Apro questo topic sperando che l'argomento non sia stato già trattato, in ogni caso ho cercato ma non ho trovato nulla di simile; al massimo scusatemi e per favore mandatemi un link alla discussione
Venendo al problema che volevo porvi: mi chiedo quanto sia credibile il nuovo ciclismo di oggi, il quale, nonostante sia osannato da telecronisti e corridori stessi come uno sport totalmente diverso da quello di una quindicina di anni fa, uno sport pulito e dove il doping è l'eccezione alla prassi, totalmente condannato da giornalisti e atleti, vede poi alla direzione delle varie squadre spesso ex-campioni già tristemente famosi per casi di doping nella loro carriera agonistica. Penso per esempio a Vinokurov, ora manager dell'Astana, già beccato nel 2007 a farsi trasfusioni; oppure a Riis, ora manager della Tinkoff, soprannominato persino Monsieur 60% per il suo livello di ematocrito quando correva. Ora questi personaggi, massimi rappresentanti del ciclismo malato degli ultimi anni e che ora si dice morto, sono alla guida di squadre e di campioni di oggi.
Personalmente preferisco sempre pormi in buona fede verso chi vedo correre e vincere (altrimenti che gusto c'è a guardarsi una bella tappa del Giro o del Tour?), ma che mi si venga a dire che quello di oggi è un ciclismo diverso mi lascia un po' perplesso finché a manovrare le fila sono gli stessi nomi che 10-15 anni fa avevano fatto scandalo in questo sport. Trovo tutto ciò un controsenso che non riesco a spiegarmi.
Venendo al problema che volevo porvi: mi chiedo quanto sia credibile il nuovo ciclismo di oggi, il quale, nonostante sia osannato da telecronisti e corridori stessi come uno sport totalmente diverso da quello di una quindicina di anni fa, uno sport pulito e dove il doping è l'eccezione alla prassi, totalmente condannato da giornalisti e atleti, vede poi alla direzione delle varie squadre spesso ex-campioni già tristemente famosi per casi di doping nella loro carriera agonistica. Penso per esempio a Vinokurov, ora manager dell'Astana, già beccato nel 2007 a farsi trasfusioni; oppure a Riis, ora manager della Tinkoff, soprannominato persino Monsieur 60% per il suo livello di ematocrito quando correva. Ora questi personaggi, massimi rappresentanti del ciclismo malato degli ultimi anni e che ora si dice morto, sono alla guida di squadre e di campioni di oggi.
Personalmente preferisco sempre pormi in buona fede verso chi vedo correre e vincere (altrimenti che gusto c'è a guardarsi una bella tappa del Giro o del Tour?), ma che mi si venga a dire che quello di oggi è un ciclismo diverso mi lascia un po' perplesso finché a manovrare le fila sono gli stessi nomi che 10-15 anni fa avevano fatto scandalo in questo sport. Trovo tutto ciò un controsenso che non riesco a spiegarmi.