Percorre, non per correre, ovvero la mia prima "300" in notturna: impressioni.

Oscar81

Novellino
19 Marzo 2015
57
19
Torino
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Bici
Quella ce l'ho!!
Ieri ho completato la mia prima "300", la randonnée "Percorrere, non per correre", organizzata dalla ASD Susa, da Chivasso a Gravellona Toce e ritorno.
Si partiva alle 24.00 e, oltre ad essere la mia prima randonnée da 300 km, era anche la mia prima notturna in bici da corsa.
Provo pertanto a scrivere qualche consiglio, da neofita desideroso di imparare, per chi fosse interessato a cimentarsi in una manifestazione di tale categoria.
Avevo letto molto, sia sul sito che sui vari blog presenti in internet, ed avevo sentito diversi pareri sulle randonnée notturne e sull'abbigliamento adatto, ed alla fine ho deciso di partecipare e provare questa nuova esperienza: che dire ... magnifica!
L'agitazione per la pedalata in notturna su strada ha lasciato presto il posto al fascino della notte. La presenza del "gruppo" ha favorito il senso di sicurezza e le stradine di campagna con il silenzio rotto solo dal fiatone e dai rumori dei cambi meccanici che lavoravano in salita, illuminate dalla luna piena, ha creato immagini che spero mi rimarranno nella mente per un bel po' di tempo.
Iniziamo allora dall'illuminazione: bretelle catarifrangenti, luci di posizione lampeggianti anteriori e posteriori, luce "da speleologo" sulla fronte e luce di posizione fissa sul manubrio: non bastavano per illuminare bene il sedime stradale e le sue insidie.
Certo, ero visibile alla auto ma in discesa le buche venivano illuminate troppo tardi. L'ideale sarebbe stato il mozzo con dinamo ed il faretto. Ci penserò per le randonnée più lunghe. Onestamente ho visto che anche con luci più potenti a batteria (senza mozzo) si riusciva ad illuminare la strada senza troppi patemi. Ovviamente in tal caso si perdeva in autonomia ma si trattava dopotutto di una 300 e le tenebre sarebbero durate solo 6-7 ore.
Vestiario: salopette corta felpata (della Parentini, ottimo rapporto qualità - prezzo e fondello strepitoso), gambali felpati, maglia intima maniche lunghe in lana merinos (della Quequa, comprata anni fa da Decathlon, ora non la producono più), maglia maniche lunghe leggermente felpata e windstopped, gilet windstopped, guanti invernali windstoppet, sottocasco felpato windstopped. Non bastavano: di notte il freddo è veramente insidioso e l'umidità rende la percezione ancora più devastante. Al primo controllo, all'interno di un bar, ho indossato anche una maglia in lana degli anni 70', di quelle spesse e da usare all'Eroica. E' andata un po' meglio per il proseguo.
Antivento: avevo solo la cerata antipioggia. Tratteneva il vento ma non era traspirante; dopo quattro ore era impregnata internamente di sudore. Occorrerà rompere il salvadanaio e comprare qualcosa di serio, in goretex o in altre membrane, e traspirante. Inoltre ha fatto la sciocchezza di lasciare in auto i copriscarpe in neoprene: brutto errore, da non ripetere!
Borse: avevo due borse da 2.5l ciascuna, una attaccata al manubrio ed una nel sottosella. Hanno fatto il loro dovere senza lode né infamia. Unico appunto devo sistemare meglio il roadbook sull'anteriore.
Il sonno: la stanchezza si è fatta sentire presto ma ciò a cui non ero pronto è stato il sonno. La randonnée partiva alle 24.00. Durante il giorno ho provato a dormire di più, per essere più riposato ma sono abituato a svegliarmi tutti i giorni alle 7.00 e non c'è stato nulla da fare... alla fine, verso le 10.00-11.00 del mattino ho iniziato ad accusare la stanchezza ed anche il sonno mancante. Per fortuna ho incontrato per strada un gruppo di randoneeur molto più esperti di me con cui ho percorso gli ultimi 100 km e fra una battuta e l'altra sono riuscito a sopportare la stanchezza.
Errori da non ripetere: 1) sottovalutare il freddo 2) non controllare sempre il roadbook: prima del secondo controllo mi sono perso e ad una rotonda ho sbagliato strada. Sapevo che c'era il controllo a pochi chilometri ma non mi ero reso conto che era nella direzione opposta. In pratica me ne sono accorto poco dopo e sono tornato indietro. Poco male, ho fatto qualche km in più ma soprattutto ho perso il gruppo cui mi ero accompagnato sino ad allora. Per fortuna poco dopo ne ho incontrato un altro con cui sono arrivato sino alla fine.
Consigli da neofita: 1) non sottovalutare il freddo e la stanchezza; 2) tenere sempre un comportamento prudente di notte: non si sa mai e la visuale in discesa è sempre limitata; 3) tenere il proprio ritmo: è importante per ogni randonnée. Di notte il ritmo è inferiore per ovvi motivi ma non bisogna cercare di strafare, soprattutto all'inizio, o si rischia di non finire il brevetto; 4) alimentarsi a dovere: prima di avere fame o sete. E se trovate un bel gruppo, simpatico e divertente ... fermatevi a prendere uno spuntino con relativa calma. Avrete un'occasione per conoscere nuovi "randagi", scambiare due chiacchere e magari ritrovare visi noti alla prossima occasione!
 

