A quanto pare i casi di asma, nella popolazione mondiale (tutti, non solo i ciclisti), sono in costante aumento da 30/40 anni a questa parte.
La spiegazione che ce ne forniscono, trattandosi di patologia respiratoria, è che una delle maggiori cause sarebbe l'inquinamento atmosferico.
Dando per buona questa tesi (a meno di non pensare che anche gli studiosi siano conniventi con Froome e Ulissi ) è ragionevole ritenere che chi passa molte ore della propria giornata respirando all'aperto, magari a pieni polmoni a seguito di uno sforzo intenso, possa contrarre questa patologia?
Immaginiamo che nella popolazione mondiale chi muore di sete sia il 5%. E' ragionevole ritenere che nel Sahara questa percentuale arrivi al 20% mentre in Canada sia all'1% senza che ciò appaia anomalo?
Questo per dire che determinate categorie di persone, possono tranquillamente essere a maggior rischio per questa o quella patologia, senza che per forza questo debba destare stupore. Semplicemente ci sono fattori di rischio diversi che determinano delle diversità.
Poi se vogliamo per forza dire che l'asma è una fandonia inventata da tutti quei ciclisti che eccedono oltre la percentuale media, possiamo pure dirlo. Ma mi sembra una analisi non necessariamente condivisibile....ancor meno se per i prò, i mezzi per barare sono molti altri e ben più impattanti per il miglioramento delle loro prestazioni, che non 4 spruzzate in più di salbutamolo.
bene, vada per il ciclismo, sport all'aperto con tutte le problematiche del caso, ma come mai anche nel nuoto si arriva a percentuali sospette?