atleta sloveno e iniettarselo otto volte durante il Tour de France, Dekker descrive l'abuso delle esenzioni UCI a fini terapeutici (TUE). Confessa che "ogni giorno usavamo il cortisone" con un regolare certificato medico, lasciando chiaramente comprendere come, nel 2007, nonostante l'Operacion Puerto fosse in pieno svolgimento, poco fosse cambiato per i corridori. Prende come spunto la vigilia ancora di quel Tour, con i medici della squadra che proponevano loro "ogni mattina alle 6, prima che i controllori potessero arrivare, una flebo di acqua per abbassare l'ematocrito di due o tre punti".
Nel corso di quel Tour de France, è rimasto poi famoso l'obbligo del loro compagno Michael Rasmussen a lasciare la corsa, dopo che venne allo scoperto che aveva mentito sulle sedi di allenamento e che era stato trovato positivo alla Dynepo. Dekker assicura che non ne erano a conoscenza e confessa però che aveva "messo a punto un sistema per se stesso apparentemente funzionante" e che trovavano assurdo che l'estromissione fosse dovuta all'aver trasgredito le regole, cosa che in squadra facevano tutti regolarmente. Dekker spiega infatti che fosse impossibile che De Rooij ed Erik Breukink non sapessero quello che succedeva in quanto non monitoravano i loro corridori durante gli allenamenti, mettendo in pratica "una sorta di tolleranza".
Viene poi raccontato di quando, annoiati in camera, chiamarono delle prostitute dell'est europeo che però si rivelarono "meno belle di come apparivano nelle foto sul sito".



Da Giampaolo Almeida

da www.cyclingpro.net
 

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Poi leggo ste cose e mi sale la tristezza

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si grazie
che poi mi giunge nuovo sto dekker ha vinto diverse cose in carriera e si è ritirato 2 anni fa ma il suo nome non mi ricordava nessun ciclista

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