Baracca

Pignone
19 Luglio 2010
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Somec
Direi che è tutto giusto ciò che scrivi, però puoi risparmiarti i soldi per un antivento di marca : io ce l'ho buono e famoso ma non traspira per niente nonostante che sia in goretex ! Dopo un'ora di pedalata sei umido su tutto il torace come con un giubbino giallo della Decathlon. Ciao
 

brucorando

Apprendista Passista
6 Maggio 2012
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Alto Adige
www.voglioessererandonneur.wordpress.com
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Stevens Xenon Velvet Black in randonneuse! - Atala Olympic (1984?) in fissa - Agordina acciaio eroic
Iniziamo allora dall'illuminazione: bretelle catarifrangenti, luci di posizione lampeggianti anteriori e posteriori, luce "da speleologo" sulla fronte e luce di posizione fissa sul manubrio: non bastavano per illuminare bene il sedime stradale e le sue insidie.
Certo, ero visibile alla auto ma in discesa le buche venivano illuminate troppo tardi. L'ideale sarebbe stato il mozzo con dinamo ed il faretto. Ci penserò per le randonnée più lunghe. Onestamente ho visto che anche con luci più potenti a batteria (senza mozzo) si riusciva ad illuminare la strada senza troppi patemi. Ovviamente in tal caso si perdeva in autonomia ma si trattava dopotutto di una 300 e le tenebre sarebbero durate solo 6-7 ore.

Vestiario: salopette corta felpata (della Parentini, ottimo rapporto qualità - prezzo e fondello strepitoso), gambali felpati, maglia intima maniche lunghe in lana merinos (della Quequa, comprata anni fa da Decathlon, ora non la producono più), maglia maniche lunghe leggermente felpata e windstopped, gilet windstopped, guanti invernali windstoppet, sottocasco felpato windstopped. Non bastavano: di notte il freddo è veramente insidioso e l'umidità rende la percezione ancora più devastante. Al primo controllo, all'interno di un bar, ho indossato anche una maglia in lana degli anni 70', di quelle spesse e da usare all'Eroica. E' andata un po' meglio per il proseguo.
Antivento: avevo solo la cerata antipioggia. Tratteneva il vento ma non era traspirante; dopo quattro ore era impregnata internamente di sudore. Occorrerà rompere il salvadanaio e comprare qualcosa di serio, in goretex o in altre membrane, e traspirante. Inoltre ha fatto la sciocchezza di lasciare in auto i copriscarpe in neoprene: brutto errore, da non ripetere!

Durante il giorno ho provato a dormire di più, per essere più riposato

Ciao e complimenti. Ti scrivo ció che penso e non per dire che hai fatto errori. Ho diviso il tuo intervento in pezzi.Per il resto sono d´accordo.

