La mia Ötztaler Marathon 2010

marco

Diretur
Membro dello Staff
16 Aprile 2004
2.606
1.730
Monte Bar
www.bdc-mag.com
TC
KM Percorsi
Bici
veloci e lente
Il tutto comincia alle 5: suona la sveglia. Fuori fa ancora buio, Ser Pecora è di poche parole. Andiamo giù a fare colazione. Siamo gli ultimi ad arrivare, ci ingozziamo come dei capponi prima di Natale fin quando non ne possiamo più. Fuori dai finestroni si vedono decine di ombre vagare nel buio per prendere posto in griglia, noi andiamo a vestirci per questa fredda mattinata: 4° qui a Sölden.

Con il mio superpass da giornalista ho diritto al posto in prima griglia, dove mi posiziono con qualche timore di venire schiacciato dalla massa agonistica. Per fortuna i primi chilometri sono annullati dalla safety car, così mi posso godere la frescura della Ötztaler, ma soprattutto il fantastico publico austriaco con campanacci, vuvuzelas e incoraggiamenti di ogni tipo. Roba commovente per un neofita come me.

Arrivo a Oetz, dove parte la prima salita. Come da strategia pre gara la prendo con le pinze e vado su piano. Conosco la salita e so che ci sono alcune rampe al vetriolo, così decido di non sprecare energie che mi verranno utili più tardi. Anche qui, nella parte finale, tifo sfegatato degli austriaci che sono stati qui ad aspettarci col vento che fa sembrare l'1° centigrado ancora più freddo.

Al ristoro si ripete la scena della colazione: riempi il cappone! Mangio tutto il possibile nel più breve tempo possibile, prima di fiondarmi nella velocissima discesa. E qui non centro un cavallo ad 80 all'ora per miracolo: 4 quadrupedi al galoppo decidono di tagliarmi la strada, inchiodo e mi fermo prima di fare un gulasch Toniolo-Pferd. Il resto della discesa va liscio, la velocità è veramente esaltante e tocco i 90 km/h.

E poi arriva il Brennero Express: dalla fine della discesa dal Kühtai fino all'inizio della salita del Giovo mi metto in scia a qualche tedesco pazzo che tira come un cavallo. In un pezzo piano e senza difficoltà uno decide di capottarsi proprio di fronte a me, lo evito per un soffio e continuo la cavalcata verso l'Italia. Non vi descrivo più le pause ai ristori perchè sono tutte uguali: 5 minuti pantagruelici dove berrò la maggiore quantità di Pepsi e Red Bull (ebbene si) in vita mia.

All'attacco del Giovo noto che la gamba sinistra "tira": crampi! In discesa mi sono raffreddato i muscoli e già mi vedo nell'autobus scopa, per fortuna scaldando le gambe i crampi se ne vanno e mi faccio il Giovo alla mia velocità di crociera, superando tanta gente. In discesa però i crampi ritornano senza tanti complimenti e mi tocca farne 3/4 con la gamba sx distesa. Vabeh, l'importante è sopravvivere all'ultimo passo mostruoso: il Rombo con i suoi 1750 metri di dislivello.

Le gambe si riscaldano alla bella temperatura della Val Passiria e io pedalo, pedalo, pedalo e tento di ignorare la visuale apocalittica verso il passo del Rombo, che appare irraggiungibile. Dopo 2 ore e 27 minuti (ristoro compreso) arrivo in cima, facendo l'errore da principiante di fermarmi prima dell'arco Red Bull per vestirmi "da discesa" e così aumentare il mio tempo totale di salita del Rombo.

Ormai è quasi fatta e finalmente so di poter restare sotto le 10 ore, cosa che mi dà le ali per il pezzo finale di questo lungo giro. All'ultima curva, fra ali di folla applaudente, riesco a perdere la mia fedele pompetta fissata al telaio (la ritroverò alla sera), per arrivare a distinazione.

Una bella gara su un percorso alpino, con un meteo clemente e grandi panorami. Mi è piaciuta, un po' meno al mio deretano, ma come dice qualcuno: "Pain is temporary, glory is forever" :mrgreen:
Sono soddisfatto del mio tempo, considerando i 5000 km di allenamento e soprattutto del fatto che sia la mia prima gara in bdc. Lo stomaco è gonfio come un pallone dopo tutte le schifezze ingurgitate oggi, ma sono problemi che se ne vanno in fretta. A proposito, anche ser Pecora l'ha conclusa, dopo alcune peripezie che vi racconterà lui stesso.

Stasera meritate birre e cibo tirolese, nel tentativo di recuperare le migliaia di calorie bruciate.


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