il discorso è molto complesso e spesso è il gusto personale di ognuno a diventare il fattore determinante. perchè oltre a fattori geometrici intervengono anche storia e allenamento dell'atleta fino ad arrivare alla sua genetica!
insomma una miriade di fattori che ci fanno prediligere una lunghezza piuttosto che un'altra.
innanzi tutto bisogna definire le "condizioni al contorno", ovvero in parole semplici semplici prendiamo il ciclista pippo (con misure biometriche, storia sportiva, grado di allenamento ecc.), che deve fare il percorso x con la sua bici alfa con il rapporto n di sviluppo metrico.
ipotizziamo che, sia con la pedivella da 170 mm, che con quella da 175 mm, impiega lo stesso medesimo tempo (velocità media di percorrenza uguale nei due casi).
a parità di queste condizioni (rapporto, percorso ciclista ecc.) variando la lunghezza della pedivella succedono delle cosette interessanti:
1) la cadenza sarà la stessa (quindi uguale sarà il n. di pedalate);
2) con la pedivella lunga il piede avrà percorso lunghezze maggiori (date dalla maggior circonferenza generata dal raggio maggiore);
3) la velocità tangenziale è dunque maggiore con la pedivella lunga;
quindi la solo cosa a variare è la "distanza" percorsa dal nostro piede.
ipotizzando che per fare tale percorso (in un determinato tempo e col medesimo rapporto) serva la stessa potenza (ovvio), allora vorrà dire che immaginando di "stendere" la distanza percorsa dal nostro piede, con la pedivella corta si avranno fasi di spinta maggiori per distanza del piede percorsa.
allora non converrebbe avere pedivelle lunghissime?
non è così semplice, visto che come detto prima, l'insieme bici + ciclista è un insieme molto complesso e difficilmente "simulabile".
bisogna considerare le misure antropometriche, la struttura muscolare, la capacità elastica, la capacità di respirare ecc.
in questo può venire in nostro soccorso qualcuno che di bici e ciclisti nel bene o nel male se ne intende:
da 53x12.com
"La lunghezza delle pedivelle è uno degli argomenti più controversi tra i tecnici del ciclismo.
Anche nella letteratura scientifica sull' argomento non c'è unanimità di opinione sul come calcolare la misura ideale per ogni ciclista.
Quanto è importante la lunghezza delle gambe, la proporzione tra femore e tibia, il tipo di fibre muscolari o lo stile di pedalata?
- Misura del "cavallo" -
Va misurata con una squadra da carpentiere, larga circa 2 cm, posizionata in mezzo alle gambe del ciclista che sta in piedi contro un muro, con le gambe leggermente divaricate, senza scarpe.
Sollevare la squadra il più in alto possibile e marcare l' altezza sul muro.
Questa misura consente una prima indicazione sulla scelta delle pedivelle:
- da 75 a 80 cm di "cavallo" = 170mm di pedivelle
- da 81 a 86 cm = 172.5mm
- da 87 a 92 cm = 175mm
- 93 cm e oltre = 177.5mm
- Rapporto femore/tibia -
Seduto su uno sgabello, adeguato in altezza in modo che il femore sia parallelo al terreno, la tibia perpendicolare al pavimento, i piedi a terra e il fondo schiena appoggiato ad una parete: misurare la lunghezza "femore" dalla parete alla punta più avanzata della rotula, e la lunghezza "tibia" dalla parte più alta della rotula a terra.
Se il rapporto femore/tibia è superiore a 1.13 può essere indicata una pedivella più lunga (in genere di 2.5mm) rispetto a quella calcolata dalla misura del cavallo.
- Tipo di fibre muscolari -
Una pedivella più lunga può essere adottata da quei corridori che hanno una prevalenza di fibre rosse o di tipo I°, che prediligono alte cadenze di pedalata, mal tollerando alti picchi di forza .
La pedivella più lunga infatti richiede, a parità di potenza espressa, picchi di forza inferiori ad ogni pedalata, essendo più lungo il braccio di leva.
Chi invece nei muscoli ha una % più alta di fibre bianche o di tipo II°, più adatte a sopportare tensioni muscolari elevate, sceglierà pedivelle non troppo lunghe , che consentono escursioni articolari inferiori e dunque riducono gli attriti interni.