Illuminazione: a dinamo o a batteria, una buona luce é un ottimo investimento per la sicurezza e per la comoditá (qualitá) del viaggio. Sia anteriormente che al posteriore. Un frontalino sul casco in caso di emergenza (foratura) completa il quadro.

Vestiario: ma non é che eri vestito troppo e quindi hai sudato? In tal caso il sudore si é raffreddato e hai avuto freddo. Ognuno é diverso, certo, ma da quanto scrivi ho il sospetto che eri troppo vestito.

A me non riesce di dormire durante il giorno prima di una notturna: i ritmi del corpo e della mente sono difficili da cambiare di punto in bianco. Meglio, per me, dormire bene di notte nei giorni, la settimana prima.
La stanchezza o la crisi di sonno in una notturna - anche in un giro "banale" di poche ore di notte - sono sempre dietro l´angolo,
Non credo esistano ricette per scongiurarli del tutto...
 

Oscar81

Novellino
19 Marzo 2015
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Bici
Quella ce l'ho!!
Ciao Baracca e grazie dell'intervento. In effetti ho letto tanti pareri contrastanti al riguardo. C'è chi loda i "gusci" ipertecnici e compatti e chi predilige investire i soldi in qualcosa ritenuto più indispensabile (tipo un buon fondello o l'impianto di illuminazione decoroso). Io sinceramente non ho mai preso troppa acqua nelle mie uscite, a parte una volta durante un viaggio in bici ...ma trattandosi di cicloturismo lo spirito era del tutto diverso. Quindi mi sono limitato a leggere i numerosi post sul sito. Inoltre ho sempre avuto un dubbio sulla tenuta nel tempo della membrana goretex (ma il discorso è analogo per tutte le membrane alternative). Però un conto è bagnarsi per la condensa interna ed uno è bagnarsi per la condensa interna e per l'acqua piovana che permea l'antipioggia. In ogni caso la priorità per il momento è l'impianto luminoso; dopo penserò all'antipioggia!
 

Oscar81

Novellino
19 Marzo 2015
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Bici
Quella ce l'ho!!
Ciao Brucorando e grazie per i consigli. Sono sempre ben accetti anche perché sono proprio un neofita delle rando (sono alla mia quarta partecipazione...).
Sull'illuminazione ci devo lavorare. Come giustamente fatto notare, rappresenta una priorità e mi sono reso conto che non ero attrezzato come ingenuamente pensavo. La verità è che si è meno visibili di quello che si pensa in bici da corsa. Io sino ad allora avevo fatto delle notturne in mtb e sui sentieri bui e sterrati sembra di illuminare a giorno l'intero bosco. Su strada, con le luci dei lampioni, delle case, delle auto ... di fatto i lumen percepiti si disperdono.
Sul vestiario forse hai ragione. Onestamente non sapevo come vestirmi perché tutti mi dicevano che di notte fa molto freddo (ed avevano ragione). Alla fine alle 2 del mattino ad Arona c'erano due gradi e mezzo, complice un bel venticello. Il freddo però ho iniziato a sentirlo dopo le salite, quando ero bello zuppo di sudore (e la mantellina non traspirante non è stata di grande aiuto). Con una maglia più traspirante forse lo avrei patito di meno.
Per il sonno io sono rimasto sorpreso. Più che altro non mi aspettavo tanta stanchezza mentale (l'hanno scorso sono stato in bici in Kyrgyzstan ed ho patito il poco sonno durante il volo di andata ma mi ero informato ed ero preparato). Per fortuna dei "randagi" più esperti mi hanno convinto a fare una pausa pranzo e fra due chiacchere ed un paio di caffè mi sono ripreso.
PS ma sei l'autore di "voglioessererandonneur"? Complimenti, leggo spesso il tuo blog, è ricco di suggerimenti. PPS anche io adoro l'abbigliamento in lana merinos!
 

