Ciao a tutti, eccomi qua più o meno a freddo, a mettere giù due righe su quella che è stata la mia rando...
Una settimana entra ed esci da siti meteo, credo di essere diventato ormai un esperto del campo, questa rando è stata lobiettivo della stagione, si pedalerà ancora intendiamoci ma questanno era qua che volevo arrivare.
Lo sconforto dei giorni precedenti è stato tanto, il meteo dava poche speranze e su i due grandi passi era palese che linverno aveva dato un calcio pesante allestate ma
..con i due amici e compagni di avventura si parte comunque per Merano, che ci ha visti arrivare attorno alle 21:00 di venerdì sera.
Capatina al centro tennis per il ritiro del necessario, preso possesso dellappartamento affittato per loccasione e via per un pizzino; ed ecco che la pioggia comincia a scendere.
Alle 23:00 sdraiato sul letto si sentiva la pioggia battere su un tetto in lamiera fuori dalla finestra
cosi come alle 24
01
02
03
.(potete immaginare quanto abbia dormito).
La sveglia era comunque fissata alle 03:30 per la colazione, ci guardiamo, cosa facciamo, piove, chissà sui passi, è impossibile arrivare a 2.700 mt. in queste condizioni
..ma tantè che mentre facevamo questi ragionamenti si faceva comunque colazione; il radar meteo diceva che la perturbazione interessava Merano e che a breve probabilmente spioveva.
Morale alle 04:30 vagavamo Merano alla ricerca della direzione giusta per il centro tennis, schivando dei giovani che avevano avuto
loro si
una nottata più tribolata della nostra.
Ore 04:55 timbro allo start, poi
caffè, foto e alle 05:05 lo start vero e proprio
.si parte verso le montagne russe, verso un viaggio lungo 250 km che ai 21 km/ora ti permette di viverlo in ogni virgola.
La prima parte in ciclabile verso lattacco allo Stelvio è fresca, umida ma più diventava giorno e più il cielo si rasserenava, il sole cominciava a toccare le cime delle montagne e scendeva inesorabile verso di noi
.andiamo c@@@zo che magari la svanghiamo!!....
Si raggiunge Prato, uno degli amici saluta e accelera, per lui è il secondo tour e rincorre lobbiettivo di abbassare il proprio tempo
restiamo in due, cominciamo a renderci conto che lavventura è davvero cominciata, sguardo di intesa, pugno contro pugno e si attacca lo Stelvio
me lo sono goduto metro per metro, la gamba era ok, in completa gestione dello sforzo i tornanti sfilavano sotto di noi, si parlava, cielo limpido, traffico quasi nullo, marmotte che fischiavano la nostra presenza e neve fresca negli ultimi metri di dislivello, insomma fantastico!!!... .
Primo punto di controllo, è fresco si
ma il sole intiepidisce tutto, nello zaino mandato su con lorganizzazione, per precauzione misi di tutto ma decido di proseguire solo con sottocasco invernale, scalda collo e mantellina antipioggia, lascio nello zaino il resto, anche i gambali ed i copri scarpe invernali.
In men che non si dica siamo a Bormio, persiste il bel tempo e fa anche caldino, sosta rapida per svestirsi e si prosegue con smanicato slacciato e manicotti abbassati.
Si sale per il Gavia, si raggiunge S. Caterina e via verso la seconda ascesa, qua le cose però cominciano a cambiare, dalla cima scende aria fresca, il meteo in un attimo si guasta ed il cielo diventa presto grigio e minaccioso, stringiamo i denti
.saliamo comunque sempre in gestione, passiamo il pezzo duro con le rocce sulla destra, cè neve e dove lasfalto non è battuto dal traffico pare ci sia una patina di ghiaccio.
Raggiungiamo il passo, ci guardiamo, pugno di intesa e ci fermiamo al controllo.
Il meteo non ci fa godere a pieno il momento, tira un vento gelido, ed i nuvoloni sono di tempesta, in accordo col socio ci vestiamo di quello che avevamo tolto a Bormio (avevo un secondo zaino sul passo ma non avevo nulla di utile dentro) rimpiango i gambali e ci buttiamo in una fredda discesa.
A Ponte di Legno un forte temporale stava salendo dalla valle, cominciamo subito la salita al Tonale, terzo controllo
breve sosta perché da dietro arrivava di tutto e volevamo evitare la discesa bagnata a Vermiglio.
Eccoci nellultima parte del giro, una parte lunga 100 km con lultima asperità della giornata, il passo Palade.
Lungo trasferimento fino a Mostizzolo, incredibile, avevamo i temporali dietro, davanti e a sinistra e noi eravamo ancora asciutti
.era dal Gavia che avevamo programmato una sosta al bar per un te caldo e una bibita energetica e per scappare ai temporali dovevamo ancora fermarci.
Ecco che a Mostizzolo ci fermiamo, verso Fondo piove quindi prenderla per prenderla godiamoci sta sosta e poi quello che arriva arriverà.
Pronti via si attacca il Palade, unica salita che non conosco, vista solo la sera prima passando in macchina
.lunga con dei tratti che mi fanno pensare male come quarta salita, non ci penso, le gambe ci sono ancora anche se stanche, intanto piove.
La pioggia però dura poco non da fastidio
il Palade scorre piano sotto di noi, il mio socio per un problema di stomaco dovuto probabilmente al freddo del Gavia, non è riuscito a bere e alimentarsi correttamente dal Tonale in poi, ed ecco che le magagne usciranno puntualmente sullultima fatica.
Mi accorgo che è un po in difficoltà, non lo abbandono, gli faccio coraggio e cerco di distrarlo
lui è un grande, reagisce, non molla ed arriviamo in cima
. .
E tutto alle nostre spalle, ci complimentiamo a vicenda, pugno contro pugno e quarto controllo
.sappiamo che ormai è fatta, cè aria di acqua anche verso Merano ma ormai non importa più niente; discesa si entra in città eccolo la larrivo, siamo inaspettatamente accolti da un applauso, sono felice, siamo felici è andata!!.
Concluso con 12h di pedalata e 13h 30 dalla partenza ma sono solo numeri buoni per la statistica; sono le 18:30 ho solo voglia di andare in stanza a godermi una doccia e buttarmi sul letto
.
Serata allietata da birra scura, rossa, canederli, stinco e arrosto di maiale, carne salata dolcetto
..
Chissà, magari un arrivederci al prossimo anno
.è un brevetto ed un esperienza di vita che meritano di essere fatti, faccio i complimenti a tutti coloro che hanno partecipato.
Grazie allathletic club Merano
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