- Stile di pedalata -
Quei ciclisti che in salita pedalano prevalentemente seduti, quali i passisti e i corridori di taglia medio-grande, potranno utilizzare una pedivella più lunga, mentre quei corridori che in salita sono spesso fuori sella, quali gli scalatori leggeri, dovrebbero evitare pedivelle troppo lunghe.
Se si decide di cambiare la lunghezza delle pedivelle occorre farlo per tempo, per abituare gradatamente muscoli, articolazioni e tendini al cambiamento, anche se la storia del ciclismo è ricca di campioni che allungavano le pedivelle di 2.5 o anche 5mm per una tappa di montagna o una cronometro.
Anquetil e Merckx erano tra questi, mentre Hinault e Moser preferivano utilizzare sempre le stesse pedivelle (172.5mm) su tutti i percorsi."
mi permetto di aggiungere che ognuno di noi tende ad avere (per i motivi sopra esposti) un range di frequenza di pedalate preferita legata comunque alla forza che riusciamo ad imprimere sui pedali.
anzi probabilemnete è più determinante quest'ultimo fattore.
infatti in genere con la pedivella corta la cadenza media risulta più elevata. ovvero pippo preferisce fare più pedalate per diminuire i picchi di potenza.
avrà quindi tempi di forza minori, ma in numero maggiore e più intensi a parità di distanza (ovvero spingi con maggiore forza per minor tempo ma per un numero maggiore di volte).
il contrario avviene con una pedivella lunga.
quindi un atleta che ha fatto una vita sport anaerobici (fibra veloce) o ha per genetica un'alta percentuale di fibre veloci, sicuramente troverà giovamento utilizzando una pedivella più corta.
un altro esempio può essere la posizione in bici.
una pedivella più lunga costringe ad una escursione maggiore della gamba (aumentano i gradi di rotazione della gamba).
scrivo la mia esperienza
io sono alto 176 cm per 86 cm di cavallo.
sono passato da 172,5 a 170 per poi arrivare definitivamente alla 175.
ovviamente ho sempre adeguato il posizionamento in sella in base alla pedivella.
secondo le "regole generali" io dovrei utilizzare una pedivella da 172,5.
quando ho deciso di sostituire la mia guarnitura con una nuova, per errore (di chi l'ha venduta) ho montato una 170. beh avevo grosse difficoltà nonostante solo 2,5 mm di differenza.
io sono uno che pedala in agilità, il rapportone non lo spingo mai, e passando alla pedivella più corta ho notato un ulteriore aumento della frequenza di pedalata ed un maggior affaticamento. infatti la pedivella più corta, per ragioni di leva, ti fa spingere per meno tempo ma con più intensità. questo tipo di pedalata non fa proprio al caso mio.
decido allora di montare una 175. perdo un pelino di frequenza, ma soprattutto distribuisco meglio(per le mie caratteristiche) lo sforzo della pedalata.
le sensazioni in sella migliorano decisamente.
il tempo di adattamento è in genere di qualche settimana.
per un "amatore" l'importante è sentirsi bene in sella. i "testi sacri" che dicono che una pedivella corta è migliore perchè aiuta la respirazione, o che una pedivella lunga va meglio perchè permette una più ampia escursione della gamba ecc. magari vanno bene solo sulla carta.
basta vedere le scelte di chi in bici lo fa per lavoro: gente di 1,90 m con pedivelle da 170 e gente da 1,6 m con 175... e vanno (o andavano) lo stesso forte...
la scelta della lunghezza pedivella (purtroppo) non é soltanto un fattore antropometrico.
dipende innanzitutto da come pedali! (nel senso piú ampio del termine).
quindi il mio consiglio é quello di provare. dopo qualche km capirai quale fa al caso tuo.
più in generale io per la mia esperienza e sulla base di quanto scritto sopra ti posso solo dire che se sei uno che ha una buona forza esplosiva, magari leggero, con cambi di ritmo frequenti, magari potrai preferire una pedivella corta.
se invece sei uno che fa del passo il suo forte (non necessariamente a 60 ped/min, anche a 110, quello che conta è che sia costante) probabilmente una pedivella lunga fa più al tuo caso.
considera che in genere una pedivella più corta predilige l'agilità, ovvero se sei uno che anche in salita pedala sempre a 95 ped/min ti consiglierei di evitare una pedivella corta;
chiedo scusa se mi sono dilungato troppo