brucorando

Apprendista Passista
6 Maggio 2012
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Alto Adige
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Stevens Xenon Velvet Black in randonneuse! - Atala Olympic (1984?) in fissa - Agordina acciaio eroic
Ciao Brucorando e grazie per i consigli. Sono sempre ben accetti anche perché sono proprio un neofita delle rando (sono alla mia quarta partecipazione...).
Sull'illuminazione ci devo lavorare. Come giustamente fatto notare, rappresenta una priorità e mi sono reso conto che non ero attrezzato come ingenuamente pensavo. La verità è che si è meno visibili di quello che si pensa in bici da corsa. Io sino ad allora avevo fatto delle notturne in mtb e sui sentieri bui e sterrati sembra di illuminare a giorno l'intero bosco. Su strada, con le luci dei lampioni, delle case, delle auto ... di fatto i lumen percepiti si disperdono.
Sul vestiario forse hai ragione. Onestamente non sapevo come vestirmi perché tutti mi dicevano che di notte fa molto freddo (ed avevano ragione). Alla fine alle 2 del mattino ad Arona c'erano due gradi e mezzo, complice un bel venticello. Il freddo però ho iniziato a sentirlo dopo le salite, quando ero bello zuppo di sudore (e la mantellina non traspirante non è stata di grande aiuto). Con una maglia più traspirante forse lo avrei patito di meno.
Per il sonno io sono rimasto sorpreso. Più che altro non mi aspettavo tanta stanchezza mentale (l'hanno scorso sono stato in bici in Kyrgyzstan ed ho patito il poco sonno durante il volo di andata ma mi ero informato ed ero preparato). Per fortuna dei "randagi" più esperti mi hanno convinto a fare una pausa pranzo e fra due chiacchere ed un paio di caffè mi sono ripreso.
PS ma sei l'autore di "voglioessererandonneur"? Complimenti, leggo spesso il tuo blog, è ricco di suggerimenti. PPS anche io adoro l'abbigliamento in lana merinos!

Ovviamente le mie sono solo ipotesi dato che non ero presente e non conosco le tue reazioni al freddo. Ma credo che queste, le ipotesi, siano fodamentali nel randonneuring.
Solo facendo prove, testando, ognuno trova i suoi assetti, le sue preferenze.
Sí, sono l´autore del blog. Ti ringrazio, mi fa piacere. W la lana...o-o
Buona strada
 

Zonzolo

Apprendista Passista
19 Ottobre 2010
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Pianeta Terra
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Trek Madone /randomobile Specialized Roubaix
Il freddo però ho iniziato a sentirlo dopo le salite, quando ero bello zuppo di sudore (e la mantellina non traspirante non è stata di grande aiuto). Con una maglia più traspirante forse lo avrei patito di meno.

Le salite, di notte, sono un problema e l'abbigliamento "giusto" è uno dei punti fondamentali per potersi godere una randonnèe che prevede di passare la notte a pedalare.

Per me la cosa migliore è proprio... evitare di sudare... perché se in salita sudi, indipendentemente dai capi di abbigliamento che indossi, poi non ti asciughi più fino all'indomani e può diventare un problema.

Si può in parte limitare il disagio alleggerendo parecchio l'abbigliamento in salita e limitando il ritmo, in modo da non accaldarsi, salvo poi fermarsi prima delle discese per coprirsi.

Riguardo alle mantelline non traspiranti, io le eviterei, perché, indipendentemente dal ritmo tenuto non fanno passare il vapore e dopo un poco, anche andando piano, ti ritrovi pieno di condensa.

Il goretex funziona bene se piove perché comunque è meglio essere poco bagnati di sudore piuttosto che molto bagnati di acqua piovana fredda.
Se non piove un capo in windstopper è preferibile ad un capo in goretex perché riesce ad espellere molto più vapore, facilitando la traspirazione.

In ogni caso, se il tuo ritmo ti avrebbe fatto infradiciare di sudore senza capo tecnico, non è che usandolo possa sparire... quindi l'unica vera soluzione è fare come gli inuit e stare attenti a (s)coprirsi il giusto.